Piastre e liscianti per capelli, allarme sui rischi di cancro a pancreas e tiroide

Da un nuovo studio condotto su 50mila donne americane è emerso che chi usa regolarmente piastre o trattamenti liscianti presenta un rischio di tumore al pancreas superiore del 166% e un rischio di tumore alla tiroide più elevato del 71%

Capelli lisci, ma a che prezzo? È la domanda che ci poniamo di fronte ai risultati di un nuovo studio che lancia l’allarme sui rischi cancerogeni legati all’uso dei prodotti liscianti per capelli. La notizia non è nuova perché già diverse ricerche precedenti, come quella condotta dal National Institutes of Health, avevano segnalato un aumento del rischio di tumore dell’utero tra le donne che usano abitualmente prodotti per lisciare i capelli. Questa volta il risultato è ancora più ampio e mette in evidenza percentuali di aumento, anche superiori al 100%, del rischio di sviluppare diversi tumori, tra cui quello al pancreas e alla tiroide.

I risultati del nuovo studio

La ricerca, pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute, si basa sui dati dello studio “Sister”, che ha coinvolto oltre 50.000 donne americane di età compresa tra 35 e 74 anni, seguite per circa 13 anni. Tutte le partecipanti avevano una sorella con diagnosi di tumore al seno, ma non erano affette da alcun cancro al momento dell’iscrizione. L’indagine si è concentrata su 100 casi di tumore emersi durante il periodo di follow-up, analizzando se le donne avessero utilizzato piastre o prodotti liscianti per capelli nei 12 mesi precedenti allo studio.
Dai risultati è emerso che le donne che usavano regolarmente piastre o trattamenti liscianti presentavano un rischio di tumore al pancreas superiore del 166% rispetto a chi non li utilizzava e un rischio di tumore alla tiroide più elevato del 71%, mentre quello di linfoma non-Hodgkin aumentava del 62%. Nei casi di uso abituale – più di quattro volte all’anno – il rischio di tumore al pancreas risultava più che raddoppiato. I ricercatori hanno anche segnalato un possibile collegamento tra l’uso frequente di piastre per capelli e il cancro ai reni, definendo tuttavia l’associazione come “positiva ma imprecisa”.

Chi rischia di più 

Lo studio ha evidenziato una forte disparità nell’uso di questi trattamenti, che riflette probabilmente norme estetiche e culturali: nel campione analizzato, il 66% delle donne nere, il 25% delle donne ispaniche/latine e appena l’1,3% delle donne bianche non ispaniche hanno dichiarato di utilizzare prodotti liscianti. Questa differenza si traduce in un impatto sanitario diseguale: le comunità che fanno un uso più frequente di questi prodotti risultano esposte a un rischio maggiore. Alcuni esperti sottolineano che proprio questa abitudine potrebbe contribuire, almeno in parte, a disparità nei tassi di alcune patologie oncologiche tra diversi gruppi etnici.

Formaldeide…ma non solo 

Alla base di questi pericoli c’è la formaldeide, sostanza classificata come cancerogena dall’American Cancer Society e dallo Iarc, che è contenuta in questi prodotti perché contribuisce a rendere la chioma più docile e lucida. Purtroppo, però, a contatto con il calore di phon e piastre la sostanza si libera nell’aria sotto forma di gas. Questo processo, noto come “degassamento”, può essere particolarmente pericoloso se avviene in ambienti poco ventilati, come saloni o bagni domestici. L’esposizione ripetuta ai vapori può causare irritazioni oculari e respiratorie, ma anche, secondo le nuove evidenze, contribuire all’insorgenza di tumori alla testa, al collo e ad altri organi interni.

Ma non c’è solo la formaldeide. Nei trattamenti liscianti sono stati individuati anche parabeni, ftalati, bisfenolo A e metalli pesanti, tutti potenziali interferenti endocrini. Queste sostanze possono penetrare attraverso il cuoio capelluto o essere inalate durante il trattamento, accumulandosi nel tempo. Non tutti gli studi giungono alle stesse conclusioni, ma il ripetersi del segnale d’allarme è sufficiente, secondo gli esperti, per invitare alla prudenza.
In attesa che arrivino dei provvedimenti più rigidi, il consiglio è quello di ridurre la frequenza dei trattamenti liscianti chimici, preferire formulazioni “formaldehyde-free” e garantire sempre una buona ventilazione durante l’uso.

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Verso norme più rigide 

Le crescenti evidenze scientifiche sui rischi legati ai trattamenti liscianti hanno spinto diversi Paesi a introdurre norme più rigide. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha proposto nel 2023 un divieto nazionale della formaldeide nei prodotti per capelli, mentre alcuni Stati, come Washington, hanno fissato al 1° gennaio 2027 il divieto definitivo nell’ambito del Toxic-Free Cosmetics Act. Tuttavia, i rivenditori avranno tempo fino a quella data per smaltire le scorte esistenti di prodotti contenenti queste sostanze chimiche.
Anche l’Unione europea si è mossa in questa direzione: la formaldeide è vietata come ingrediente nei cosmetici dal 2019 (regolamento Ce 1223/2009) e, dal 2022, i prodotti che contengono sostanze in grado di rilasciarla devono riportare in etichetta l’avvertenza “releases formaldehyde” se la concentrazione supera lo 0,001%. Si tratta di passi importanti verso una maggiore tutela dei consumatori, anche se le differenze tra Paesi e tempi di attuazione mostrano quanto sia ancora lungo il percorso verso una regolamentazione uniforme e realmente protettiva.