
Secondo uno scoop del Financial times, la società di consulenza Ramboll sarebbe al centro di un conflitto d’interessi, avendo lavorato contemporaneamente per l’Agenzia europea per le sostanze chimiche e per le principali aziende produttrici di Pfas, influenzando direttamente le raccomandazioni tecniche sulle deroghe per le schiume antincendio
Secondo uno scoop del Financial times, la società di consulenza Ramboll sarebbe al centro di un conflitto d’interessi, avendo lavorato contemporaneamente per l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) e per le principali aziende produttrici di Pfas, influenzando direttamente le raccomandazioni tecniche sulle deroghe per le schiume antincendio. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) sta lavorando a una proposta di divieto di migliaia di sostanze sintetiche note come Pfas, usate in prodotti che vanno dall’abbigliamento alle padelle fino alle schiume antincendio. il Financial Times (Ft), scrive: “L’agenzia ha pubblicato un aggiornamento il mese scorso suggerendo che alcune di queste sostanze dovrebbero rimanere in uso ‘a condizioni rigorose’, scatenando dubbi sul modo in cui è arrivata a una conclusione per cui l’industria ha esercitato una forte pressione”.
Il conflitto d’interessi
Secondo il quotidiano, documenti Ue e materiali ottenuti dalla Ong ambientalista Aria mostrano che, tra coloro che hanno aiutato l’Echa con consulenze sui Pfas, c’era Ramboll, una società danese ingaggiata anche da grandi produttori chimici che contestano la scienza alla base di un divieto più severo. “Attivisti e accademici affermano che ciò costituisce un chiaro conflitto di interessi nella regolamentazione di sostanze potenzialmente dannose che resistono alla degradazione e si accumulano nei corpi umani e nell’ambiente” scrive il Ft.
Il rapporto con l’Echa
Ramboll è stata assunta per la prima volta dall’Echa nel 2020 per fornire consulenza sui Pfas e lo scorso anno ha vinto un altro contratto fino a sei anni con un budget massimo di 1 milione di euro. Tuttavia, secondo l’inchiesta del Ft, nel 2022-23, Ramboll ha lavorato anche per grandi produttori chimici tra cui l’indiana Gujarat Fluorochemicals e le americane Honeywell e 3M. Ha inoltre fornito consulenze a Plastics Europe, uno dei gruppi industriali più attivi sul fronte della regolamentazione dei Pfas. In una lettera all’Echa a luglio, gruppi tra cui Transparency International hanno dichiarato che, a causa di questi legami con l’industria, Ramboll “potrebbe aver esercitato un’influenza dannosa sulle bozze di regolamentazione dei Pfas”. Nel 2020, Ramboll ha contribuito a un rapporto per l’Echa e la Commissione che raccomandava che alle aziende petrolchimiche fosse concesso un periodo di transizione di dieci anni per trovare sostituti ai Pfas nelle schiume antincendio, come effettivamente è stato stabilito nella legge Ue adottata ad aprile.
Le risposte di Echa, Commissione e Ramboll
Echa ha dichiarato in risposta alle domande del Ft che la sua raccomandazione sulle schiume antincendio si basava sul contributo di esperti e società di consulenza, tra cui Ramboll. La Commissione ha detto al Financial Times di essere impegnata “a mantenere trasparenza, integrità e imparzialità in tutti i rapporti con consulenti e appaltatori esterni” e che Ramboll è stata selezionata attraverso “una procedura di gara competitiva e trasparente”. Ramboll ha dichiarato al Ft che la lettera degli attivisti “non riflette accuratamente” il suo ruolo nel lavorare sui Pfas per vari clienti, sottolineando che “evita i conflitti di interesse percepiti” garantendo che le conclusioni si basino su valutazioni oggettive e trasparenti delle evidenze scientifiche. In uno studio preparato per Honeywell nel 2023 su un composto Pfas, Ramboll ha contestato le ipotesi dell’Echa sulle concentrazioni nelle acque dolci. Hans Peter Arp, professore di chimica ambientale alla Norwegian University of Science and Technology, ha affermato che lo studio sottostimava le emissioni di un refrigerante per auto di un fattore cinque rispetto ai dati pubblicati dall’agenzia ambientale tedesca. Ramboll è nota negli Usa anche per aver prodotto rapporti per il produttore di sigarette Reynolds American e per associazioni come l’American Petroleum Institute.
Guarda (Verdi/Ale) annuncia interrogazione
A seguito delle rivelazioni pubblicate dal Financial Times sul presunto conflitto d’interessi che coinvolgerebbe la società di consulenza Ramboll, l’eurodeputata Cristina Guarda (Verdi/Ale) annuncia il deposito di un’interrogazione urgente, rivolta alla Commissione europea. “È inaccettabile che chi consiglia le istituzioni europee sulle regole per vietare i Pfas sia lo stesso soggetto che lavora per chi ha tutto l’interesse a rallentare queste regole,” dichiara Guarda. “La Commissione di Ursula Von der Leyen e l’Echa devono chiarire subito ogni rapporto contrattuale e dire come intendo garantire che le valutazioni scientifiche siano svolte in piena indipendenza”. “Se confermato, sarebbe un caso emblematico di come le lobby riescano a influenzare le decisioni pubbliche, con impatti diretti sulla salute dei cittadini,” prosegue l’europarlamentare italiana, eletta nelle liste di Avs, “Ho predisposto un’interrogazione urgente per chiedere trasparenza totale, l’applicazione del principio di precauzione e un divieto universale dei Pfas, dal commercio alla produzione, che non può più essere rinviato. La salute pubblica non può essere messa a rischio per gli interessi economici di qualche multinazionale del settore chimico,” conclude.









