
Profumi, smalti e tatuaggi all’henné sono tra i cosmetici più utilizzati dai bambini e molti di questi prodotti contengono sostanze non adatte a loro, come bisfenoli, ftalati e formaldeide. Un’indagine del Times denuncia un’esposizione elevata di neonati e bambini piccoli
Prima, per truccarsi, si aspettava l’età dell’adolescenza. Oggi, invece, è diventato quasi normale vedere bambine e bambini sempre più piccoli alle prese con ombretti, rossetti, smalti e profumi. Questo, oltre che essere una moda divertente (ma alquanto discutibile), rappresenta un grave rischio per la salute dei nostri figli. Il fenomeno è noto da tempo e a rilanciarlo è una recente indagine del Times che dimostra come oggi, neonati e bambini piccoli siano regolarmente esposti a cosmetici per adulti. In cima alla lista ci sono profumi, smalti, tatuaggi temporanei all’henné nero, che contengono una miriade di sostanze tossiche che rendono questo “gioco” molto pericoloso.
Dai bisfenoli agli ftalati, a rischio l’equilibrio ormonale
Anche se possono sembrare innocui, infatti, i cosmetici contengono sostanze note come perturbatori endocrini come il bisfenolo A e gli ftalati, che vanno ad alterare equilibri ormonali delicatissimi in questa fascia di età.
Già uno studio del 2019 aveva rilevato che, ogni due ore, negli Stati Uniti un bambino veniva portato in ospedale per un’esposizione accidentale a prodotti cosmetici.
La pelle dei bambini è biologicamente diversa da quella degli adulti: è più sottile (ha gli stessi strati di un adulto ma fino al 30% più sottili), più assorbente e ancora in fase di sviluppo. Questa barriera più fragile rende più facile la penetrazione delle sostanze chimiche nei tessuti profondi e nel flusso sanguigno. L’esposizione a determinati prodotti può causare problemi immediati come irritazioni o reazioni allergiche e, in alcuni casi, può comportare rischi a lungo termine, come interferenze ormonali.
Il microbioma cutaneo – lo strato protettivo di microrganismi benefici – impiega tempo a svilupparsi. Intorno ai tre anni, la pelle del bambino completa la formazione del suo primo microbioma. Prima di allora, i prodotti applicati possono alterare questo equilibrio delicato. Con la pubertà, la struttura della pelle e il microbioma cambiano nuovamente e si modifica, di conseguenza, la reazione ai prodotti.
L’indagine ha rilevato che bronzer e smalti vengono effettivamente usati anche sui bambini piccoli. Questi prodotti spesso contengono sostanze chimiche nocive o persino cancerogene, come formaldeide, toluene e ftalato di dibutile. Il toluene è un noto neurotossico, mentre lo ftalato di dibutile è un interferente endocrino – in grado di alterare il funzionamento ormonale, con possibili effetti su crescita, sviluppo e fertilità. Entrambi possono penetrare più facilmente attraverso la pelle sottile e permeabile dei bambini. La formaldeide, anche ad una bassa esposizione, ad esempio proveniente da mobili o dall’inquinamento atmosferico, è stata collegata a tassi più elevati di infezioni respiratorie inferiori nei bambini (cioè infezioni che colpiscono polmoni, vie respiratorie e trachea).
I profumi, poi, sono pieni di ingredienti irritanti. Negli Stati Uniti, un adulto su tre manifesta sintomi cutanei o respiratori dopo l’esposizione a prodotti profumati. Se gli adulti reagiscono, non sorprende che neonati e bambini, con un sistema immunitario ancora in via di sviluppo, siano a rischio ancora maggiore.
Considerare l’effetto cocktail
Alcuni ingredienti di prodotti per la cura della pelle sono stati studiati per il loro potenziale impatto sugli ormoni, per la capacità di scatenare allergie o per i possibili rischi a lungo termine:
- alchilfenoli, usati in detergenti e cosmetici, possono alterare l’attività ormonale
- antimicrobici come il triclosan possono interferire con gli ormoni tiroidei e contribuire alla resistenza agli antibiotici
- bisfenoli (Bpa), ampiamente usati negli imballaggi, sono collegati a disturbi ormonali
- ciclosilossani (D4 e D5) possono accumularsi nell’organismo e alterare l’equilibrio ormonale
- etanolammine possono reagire con altri ingredienti e formare nitrosammine, alcune delle quali potenzialmente cancerogene
- parabeni, conservanti che mimano l’estrogeno, sebbene alcuni studi indichino rischi minimi a basse dosi
- ftalati, usati in fragranze e plastiche, sono collegati a tossicità riproduttiva, soprattutto se l’esposizione avviene nelle prime fasi di vita
- benzofenone, presente in molte creme solari, in alcune forme può agire come allergene e interferente endocrino.
Sebbene molti di questi ingredienti siano consentiti entro concentrazioni regolamentate, alcuni ricercatori avvertono del cosiddetto “effetto cocktail”: l’impatto cumulativo dell’esposizione quotidiana a più sostanze chimiche, in particolare negli organismi giovani e in via di sviluppo.
I tatuaggi temporanei, in particolare quelli all’henné nero, non sono sempre sicuri perché l’henné nero è una causa frequente di dermatite da contatto nei bambini e può contenere para-fenilendiammina (Ppd), una sostanza chimica autorizzata per l’uso nelle tinture per capelli ma non per l’applicazione diretta sulla pelle. L’esposizione alla Ppd può provocare gravi reazioni allergiche e, in rari casi, anche il cancro. Nei bambini può insorgere ipopigmentazione – chiazze pallide dovute alla perdita di colore – mentre negli adulti può svilupparsi iperpigmentazione, che può durare mesi o diventare permanente. I bambini esposti alla Ppd possono sviluppare reazioni più gravi in età adulta, qualora utilizzino tinture per capelli contenenti lo stesso composto. In alcuni casi questo può portare al ricovero ospedaliero o addirittura a un’anafilassi fatale. A causa di tali rischi, la legislazione europea proibisce l’applicazione diretta della Ppd sulla pelle, sulle sopracciglia o sulle ciglia.
“Naturale” non significa innocuo
Anche i prodotti pubblicizzati come “naturali” o “puliti” possono provocare reazioni allergiche. La propoli, ad esempio, presente in molti cosmetici naturali, causa dermatite da contatto fino al 16% dei bambini. Uno studio ha rilevato una media di 4,5 allergeni da contatto per prodotto nelle linee di skincare “naturali”. Su 1.651 prodotti “naturali” per la cura personale in commercio negli Stati Uniti, solo 96 (pari al 5,8%) erano privi di allergeni da contatto. Perfino diciture come “testato dermatologicamente” non garantiscono la sicurezza: significano soltanto che il prodotto è stato provato sulla pelle, non che sia privo di allergeni.
Il consiglio è quello di limitare al minimo l’applicazione di questi prodotti sulla pelle del bambino, soprattutto prima dei 12 anni. Dopodiché vanno comunque usati solo prodotti sicuri e testati, che contengono pochi ingredienti, e tra questi non ci sono sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (Cmr), perturbatori endocrini e sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche.









