
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha appena annunciato che dividerà la restrizione Ue sui Pfas, escludendo otto categorie di utilizzi dal processo di valutazione del divieto. Secondo la rete Chemsec, è “un precedente pericoloso e inaccettabile”
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha appena annunciato che dividerà la restrizione Ue sui Pfas, escludendo otto categorie di utilizzi dal processo di valutazione del divieto. Secondo la rete Chemsec, un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro che promuove la sostituzione delle sostanze chimiche tossiche con alternative più sicure, è “un precedente pericoloso e inaccettabile”. L’Echa, infatti, ha reso pubblici i suoi piani di divisione della prossima restrizione Pfas, citando come motivi principali i vincoli di tempo e l’Industry Action Plan della Commissione Ue di luglio. La divisione significa che otto cosiddetti “ulteriori settori” saranno esclusi dal processo di restrizione d’ora in avanti. Si tratta di: stampa, sigillature, macchinari, esplosivi, militare, tessili tecnici, usi industriali più ampi e altre applicazioni mediche.
“Chiudere i rubinetti”
“Ma mantenerli all’interno della restrizione è assolutamente fondamentale – spiega Chemsec – Innanzitutto, sono fonti di notevole uso ed emissioni di Pfas. Prendiamo ad esempio le applicazioni di sigillatura, una categoria che si prevede utilizzerà 1,3 milioni di tonnellate di Pfas nei prossimi 30 anni. In secondo luogo, sono essenziali per mantenere l’approccio completo e olistico della proposta di restrizione (che è sempre stato l’obiettivo dei presentatori del dossier)”. Per la rete Chemsec, “L’estrema persistenza delle sostanze chimiche Pfas, unita alla loro eccezionale varietà di utilizzi, significa che l’unico modo per affrontare la crisi è “chiudere il rubinetto” con un approccio universale che copra tutti gli usi”.
L’intero processo di restrizione viene minato
Secondo la rete, un approccio così frammentato mina la trasparenza e l’intero processo della restrizione Pfas. Poiché i comitati scientifici non li includeranno nel loro parere, la Commissione Ue non avrà un quadro completo al momento di definire la proposta finale. “La Commissione dovrebbe considerarlo inaccettabile. Inoltre, contraddice chiaramente gli impegni presi nella Chemicals Strategy for Sustainability, che prevede l’eliminazione dei Pfas da tutti gli usi nell’Ue, consentendo solo quelli critici per la società laddove non esistano ancora alternative disponibili” aggiunge.
Così si premiano le industrie opache
Una decisione che, secondo Chemsec, “premia le industrie che hanno trattenuto informazioni nella consultazione pubblica. È totalmente inaccettabile. Dovrebbe essere il contrario. Echa afferma che le autorità in passato non avevano informazioni sui cosiddetti “ulteriori settori”, ma non è più così”. Le imprese che hanno guardato avanti e già investito nella sostituzione dei Pfas in queste otto categorie aggiuntive rischiano di venire penalizzate.
Esistono già alternative più sicure
“Per quanto riguarda il mercato, la decisione di Echa sembra ignorare completamente il fatto che alternative più sicure sono già disponibili per parte degli usi esclusi. Prendiamo i tessili tecnici come esempio: ChemSec ha dedicato lo scorso anno un intero webinar alle alternative più sicure per questa categoria” conclude Chemsec.









