
Gli alimenti transgenici non sono così sicuri come sostengono le multinazionali e i regolatori. A dirlo è Michael Antoniou, professore di genetica molecolare al King’s College di Londra, che da oltre 35 anni studia i meccanismi del Dna e i rischi legati a mais Ogm e pesticidi
In un’intervista rilasciata al portale statunitense Us Right to Know, Antoniou discute le evidenze scientifiche sui rischi per la salute legati al mais geneticamente modificato (Gm) e ai pesticidi, di come gli Ogm stiano cambiando in modi che aumentano i rischi sanitari e di come i sistemi di regolamentazione non siano riusciti a stare al passo con la genetica moderna.
L’esperto del King’s College
Il professor Michael Antoniou, responsabile del Gene Expression and Therapy Group al King’s College di Londra, studia da oltre 35 anni il funzionamento dei geni e le modalità con cui essi vengono alterati. I suoi decenni di rigorose ricerche indipendenti sui rischi degli alimenti Ogm e degli erbicidi a base di glifosato hanno sollevato serie preoccupazioni sulla sicurezza di queste tecnologie.
Le tre possibili fonti di effetti tossici
“Ci sono almeno tre possibili fonti di effetti tossici dal consumo non solo di mais Ogm, ma di alimenti Ogm in generale – spiega il professore – La prima è il prodotto del gene estraneo – il transgene. Nel caso del mais Ogm, le proteine insetticide, le tossine Bt, non hanno mai fatto parte integrante della dieta umana, soprattutto nella forma particolare in cui sono state ingegnerizzate nella pianta. Possono comportare un rischio di reazioni tossiche o allergiche. La seconda fonte è il processo di trasformazione Ogm – cioè il procedimento con cui un Ogm viene generato in laboratorio – che è altamente mutageno. Che cosa intendo? Inavvertitamente si creano danni non intenzionali al Dna della coltura, e buona parte di questi rimane nel prodotto finale commercializzato. Il pericolo è che il danno al Dna può alterare la funzione di molti geni, non solo di uno. Modificando i modelli di espressione genica dell’organismo, si cambia anche la sua biochimica e composizione, con la possibile produzione imprevista di nuove tossine e allergeni”.
Il ruolo dei pesticidi
Antoniou poi passa a descrivere la terza fonte: “A prescindere dalla coltura Ogm di cui parliamo, tutte sono coltivate con uno o più tipi di pesticidi, principalmente erbicidi come il glifosato. Quindi portano inevitabilmente residui di pesticidi, in particolare di glifosato, un’altra fonte di potenziale tossicità. Questi tre elementi sono dunque le principali fonti di rischio tossico dal consumo di mais Ogm, che il governo messicano ha contestato per le preoccupazioni legate alla salute”.
Come le autorizzazioni sono diventate obsolete
Negli Stati Uniti, la maggior parte di mais e soia è geneticamente modificata sia per resistere agli insetti (tossina Bt) che agli erbicidi. Antoniou spiega come questi Ogm a caratteri impilati accrescano i rischi legati ai cambiamenti del Dna: “È un punto molto importante. Nei primi anni, le colture Ogm di prima generazione contenevano una o due tossine Bt. Le valutazioni di sicurezza si basavano su questi caratteri singoli – una sola tossina Bt o la tolleranza al glifosato – e, giuste o sbagliate che fossero, vennero approvate con criteri comunque inadeguati. Col tempo, poiché gli insetti diventavano resistenti alle prime tossine Bt introdotte nel mais, le aziende hanno aggiunto più varianti di queste tossine – fino a sei in alcune varietà. Inoltre, non abbiamo solo geni tolleranti al glifosato, ma fino a tre geni di resistenza ad altri erbicidi. Ci si aspetterebbe che i regolatori dicessero: stiamo affrontando un prodotto completamente diverso, bisogna rivalutarlo da capo. Ma purtroppo non è successo. Si è semplicemente assunto che se un Ogm era stato approvato come sicuro con una o due tossine Bt, lo sarebbe stato anche con più caratteri combinati. Ma questa non è scienza, è solo un presupposto”.
Le valutazioni mai fatte
“Le valutazioni dirette della tossicità di queste varietà impilate di mais Gm non sono mai state condotte. Non è che siano stati fatti studi per dimostrarlo, si è solo evitato di fare veri test di rischio sanitario. Questo è molto preoccupante, perché già con le prime generazioni di Ogm – in particolare il mais contenente una o due tossine Bt – diversi studi ben condotti su animali da laboratorio, compresi alcuni dell’industria stessa, hanno mostrato segni di tossicità, soprattutto a carico di reni e fegato, ma anche del sistema immunitario e digerente” spiega il professore, “Nei 90 giorni di studi di alimentazione, anche nei dati industriali esaminati da vicino, si osservavano alterazioni biochimiche nel sangue indicative di disfunzioni epatiche e renali. Questo con il mais Bt a una o due tossine. Ora immaginiamo cosa possa accadere con sei diverse tossine Bt più la tolleranza a erbicidi multipli: il risultato è un alimento con più tossine e più residui di pesticidi, mai realmente testato per la tossicità. I regolatori hanno semplicemente dato per scontato che se un mais Bt o un mais tollerante al glifosato erano stati giudicati sicuri singolarmente, allora lo sarebbero stati anche combinati. Ma questa non è scienza, è pura speculazione”.
I rischi per la salute umana
La giornalista di Us Right to Know, Stacy Malkan, chiede: “Quali sono quindi le conseguenze per la salute umana? Ci sono prove che questi problemi stiano aumentando nelle popolazioni che consumano molti Ogm?”. Antoniou risponde: “Purtroppo non esistono studi epidemiologici sull’uomo che correlino direttamente il consumo di alimenti Ogm con effetti negativi sulla salute. Quindi non abbiamo una risposta certa. Tuttavia, ci sono solidi studi su animali che mostrano come le tossine Bt siano altamente immunogeniche, cioè capaci di stimolare una forte risposta immunitaria. Non sorprende quindi che ci siano stati casi, come quello del mais StarLink negli Stati Uniti, in cui persone abbiano riportato reazioni allergiche dopo il consumo. Negli Usa, intolleranze e allergie alimentari sono aumentate vertiginosamente negli ultimi decenni, in coincidenza con la diffusione degli Ogm. Non sappiamo se ci sia un nesso diretto, ma la possibilità esiste. Alcuni pediatri riferiscono miglioramenti nei bambini con intolleranze dopo il passaggio a diete biologiche. La questione se la causa siano gli alimenti Ogm o i residui di pesticidi rimane aperta”. Un presupposto dei regolatori era che le tossine Bt si sarebbero degradate durante la digestione, senza effetti. Ma si è scoperto che possono sopravvivere al processo digestivo ed essere rilevate nel sangue umano, con potenziali reazioni immunitarie e allergiche.
Gli effetti tossici delle miscele di pesticidi
L’esperto poi passa a occuparsi degli effetti tossici delle miscele di pesticidi: “Abbiamo condotto uno studio nutrendo ratti con una miscela di glifosato, 2,4-D e dicamba, dall’inizio della gravidanza fino a 13 settimane dopo lo svezzamento. L’esposizione era a livelli pari alla dose giornaliera accettabile per ciascun erbicida stabilita dall’Unione europea. Nonostante ciò, abbiamo osservato danni da stress ossidativo al fegato e danni ancora più evidenti ai reni. Stiamo ancora analizzando in dettaglio gli effetti sull’intestino di questi animali, ma i risultati preliminari non sono positivi. Ciò dimostra che i regolatori non considerano adeguatamente la tossicità combinata: nella vita reale non siamo esposti a una sola sostanza alla volta, ma a miscele di decine di pesticidi e altre sostanze tossiche. È indispensabile che la regolamentazione consideri queste esposizioni cumulative, e non solo la singola sostanza come il glifosato“.
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