Lo Stato francese condannato per la contaminazione da pesticidi

CIPERMETRINA PESTICIDI

La Corte d’appello di Parigi ha condannato lo Stato francese per contaminazione da pesticidi. Oltre 2.500 prodotti saranno rivalutati. Una vittoria storica per associazioni ambientaliste e biodiversità, che rafforza il principio di precauzione europeo

La Corte amministrativa d’appello di Parigi ha confermato che lo Stato francese è responsabile della «contaminazione generalizzata, diffusa, cronica e duratura delle acque e dei suoli» dovuta all’uso dei pesticidi. Si tratta di una decisione storica, arrivata il 3 settembre 2025, due anni dopo la prima condanna in tribunale amministrativo (29 giugno 2023).

Il caso, noto come “Justice pour le Vivant”, era stato portato avanti da cinque associazioni ambientaliste: Pollinis, Notre affaire à tous, Biodiversité sous nos pieds, l’Associazione nazionale per la protezione delle acque e dei fiumi – Truite-Ombre-Saumon (Anper-Tos) e l’Associazione per la protezione degli animali selvatici (Aspas).

Lo scorso 5 aprile, a Parigi, si era già svolta una manifestazione anti-pesticidi chiamata «Printemps bruyant», che aveva contribuito a mantenere alta l’attenzione su questa battaglia.

La colpa dell’Anses e la violazione del regolamento europeo

Nella sua ordinanza, la corte ha riconosciuto l’esistenza di un «danno ecologico derivante dall’uso dei prodotti fitosanitari», con ripercussioni dirette anche sulla salute umana. Al centro della vicenda c’è l’Anses (Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria), incaricata di valutare e autorizzare l’immissione sul mercato dei pesticidi.

Secondo i giudici, l’agenzia ha commesso una colpa «non procedendo alla valutazione dei prodotti fitosanitari alla luce delle più recenti conoscenze scientifiche».

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I protocolli di valutazione, infatti, non hanno considerato la tossicità cronica (l’esposizione a piccole dosi sul lungo periodo), gli effetti sub-letali (problemi di mobilità, riproduzione, memoria…) e i cosiddetti effetti cocktail (risultanti dal mescolamento di più sostanze). Lo ha sottolineato anche Dorian Guinard, docente di diritto pubblico all’Università Grenoble-Alpes e membro dell’associazione Biodiversité sous nos pieds, in un’intervista al giornale francese Vert.

Un riesame per oltre 2.500 pesticidi

La corte ha ordinato un riesame delle autorizzazioni all’immissione sul mercato già concesse e non conformi agli standard, da effettuarsi entro 24 mesi. Inoltre, ha intimato all’Anses di aggiornare i propri metodi di valutazione dei rischi alla luce delle più recenti evidenze scientifiche.

Secondo Guinard, oltre 2.500 prodotti potrebbero dover essere rivalutati in Francia: «Bisognerà verificare al più presto che rispettino davvero il principio di precauzione».

Effetti sulle specie non bersaglio

Un aspetto fondamentale della sentenza riguarda le specie non bersaglio, cioè quelle che i pesticidi non dovrebbero colpire. A inizio 2025, uno studio su 471 pesticidi ha evidenziato effetti negativi su 800 specie non destinate a essere interessate dal trattamento (notre article).

Per Mathis Buis, responsabile campagne di Pollinis, «si tratta di una vittoria giudiziaria rivoluzionaria per la biodiversità. Consentirà di ritirare dal mercato centinaia di pesticidi o di impedirne la commercializzazione».

Guinard ha precisato: «Non è un ricorso contro gli agricoltori. Si tratta di allineare il diritto francese a quello europeo e di rimettere la scienza al centro del discorso giuridico».

Una decisione più forte della prima sentenza

In primo grado, nel 2023, il tribunale amministrativo si era limitato a intimare al governo di «adottare tutte le misure utili per riparare il danno ecologico». Le associazioni avevano fatto appello proprio per colmare le lacune nei metodi di valutazione dei rischi dei pesticidi – obiettivo raggiunto con la decisione della Corte d’appello.

Ora i promotori della causa invitano il governo a rispettare la sentenza senza ricorrere al Consiglio di Stato, la più alta giurisdizione amministrativa. Al momento, il ministero della Transizione ecologica non ha ancora commentato la decisione e non ha chiarito se lo Stato intenda fare ricorso in cassazione.

Una svolta per la politica ambientale

La sentenza potrebbe avere un impatto enorme sul futuro della regolamentazione dei pesticidi in Francia ed è già considerata un punto di svolta dalle associazioni ambientaliste. Non solo per i possibili ritiri di prodotti dal mercato, ma anche perché afferma con chiarezza l’obbligo dello Stato di rispettare la scienza e il principio di precauzione.

Come sottolinea Vert, si tratta di «una vittoria rivoluzionaria» che potrebbe influenzare anche le politiche europee in materia di pesticidi.