
In Svizzera la maggioranza dei bambini porta smartwatch alle elementari. Un test su 11 modelli ha rivelato gravi falle di sicurezza, rischi di sorveglianza nascosta e privacy compromessa. Ecco i pochi dispositivi risultati affidabili
In Svizzera, ormai, la maggior parte dei bambini delle scuole elementari indossa uno smartwatch al polso. Questi dispositivi, nati come versioni semplificate di uno smartphone, permettono di telefonare, inviare messaggi, effettuare videochiamate e, grazie al GPS integrato, consentono ai genitori di sapere in ogni momento dove si trova il figlio. Una comodità che però nasconde insidie non da poco, come ha dimostrato un’inchiesta condotta dal mensile dei consumatori svizzeri K-Tipp, in collaborazione con la società di sicurezza informatica Compass Security.
Undici smartwatch sotto la lente
Gli esperti hanno testato undici modelli di smartwatch per bambini, con prezzi che andavano dai 55 franchi (circa 60 euro) dei dispositivi cinesi fino ai 280 franchi (quasi 300 euro) dell’Apple Watch SE. Nel mezzo, prodotti come l’Anio (159 franchi) e lo Xplora (155 franchi).
I risultati sono tutt’altro che rassicuranti:
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Sei modelli hanno permesso ai ricercatori di ascoltare di nascosto chi indossava l’orologio, tramite l’app collegata allo smartphone dei genitori.
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Un modello cinese, la Okyuk Children’s Smartwatch (55 franchi), ha addirittura consentito di avviare videochiamate segrete, trasformandosi di fatto in uno strumento di sorveglianza ambientale.
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Alcuni dispositivi, come Swgota o Look Me! 3, utilizzano l’app “SeTracker”, che tramite la funzione “Sound Guardian” abilita chiamate-spia invisibili sul display dell’orologio.
Il problema della privacy
La Germania ha già vietato questi orologi-spia dopo che alcuni genitori li avevano usati per monitorare gli insegnanti durante le lezioni. In Svizzera, invece, non esiste ancora un divieto esplicito, anche se l’autorità federale per la protezione dei dati ricorda che registrare o ascoltare conversazioni private senza consenso è reato. In Italia, invece, la normativa ministeriale vieta l’uso dello smartphone, ma non menziona espressamente lo smartwatch
Dal test svizzero emergono gravi vulnerabilità informatiche:
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Due modelli, lo Xplora XGO3 Kids e il TCL Movetime Family Watch, hanno trasmesso dati non criptati, rendendo leggibili informazioni sensibili come la password del Wi-Fi.
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L’app “SeTracker” utilizza di default la sequenza 123456 come password di configurazione, una falla che in passato ha già permesso a malintenzionati di hackerare orologi di bambini.
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In un caso, un server del produttore cinese è stato trovato compromesso con una backdoor inserita da un hacker.
Chi vende e chi si ferma
Dopo l’inchiesta, catene come Digitec Galaxus e Media Markt hanno annunciato lo stop alla vendita dei modelli incriminati, mentre Interdiscount ha scaricato la responsabilità sui produttori e Amazon ha dichiarato di aver avviato verifiche, pur continuando a commercializzarli.
Quali modelli risultano sicuri
Secondo K-Tipp, solo tre smartwatch hanno superato i test senza falle: Apple iWatch SE, Xplora X6 e Anio 5s, che hanno trasmesso i dati criptati e dichiarato conformità alle norme europee e svizzere sulla protezione dei dati.
Sorveglianza eccessiva?
Resta un interrogativo più ampio: è giusto monitorare costantemente i bambini tramite GPS? Per l’Incaricato federale per la protezione dei dati la risposta è chiara: “Anche i bambini hanno diritto alla privacy, e un controllo permanente da parte dei genitori è sproporzionato”.
Va detto che nelle scuole svizzere, così come in quelle italiane, sempre più dirigenti invitano a lasciare gli smartwatch fuori dalle aule, perché distraggono, disturbano le lezioni e rischiano di trasformarsi in strumenti di sorveglianza non autorizzata.






