Prometteva un guadagno facile ed elevato in cambio di un investimento iniziale molto basso. Per questo l’Antitrust ha multato per un importo pari a 2.595.000 euro la società che vendeva la criptomoneta OneCoin. La sanzione è solo il provvedimento finale di un’indagine avviata nel 2016 e che ha visto come step intermedio la sospensione delle attività della società .
Facili guadagni (ma falsi)
Secondo l’Antitrust, l’attività promozionale fosse incentrata sulla promessa che il consumatore, dopo aver acquistato un pacchetto di formazione, potesse ottenere i OneCoins (attraverso un processo di trasformazione della moneta grezza denominato mining) e che successivamente tali monete virtuali avrebbero incrementato il loro valore in ragione della loro diffusione, tutti elementi che non hanno trovato riscontro nel corso del procedimento. La proposta commerciale di One Life quindi era basata sulla prospettazione, falsa, di ingenti guadagni: ad esempio, l’acquisto del pacchetto da € 27.530 avrebbe consentito di ottenere un controvalore di € 3.000.000 dopo solo due anni dall’adesione al programma.
Una vendita piramidale fasulla
La diffusione di OneCoin avveniva attraverso un sistema di vendita piramidale dal momento che il reclutamento di nuovi consumatori rappresentava il fine esclusivo dell’attività di vendita e veniva fortemente incoraggiato attraverso il riconoscimento di svariati bonus, unica effettiva e reale remunerazione del programma. L’acquisto del kit di formazione infatti celava la fee d’ingresso necessaria per entrare nel sistema e convincere altri consumatori della bontà del prodotto. In realtà la criptomoneta OneCoin, di cui non è stato possibile verificare l’esistenza e la consistenza, era il pretesto per un sistema che aveva esclusivamente come obbiettivo (e si sosteneva attraverso) l’inserimento di altri consumatori.