Tra gennaio e marzo 2015 il Libretto Smart è stato pubblicizzato attraverso messaggi poco trasparenti. Ad esempio si prometteva un tasso annuo dell’1,5%, omettendo le particolari condizioni per ottenerlo, in assenza delle quali si applicava un tasso base dello 0,15%
Oltre mezzo milione di euro di multa a Poste Italiane per pratica commerciale scorretta relativa al prodotto “Libretto Smart”. E’ la sanzione decisa dall’’Antitrust che riapre una vicenda su cui era già intervenuto il Consiglio di Stato, annullando la multa. L’Autorità conferma la multa di 540mila euro, contestando all’azienda alcuni messaggi scorretti comunicati ai consumatori nell’ambito della campagna pubblicitaria messa in atto tra gennaio e marzo 2015. I messaggi, poco trasparenti rispetto alle reali caratteristiche dell’offerta, sono stati diffusi attraverso i giornali, spot video, sito internet di Poste Italiane, e l’invio di 643.000 email e SMS ai clienti Bancoposta, nonché volantini e locandine.
Nei messaggi si parlava di un tasso annuo lordo dell’1,50%, garantito dallo stato italiano, a zero spese e zero commissioni, con la possibilità di effettuare “trasferimenti facili dal conto corrente”. Altre informazione circa il periodo di applicazione del tasso e alcune delle condizioni per ottenerlo erano scritte in piccolo o si potevano leggere soltanto cliccando sulla ulteriore scritta “scopri di più”.
In realtà, come verificato dall’Antitrust, il libretto Smart emesso da Cassa Depositi e Prestiti, prevede “tassi premiali” per un certo lasso temporale, riconosciuti se sono soddisfatte numerose e articolate condizioni. L’evoluzione dei tassi premiali e delle condizioni per ottenerli è definita allo scadere di ogni “edizione” del libretto da Cassa Depositi e Presiti e, le varie edizioni del prodotto sono state caratterizzate da diverse condizioni economiche, anche a seconda della data di apertura del libretto e facendo differenza tra nuova liquidità e somme già presenti.
Per i libretti Smart emessi da gennaio 2015, a cui si riferiscono i messaggi oggetto del procedimento, il tasso pubblicizzato dell’1,50% è il “tasso premiale” applicato fino al 30 giugno 2015 e non su tutte le somme, ma solo su quelle versate entro il 31 marzo 2015. Inoltre dovevano essere rispettate una serie di “condizioni premiali”, tra cui un saldo giornaliero almeno pari al 90% del saldo iniziale” e l’attivazione di una carta elettronica (carta Libretto), secondo alcune procedure. In assenza di queste condizioni il tasso riconosciuto era quello base dello 0,15%.
Secondo l’Autorità la pratica messa in atto da Poste Italiane è stata caratterizzata da un elevato grado di offensività, in quanto suscettibile di falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dell’ampio numero di consumatori interessati, tra i 100.000 e 500.000, per un controvalore della raccolta di 1-5 miliardi di euro.