Acqua insaporita l’ultima “follia”

ACQUA INSAPORITA

Una bustina da aggiungere in borraccia o bottiglia per assicurare il gusto pesca, mela, cola. È la nuova frontiera di un mercato per rendere più abbondante e piacevole quanto beviamo. Ma a che prezzo? Ce lo spiega Dario Vista, nutrizionista e tecnologo alimentare, nel nuovo numero del Salvagente

Bere acqua, per quanto possa sembrare un’operazione semplice, diventa spesso un problema: vuoi per dimenticanza, vuoi per repulsione. Questo rende un’impresa raggiungere il fabbisogno minimo di idratazione in relazione alle diverse situazioni quali sport, ritenzione o semplicemente il soddisfacimento del bilancio idrico dell’organismo.
Esistono però svariate soluzioni per rendere l’acqua più “appetibile” in modo tale da poterla assumere nella quantità adeguata e nel parliamo nel nuovo numero in edicola e digitale del Salvagente.
Gli insaporitori sono in genere bustine che si disciolgono in quantitativi più o meno di grandi di acqua modificandone il gusto ma non apportando alcun nutriente (o forse no!), ma purtroppo tante altre sostanze più o meno sgradite.

Vuoi leggere tutti i nomi e i risultati del test del Salvagente? Clicca sul pulsante verde qui in basso e acquista la tua copia del giornale

Sì, voglio acquistare il numero del Salvagente!

Uno dei prodotti più diffusi tra gli insaporitori è il Bolero, una bustina contenente 8-9 grammi di polvere che secondo le indicazioni riportate andrebbe disciolta in 1,5 litri di acqua. Esistono davvero tantissimi gusti, ma prendiamo per esempio la composizione di un classico come la mela. Una bustina di Bolero Mela contiene come principale ingrediente, oltre agli acidificanti per la conservazione (acido citrico e malico), le maltodestrine.
Il valore nutrizionale dichiarato in carboidrati è di 0,12 g per 100 ml, quindi una bottiglia da 1,5 litri di acqua aromatizzata apporta circa 2 grammi di carboidrati; le maltodestrine sono annoverate tra i carboidrati e non tra gli zuccheri, ma non dimentichiamo che rilasciano glucosio con un indice glicemico molto alto, tanto da poter essere paragonate nutrizionalmente a zuccheri.
A rendere il prodotto ancora più dolce vengono in aiuto anche gli edulcoranti: acesulfame K, sucralosio e glicosidi steviolici, sostanze che non fanno salire la glicemia ma se abusati posso comportare problemi gastrointestinali e alterare il controllo glicemico e la risposta insulinica e sono sospettati di effetti anche più gravi (come ben sanno i nostri lettori); teniamo conto che in questo caso abusare è facile, visto che l’obiettivo degli insaporitori è far bere tanto (quindi “abusare” di acqua).
Stesso discorso vale per gli addensanti: gomma di guar e gomma arabica che in caso di eccesso possono alterare il transito intestinale e causare meteorismo. Gli addensanti vengono utilizzati perché la variazione di consistenza, non solo il sapore, rende l’acqua più appetibile.
Completano la lista degli ingredienti: aromi naturali, citrato trisodico come ulteriore regolatore di acidità, fosfato tricalcico come distaccante per non creare grumi nella polverina di Bolero, acido ascorbico come antiossidante e infine concentrato di mela come colorante.
Nei diversi gusti cambiano aromi e coloranti ma spesso anche le composizioni variano a livello quantitativo.
Ad esempio se prendiamo in considerazione i Bolero Ice Tea, al gusto di tè alla pesca, i carboidrati per 100 ml sono 0,5 grammi, quindi una bottiglia da 1,5 litri apporta 7,5 g carboidrati anziché 2 come nel precedente esempio.
Esiste poi un altro formato in stick da 3 g che differentemente dalle bustine da 8-9 grammi aromatizza solo mezzo litro di acqua. Una bustina da 3 g, ad esempio di Passion Fruit, contiene 1,3 grammi di carboidrati; l’equivalente per 1,5 litri di acqua aromatizzata è di 3,9 g di carboidrati anziché 2 come nel primo esempio. Un suggerimento per chi non riuscisse a fare a meno di Bolero è non rispettare la diluizione indicata sulla confezione, ma usare una bustina da 8-9 grammi per aromatizzare una tanichetta da 5 litri di acqua; l’insaporimento è garantito e le sostanze sgradite ridotte.

Waterdrop, Wowter e Pod

Un’altra linea di insaporitori ultimamente in voga è Waterdrop. La prima differenza rispetto a Bolero è l’assenza di maltodestrine, cosa che rende il prodotto a zero carboidrati e quasi a zero calorie. Mancano poi anche gli addensanti, mentre non si può fare a meno dell’edulcorante che in questo caso sono solo i glicosidi steviolici, un prodotto naturale, ma che comunque ha gli stessi effetti collaterali dei dolcificanti di sintesi in caso di abuso. Nella versione Boost, il Waterdrop vuole fungere anche in parte da integratore, riportando nella composizione vitamina C, B6 e B12… ma si tratta di quantità davvero trascurabili. Si potevano evitare i pleonastici claims: vegan, senza Ogm e senza glutine.
Un ultimo insaporitore è un made in Italy e si chiama Wowter. Vanta di essere senza zuccheri, ma come Bolero, contiene maltodestrine tra i primi ingredienti. Oltre alle maltodestrine troviamo anche il destrosio, che altro non è che un sinonimo di glucosio, lo zucchero più semplice. Wowter non contiene addensanti, ma il diossido di silicio come antiagglomerante. Infine nei gusti Cola e Tè al limone/pesca spunta il tanto discusso caramello solfito ammoniacale (E150d) come colorante.
Infine l’ultima trovata dell’industria è il pod che posto sulla borraccia sfrutta l’olfatto retronasale per fingere l’aromatizzazione dell’acqua. Stiamo parlando di Air-up che non fa ingerire alcuna sostanza diversa dall’acqua ma che secondo alcuni può influire sul comportamento alimentare inducendo i giovani a preferire in futuro bibite zuccherate al posto dell’acqua.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023