Spinetta Marengo, nel fiume Bormida trovate altre sostanze da Pfas, Cnr: “Servono nuove analisi anche sul cibo”

pfas

Il Cnr chiede nuove analisi per approfondire la presenza di alcune sostanze, tra cui il Tfa associato anche ai pesticidi Pfas, nel fiume Bormida, a valle del polo industriale Syensqo (ex Solvay) di Spinetta Marengo, in Piemonte

 

Il Cnr chiede nuove analisi per approfondire la presenza di alcune sostanze, tra cui il Tfa, associato anche ai pesticidi Pfas, nel fiume Bormida, a valle del polo industriale Syensqo (ex Solvay) di Spinetta Marengo, in Piemonte. A esporre la necessità la ricercatrice Sara Valsecchi dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr, durante una relazione in Commissione Sicurezza e Ambiente del Comune di Alessandria. 

I composti trovati

Come ha riferito la ricercatrice al termine dei campionamenti a monte, in corrispondenza e a valle dello scarico di Solvay, oltre ai Pfas già noti e prodotti dal polo chimico – l’adv e il c6o4 – sono stati rinvenute “tre miscele di composti e tre composti, potrebbero essere prodotti che si generano durante le sintesi dell’Aquivion (il materiale innovativo utilizzato da Syensqo, il cui impianto è stato inaugurato ad aprile 2023. Tra i composti rilevati anche il Tfa, che è un prodotto di degradazione altamente persistente dei pesticidi Pfas e dei gas F.

“Servono nuove analisi su vegetali e uova”

l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnrr ha fatto alcune richieste, come riportato da Radio Gold Alessandra che ha trascritto l’intervento: “Contattare Syensqo per ottenere gli standard analitici o le miscele tecniche (nel caso gli standard non siano disponibili) per svolgere analisi aggiuntive. Una volta che è confermata la presenza di queste sostanze nello scarico occorrerebbe ampliare le analisi dei vegetali e delle uova e del biomonitoraggio umano sui pfas con i nuovi composti. Consigliamo anche di effettuare il biomonitoraggio umano Pfassia nel sangue che nelle urine per individuare i Pfas a cui la popolazione può essere esposta, sia quelli bioaccumulabili sia quelli rapidamente eliminati per escrezione renale. Infine bisognerebbe chiedere che Syensqo renda pubblici i dossier tossicologici di queste nuove sostanze e dei composti utilizzati in passato e in uso, in suo possesso”.

Il problema per le analisi dovuto ai dati incompleti formiti da Solvay

Sui Pfas adv e C6o4 il Cnr-Irsa ha chiesto a Solvay  i rispettivi standard. Sul c6o4, ad esempio, parte dei dati si possono vedere già sul sito dell’Agenzia Europea per le sostanze chimiche, dove Syensqo ha registrato il prodotto. “Sono presenti i dati aggregati non grezzi, ma sono di proprietà di Syensquo e non possono essere utilizzati. Occorre una condivisione pubblica dei dati. Ho chiesto i dossier tossicologici tempo fa, mi hanno chiesto come venivano utilizzati – spiega Valsecchi – Sia per il c6o4 e che per adv sono stati messi gli standard analitici ma non possiamo utilizzarli per fare altri test: per questo è fondamentale avere i dossier tossicologici. Manca il materiale per fare ulteriori test, è possibile farlo solo per il controllo delle matrici ambientali”. 

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La differenza tra i diversi prelievi a monte e a valle dello scarico industriale

Valsecchi poi precisa cosa il Cnr-Irsa ha tratto dal confronto tra prelievi svolti in diverse fasi: “Abbiano fatto campionamenti a monte e a valle del Bormida. C’è una differenza e si vede benissimo come le concentrazioni di Pfas siano molto più basse prima dello scarico. I nostri dati sono in linea con quelli di Arpa, troviamo gli stessi livelli di contaminazione rinvenuti da Arpa”, ma chiarisce “Dal 2020 al 2021 abbiamo riscontrato una notevole diminuzione di concentrazioni di Pfas nelle acque dello scarico, grazie all’applicazione della legge regionale che ha posto dei limiti. I livelli possono variare a seconda della portata del fiume, più aumenta di portata e più si diluiscono. Abbiamo riscontrato un deciso aumento di carico dei Pfas nella Bormida dopo lo scarico del polo chimico, così anche nel Tanaro e nel Po”.

Concentrazioni alte in pesci e uova

Valsecchi ricorda anche come negli studi precedenti, nei pesci erano state rilevate  “concentrazione elevatissime e veramente importanti di Pfas, fino a 3 mila microgrammi/chilo”. Per dare un metro di paragone, nei pesci nei laghi di Garda o di Iseo “non arrivano a 50 microgrammi/chilo”, così come gli studi sulle uova di uccelli selvatici hanno riscontrato la presenza di “molto Pfoa nella uova prese vicino allo scarico Solvay nella Bormida. Anche a 15 km dal sito, nella zona di Valenza, sono emerse concentrazioni fino a 100 volte maggiori rispetto alle uova di uccelli selvatici rinvenute fuori regione”.