Le spezie, il linguaggio del gusto

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Pubbliredazionale in collaborazione con Italpepe

In occasione della celebrazione dei 90 anni di Alfonso Vitaletti, l’azienda storica italiana di spezie Italpepe ha presentato il risultato di un complesso ed articolato lavoro di ricerca sulle spezie che ha portato alla prima certificazione della qualità organolettica delle stesse.

Cercare di diffondere la cultura delle spezie, l’unicità di ognuna, trasferire i significati più profondi che esse racchiudono al loro interno, è cercare di fornire gli strumenti a tutti per poter apprezzare al meglio i prodotti, in ogni loro sfumatura. Conoscere l’aroma ed il gusto delle spezie, significa essere in grado di apprezzare a pieno il lavoro e la maestria di chi propone prodotti di alta qualità. Qualità, tradizione ed innovazione sono i valori del Made in Italy e delle aziende che rappresentano il nostro Paese nel mondo.

In occasione della celebrazione dei 90 anni di Alfonso Vitaletti, l’azienda storica italiana di spezie Italpepe  ha presentato il risultato di un complesso ed articolato lavoro di ricerca sulle spezie che ha portato alla prima certificazione della qualità organolettica delle stesse. Un lavoro che è alla base di un nuovo modo di comunicare nel mondo delle spezie. Non più informazioni su come si possono usare in cucina, sulla loro provenienza, su una fantomatica qualità “gourmet”, che in realtà suona come qualcosa di puramente commerciale supportata da qualche influencer e testimonial in voga, ma un’attività di divulgazione dell’attività di ricerca che c’è dietro, per condividere con tutti le potenzialità che hanno, al di là della cucina. La scelta davanti lo scaffale, all’interno di uno store specializzato o sul canale online, non deve essere dettata più solo dall’impulso, bensì dalla consapevolezza di quello che stiamo acquistando e scegliendo. È fondamentale conoscere la materia prima, il suo profilo organolettico, la sensazione che conferisce al piatto per capire se quella spezia o quell’erba aromatica può esprimere all’interno del prodotto che sto creando, sia esso un piatto o una fragranza, l’emozione che voglio esprimere. Solo creando questo tipo di sensibilità e consapevolezza si può dare reale contributo per utilizzare le spezie come una tavolozza di sensazioni con cui creare e leggere il mondo circostante.

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La ricerca

Il gruppo di ricerca dell’Università di Pisa, coordinato dalla Prof.ssa Francesca Venturi, ha studiato ed analizzato le spezie attualmente in commercio. Insieme alla Vitaletti Academy ha identificato quelle che sono le componenti volatili che caratterizzano ogni referenza.

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Dal confronto tra i vari professionisti dell’Academy, i docenti, i ricercatori, il Centro Studi Assaggiatori di Brescia, i docenti di Good Senses, è stato definito uno standard sensoriale Italpepe che garantisce che il prodotto, oltre ad aver superato il controllo imposto dai massimi standard di qualità, sia anche un prodotto conforme al profilo organolettico ritenuto eccellente. I prodotti sono inoltre sottoposti al controllo dell’Istituto delle Eccellenze Italiane, il quale li certificherà in quanto conformi al profilo sensoriale identificato come eccellente nell’anno in corso.

Un’attenzione alla qualità sensoriale dei prodotti che l’azienda ha deciso di tutelare e garantire facendo conseguire a tutti i suoi dipendenti coinvolti nel processo di selezione, controllo, confezionamento e conservazione della materia prima, la qualifica di “Giudice qualificato” in analisi sensoriale dei prodotti. Tutti i dipendenti Italpepe oggi vengono costantemente coinvolti nelle attività di formazione portate avanti dalla Vitaletti Academy.

Qualità, tradizione e innovazione i valori del Made in Italy

In occasione del Cibus 2024 Italpepe in collaborazione con Lavazza – Training Center, Amedei, Carpigiani Gelato University, Meat School, Cantine Santi, accompagnata dai mastri pasticceri Moreno Panzini ed Attilio Servi, ha raccontato in chiave totalmente innovativa il suo mondo, non fatto di semplici spezie, ma di emozioni e sfumature. Le spezie infatti vivono nella loro essenza anche in prodotti che non le contengono, come ad esempio i vini. L’affinamento, le lavorazioni e la maestria degli enologi, conferiscono al vino note speziate che riconosciamo chiaramente, anche se all’interno non sono contenute. Al contrario, possono essere quell’ingrediente che consente a un professionista di portare innovazione e dare personalità, senza mettere in discussione la tradizione.

L’obiettivo delle masterclass è infatti proprio quello di raccontare come i prodotti di alta qualità della nostra cultura, possono essere ripensati in chiave innovativa. La tradizione non è l’antitesi dell’innovazione. Per fare innovazione bisogna conoscere approfonditamente la tradizione e partire da lì.