Secondo un rapporto confidenziale della Direzione generale della concorrenza, del consumo e controllo delle frodi francese, sulla casa automobilistica Renault pesa il sospetto di “strategia fraudolente” per aver sistematicamente falsato – per gli ultimi 25 anni – le prove sulle emissioni inquinanti dei suoi motori. Liberation e l’agenzia France Press sono venuti a conoscenza del contenuto di questo documento interno che Franceinfo ha riassunto in 5 punti
- Qual è l’accusa a Renault?
Dopo la vicenda delle emissioni truccate che nell’autunno 2015 ha coinvolto Volkswagen, il governo francese ha affidato un’indagine alla Direzione generale della concorrenza, del consumo e controllo delle frodi (DGCCRF). L’obiettivo: far luce sulle emissioni inquinanti di tutte le marche di auto vendute in Francia. La conclusione cui giunge la Direzione è che “Renault sta ingannando i consumatori in materia di controlli tra cui controllo regolamentare l’approvazione delle emissioni di sostanze inquinanti”. Il documento della Direzione mostra “differenze significative tra le prestazioni di alcuni motori Renault durante i test di laboratorio e quando usato in condizioni reali”. Da qui il sospetto  che la casa automobilistica “installa di un dispositivo fraudolento che modifica in particolare il funzionamento del motore per ridurre le emissioni di NOx (ossidi di azoto) in condizioni specifiche della prova di omologazione”. Secondo la Direzione, questa pratica va avanti dal 1990.
2. Quanti veicoli sono coinvolti?
La stima è di 900 mila autovetture i cui test di omologazione potrebbero essere stati falsati. Impossibile sapere con certezza i modelli e le date di commercializzazione. Tuttavia, l’ipotesi più accreditata è che i modelli più nel mirino sono la Renault Captur e Clio IV.
3. Come ha reagito Renault?
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Ai primi di febbraio l’amministratore delegato Carlos Ghosn ha respinto tutte le accuse: “Non c’è nessun imbroglio”.
4. Ci sono altri produttori nel mirino?
L’indagine affidata alla Direzione ha l’obiettivo di fare luce su tutte le case automobilistiche che commercializzano in Francia, quindi è estesa anche a Fiat Chrysler e Psa,  il gruppo che possiede le case automobilistiche Citroen e Peugeot. Tuttavia, se nei confronti di Renault è stata avviata un’indagine giudiziaria da parte del procuratore di Parigi, per Psa e Fiat Chrysler non ci sono iniziative del genere.
5. Cosa possono fare i consumatori?
Diverse associazioni che tutelano i consumatori, come UFC-Que Choisir, si sono iscritte al processo come parte civile. Anche gli avvocati stanno raccogliendo decine di segnalazioni da parte di presunte vittime dell’imbroglio. Il gruppo Renault, intanto, potrebbe ricevere una multa pari al 10% del suo fatturato annuo o 3,5 miliardi di euro.