Pesticide Action Network Europe e l’organizzazione ambientale Global 2000 – Friends of the Earth Austria rivelano nel loro rapporto “Taking Aim with a Blindfold on” come un gruppo di Stati membri sta cercando di impedire la raccolta di dati su uso di pesticidi da parte degli agricoltori per boicottare la stretta sui fitofarmaci.
Un incontro cruciale
Questo avviene all’inizio dell’incontro sul regolamento sulle statistiche sugli input e output agricoli (proposta Saio). Se la posizione del Consiglio Ue prevale, gli obiettivi importanti del Green Deal europeo non saranno raggiunti, spiegano le associazioni, secondo cui “ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi del 50% entro il 2030 è una misura fondamentale per fermare la perdita di biodiversità e proteggere la salute delle persone nell’ambito del Green Deal europeo”. Tuttavia, mancano dati significativi su quali pesticidi vengono utilizzati dove, quando e in quali quantità per produrre il nostro cibo. Ecco perché la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento Saio nel febbraio 2021.
Cosa chiede la proposta
La proposta richiederebbe agli Stati membri di presentare a Eurostat statistiche sull’uso dei pesticidi su base annuale (anziché ogni cinque anni come avviene attualmente),
raccogliere questi dati dai registri aziendali esistenti sull’uso di pesticidi (invece di indagini volontarie basate su un campione più o meno rappresentativo di aziende agricole),
e che le aziende agricole conservino e trasmettano elettronicamente i loro registri in futuro (cosa che è già una pratica frequente).
I paesi che “remano contro”
“Mentre il Parlamento europeo ha preservato e migliorato gli elementi chiave della proposta Saio relativa ai dati sui pesticidi, gli Stati membri in seno al Consiglio hanno diluito la proposta in molti modi di vasta portata. Se la posizione del Consiglio prevale, sarà letteralmente impossibile monitorare l’obiettivo di riduzione dei pesticidi dell’Ue entro il 2030″ accusa Pan Europe. I documenti di queste riunioni non pubbliche del Consiglio ottenuti da Pan Europe e Global 2000, invocando il loro diritto di accesso ai documenti dell’Ue, rivelano che queste diluizioni sono state in gran parte guidate da un gruppo di dieci Stati membri. Questi avevano coordinato tra loro i loro emendamenti (per lo più distruttivi) alla proposta della Commissione. Questo “Gruppo dei Dieci” comprendeva Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia e Spagna. Un numero relativamente ampio di Stati membri, a sua volta, ha inizialmente accolto favorevolmente la proposta della Commissione e ha espresso poche o nessuna obiezione. Alla fine, è stata un’ampia maggioranza ad adottare la posizione annacquata del Consiglio, tra cui l’Italia.
Una corsa al ribasso
“A porte chiuse, gli Stati membri hanno combattuto una corsa al ribasso”. spiega Natalija Svrtan, ricercatrice di Pan Europe “Qualsiasi suggerimento di uno Stato membro di annacquare la proposta della Commissione è stato sistematicamente accettato dal resto del Consiglio. È vergognoso che il Consiglio agisca in modo così distruttivo su un’importante legislazione sulla biodiversità. In questo modo non saremo in grado di risolvere le grandi sfide della crisi della biodiversità in Europa”.
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Solo Germania e Austria si sono opposti
Solo Germania e Austria hanno votato contro questo mandato del Consiglio, due paesi che in precedenza erano stati in prima linea nell’annacquare il processo come membri del “Gruppo dei Dieci”. Nel caso della Germania, il cambio di posizione è avvenuto con il recente cambio di governo; nel caso dell’Austria, i motivi sono meno chiari. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che il summit inizierà il 3 febbraio e che le posizioni del Consiglio e del Parlamento sono molto distanti.
“Affinché al termine dei negoziati esca una legge che fornisca dati utili sull’uso dei pesticidi, il Consiglio dovrà avvicinarsi al Parlamento”, spiega Helmut Burtscher-Schaden, Biochimico di Global 2000 e uno degli autori del rapporto. “Il fatto che la Francia, Paese che non è stato attivamente coinvolto nell’annacquamento, ora mantenga la Presidenza del Consiglio è un vantaggio. È anche un vantaggio che la Germania, paese che era in prima linea nel sabotare la proposta legislativa, ora agisca in modo costruttivo”, afferma Burtscher-Schaden, cautamente ottimista sui negoziati nel trilogo.