Agcom contro Refurbed, specializzato in smartphone ricondizionati: poca trasparenza

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L’Autorità per le comunicazioni ha diffidato Refurbed, il marketplace specializzato in smarthone ricondizionati, per violazioni delle regole Ue a tutela di venditori. Nel mirino i criteri che decidono la visibilità dei prodotti, l’accesso ai dati e la gestione dei reclami

Poca trasparenza sulle regole che decidono chi vende di più, quali prodotti compaiono per primi nei risultati di ricerca e come vengono gestiti i reclami. È per questo che l’Autorità per le comunicazioni ha diffidato Refurbed Marketplace, piattaforma specializzata nella vendita di prodotti elettronici ricondizionati, accertando violazioni del regolamento europeo che tutela gli utenti commerciali online, in gran parte piccole imprese e microvenditori.

La denuncia l’avvio dell’istruttoria

Il procedimento prende avvio dalle segnalazioni presentate nell’ottobre e nel novembre 2024 dalla società Itc S.r.l., che ha denunciato una serie di presunte irregolarità nel rapporto tra la piattaforma e i venditori professionali. Le segnalazioni hanno portato l’Autorità ad avviare un’istruttoria formale, culminata nella delibera approvata il 6 novembre 2025.

Ranking opachi e informazioni tardive

Secondo quanto accertato, Refurbed non avrebbe garantito informazioni chiare e tempestive su aspetti cruciali per chi lavora online. In particolare, l’Autorità rileva che la piattaforma “ha adempiuto in maniera tardiva” agli obblighi di trasparenza sui criteri che determinano il posizionamento dei prodotti, rendendo disponibili le informazioni “solo successivamente all’effettiva applicazione del sistema di classificazione”. Una condotta che, osserva Agcom, ha “compromesso il diritto degli utenti commerciali a conoscere anche in fase precontrattuale i criteri che influenzano la visibilità dei propri beni e servizi sulla piattaforma”.

Accesso ai dati: regole chiarite solo dopo

Criticità analoghe emergono sull’accesso ai dati generati dall’attività sulla piattaforma. La descrizione delle modalità di utilizzo e condivisione di questi dati, secondo l’Autorità, è stata resa conforme al regolamento europeo soltanto a partire dal marzo 2025, “quindi in un momento successivo alla presentazione della segnalazione che ha dato origine al presente procedimento”.

Reclami e mediazione: obblighi disattesi

Ancora più rilevanti, per l’Autorità, le carenze nella gestione dei reclami. Refurbed, si legge nella delibera, “non ha reso disponibili nei termini e condizioni tali informazioni in maniera chiara e completa” e non ha pubblicato la reportistica sul funzionamento e sull’efficacia del sistema interno di gestione dei reclami, un obbligo previsto dal regolamento P2B. Solo in ritardo, nel luglio 2024, la piattaforma ha inoltre indicato i mediatori disponibili per la risoluzione extragiudiziale delle controversie, adempiendo “tardivamente” anche a questo obbligo.

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La diffida e le misure imposte

Alla luce delle violazioni accertate, l’Autorità ha diffidato Refurbed dal reiterare le condotte scorrette e ha ordinato alla società di adottare misure correttive entro 120 giorni, imponendo in particolare di garantire “adeguate modalità di gestione dei reclami secondo criteri di tempestività, proporzionalità e trasparenza”, di aggiornare i termini contrattuali e di pubblicare una reportistica annuale sull’efficacia del sistema.

Che cosa cambia per Pmi e consumatori

Per le piccole imprese digitali e i venditori professionali, il provvedimento rappresenta un segnale importante: le piattaforme non possono imporre regole poco leggibili o modificarle senza assicurare un’informazione preventiva e completa. Anche per i consumatori l’effetto è indiretto ma concreto: maggiore trasparenza nei marketplace significa concorrenza reale, offerte più confrontabili e meno spazio a pratiche opache. In caso di mancata ottemperanza, Refurbed rischia sanzioni fino al 5% del fatturato.