
La redazione del Salvagente aderisce allo sciopero proclamato per il 28 novembre dalla Federazione nazionale della stampa italiana per il rinnovo del contratto, che manca da 10 anni. Per tutta la giornata il sito non verrà aggiornato
Pubblichiamo di seguito il testo dell’Fnsi con le motivazioni dello sciopero:
Oggi le giornaliste e i giornalisti italiani sono in sciopero. Scioperiamo perché il nostro
contratto di lavoro è scaduto da 10 anni e soprattutto perché riteniamo che il giornalismo,
presidio fondamentale per la vita democratica del Paese, non abbia avuto la necessaria
attenzione da parte degli editori della Fieg: molti tagli e pochi investimenti, nonostante le
milionarie sovvenzioni pubbliche.
In oltre 10 anni la riduzione degli organici delle redazioni e la riduzione delle retribuzioni
dei giornalisti attraverso stati di crisi, licenziamenti, prepensionamenti e il blocco del
contratto hanno avuto fortissime ripercussioni sul pluralismo e sul diritto dei cittadini ad
essere informati. In questi 10 anni i giornalisti dipendenti sono diminuiti, ma è aumentato a
dismisura lo sfruttamento di collaboratori e precari: pagati pochi euro a notizia, senza
alcun diritto e senza futuro.
In questi 10 anni il potere di acquisto degli stipendi dei giornalisti è stato eroso
dall’inflazione, quasi del 20% secondo Istat: per questo chiediamo un aumento che sia in
linea con quelli degli altri contratti collettivi. Gli editori hanno proposto un aumento irrisorio
e chiesto di tagliare ulteriormente il salario dei neo assunti, aggravando così in modo
irricevibile la divisione generazionale nelle redazioni.
Non ne facciamo una battaglia corporativa. Pensiamo che un’informazione davvero libera
e plurale, che sia controllo democratico, abbia bisogno di giornalisti autorevoli e
indipendenti, che non siano economicamente ricattabili.
Chiediamo un contratto nuovo, che tuteli i diritti e che guardi all’informazione con le nuove
professioni digitali, regolando l’uso dell’Intelligenza Artificiale e ottenendo l’equo compenso
per i contenuti ceduti al web.
Vogliamo spingere gli editori a guardare al futuro senza continuare a tagliare il presente.
Se davvero la Fieg tiene all’informazione professionale deve investire sulla tecnologia e
sui giovani che non possono diventare manovalanza intellettuale a basso costo.
Lo deve a noi giornalisti, ma soprattutto lo deve ai cittadini tutelati dall’articolo 21 della
Costituzione.





