La tecnologia al servizio della trasparenza: il modello Ponti tra blockchain e valore di filiera

Pubbliredazionale a cura di Ponti

Nell’attuale scenario agroalimentare, la fiducia del consumatore non è più un atto di fede, ma il risultato di processi verificabili. In questo contesto, l’innovazione digitale assume un ruolo cruciale non come semplice strumento di supporto, ma come infrastruttura necessaria per garantire l’autenticità e la qualità dei prodotti. Il percorso intrapreso da Ponti offre un interessante caso di studio su come la tradizione industriale possa evolversi integrando la tecnologia blockchain per la tracciabilità certificata e la digitalizzazione avanzata come motori di miglioramento continuo, in ottica di tutela del Made in Italy.

Blockchain e certificazione: la digitalizzazione si fa garante della qualità

L’applicazione delle tecnologie di registro distribuito (blockchain) al settore alimentare risponde a una precisa esigenza: rendere la filiera “parlante” e trasparente davanti a tutti gli interlocutori dell’azienda, a cominciare dai consumatori. Un esempio tangibile di questa strategia è quello della linea dell’Aceto di Mele 100% Italiane Ponti. Qui, la tecnologia si pone al servizio della tracciabilità totale, superando le dichiarazioni di etichetta standard. Attraverso la collaborazione con l’ente di certificazione SGS, l’azienda ha implementato un sistema che cristallizza ogni fase del processo produttivo. Scansionando il QR code presente sull’etichetta del prodotto, è possibile accedere immediatamente ad una serie di dati tecnici validati: dalla provenienza della materia prima – le mele coltivate a Paesana (CN) – alla data di raccolta, fino all’imbottigliamento. La blockchain funge insomma da notaio digitale, garantendo che le informazioni relative alla qualità e alla territorialità piemontese restino inalterate e consultabili, offrendo un’esperienza di trasparenza radicale unica nella categoria.

Innovazione per l’economia circolare: il recupero virtuoso

La tecnologia si rivela altresì determinante nel supportare modelli di economia circolare, trasformando la gestione degli scarti in opportunità di valorizzazione. È il caso dell’Aceto di Riso 100% italiano, dove l’innovazione di processo permette di nobilitare le “rotture di riso”. Quello che tradizionalmente rappresenterebbe un sottoprodotto destinato a mercati secondari, viene recuperato e trasformato prima in sciroppo e poi, tramite fermentazione, in aceto di alta qualità. Anche in questo frangente, la certificazione di filiera accessibile via smartphone permette di ricostruire il ciclo di vita del prodotto. La tecnologia, dunque, si mette al servizio della sostenibilità ambientale, dimostrando come l’efficienza industriale possa sposare il recupero delle risorse e la riduzione degli sprechi, rispondendo alle esigenze di una gastronomia contemporanea sempre più attenta all’etica del consumo.

Un paradigma sostenibile e rigenerativo: la certificazione B Corp

L’adozione di questi asset tecnologici non è un’iniziativa estemporanea, ma si inserisce in una cornice strategica più ampia, validata dall’ottenimento da parte di Ponti della certificazione B Corp nell’agosto del 2023. Questo riconoscimento segnala il passaggio a un modello d’impresa che non persegue esclusivamente il profitto, ma mira a generare un impatto positivo misurabile per le persone, il territorio, le comunità e l’ambiente.

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Essere una B Corp implica il rispetto di rigorosi standard di performance sociale e ambientale. In tale ottica, la tracciabilità digitale e la blockchain cessano di essere meri strumenti tecnici per divenire leve di responsabilità sociale: in questa visione, garantiscono che il valore creato sia equamente distribuito e che l’impatto sui territori e sulle comunità sia monitorato e ottimizzato. La tecnologia, in definitiva, diviene il mezzo attraverso cui l’azienda attua la propria promessa di trasparenza, confermando come l’industria agroalimentare italiana possa innovare adottando le migliori e più avanzate pratiche preservando la propria identità.