
La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento che fa slittare la norma anti-shrinkflation al 1° luglio 2026. Nonostante sia una pratica sempre più diffusa, quella di diminuire il contenuto ma non il prezzo, come abbiamo raccontato nel caso dei cornetti Bauli
La 1° Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento che fa slittare la norma anti-shrinkflation al 1° luglio 2026. Nonostante sia una pratica sempre più diffusa, come abbiamo raccontato nel caso dei cornetti Bauli.
Unc: Scandaloso!
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commenta:”Scandaloso! Uno schiaffo in faccia alle famiglie e alla difesa del loro potere d’acquisto. La 1° Commissione del Senato, in barba ai nostri appelli, ha votato l’ennesimo rinvio della norma del Codice del consumo che mira a contrastare la pratica che inganna i consumatori, mascherando l’aumento del prezzo attraverso, non solo la riduzione del peso del prodotto, ma anche tramite il mantenimento inalterato del precedente confezionamento. Un autogol anche rispetto all’ambiente che paga dazio a questo insensato overpackaging”. Dona continua:”Ci appelliamo all’Aula del Senato perché ponga rimedio a questa assurda proroga di addirittura 9 mesi, visto che l’articolo doveva entrare in vigore il 1° ottobre. Un vero e proprio blitz!” conclude Dona.
Il caso Bauli
L’ultima azienda finita al centro delle polemiche per una riduzione del contenuto a parità di prezzo è stata la Bauli con i suoi croissant. Esemplare la foto che circola sul web (postata da Francesco Massimo Gallo) in queste ore e che pubblichiamo in testa a questo articolo. Nello scatto si distingue il dimagrimento (un cornetto in meno) del nuovo packaging dei croissant al pistacchio rispetto alla vecchia confezione (casualmente presente sullo scaffale nella versione al cioccolato). Evidente, vista la parità di prezzo nel cartellino, l’aumento riservato al consumatore, in questo caso 1,79 euro al chilo.









