Bambole sessuali con sembianze infantili su Facebook: l’inchiesta che imbarazza Meta

BAMBOLE SESSUALI

Su Facebook oltre 1.300 annunci di bambole sessuali con sembianze infantili, vendute da siti esteri. L’inchiesta Tbij e Daily Mirror accusa Meta. In Italia il possesso è reato assimilato a materiale pedopornografico

Un’inchiesta di Meriem Mahdhi, giornalista del Bureau of Investigative Journalism in collaborazione con il Daily Mirror, ha portato alla luce un fenomeno inquietante: su Facebook circolano annunci pubblicitari di bambole sessuali con sembianze infantili, in palese violazione delle regole interne della piattaforma e delle normative di diversi Paesi.

Annunci vietati ma ancora online

Secondo l’indagine, un gruppo di siti specializzati avrebbe pubblicato oltre 1.300 annunci su Facebook, molti dei quali mostrano le bambole in pose sessualizzate, con accessori infantili come orsacchiotti o palloncini.

Nell’inchiesta sono mostrate anche alcune foto degli annunci che il Salvagente ha deciso di non pubblicare per motivi opportunità, anche se vogliamo assicurarvi che le sembianze infantili di queste bambole sono indiscutibili.

La maggior parte dei contenuti è stata rimossa, ma almeno una ventina di inserzioni erano ancora visibili nella libreria pubblicitaria di Meta a partire da novembre 2024, segno che i sistemi di controllo automatizzati della piattaforma non riescono a intercettare tutti i casi. Intanto, Meta ha continuato a incassare denaro per ogni nuovo annuncio pubblicato.

Il vuoto normativo nel Regno Unito

In Gran Bretagna non è reato possedere una bambola sessuale con tratti infantili, anche se la Crown Prosecution Service sottolinea come importazione, vendita o spedizione possano configurare reato. Diversa la situazione in Paesi come Australia, Germania, Norvegia e Danimarca, che hanno criminalizzato anche il semplice possesso.

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Nonostante i rischi legali, i gestori dei siti – con server e amministratori sparsi tra Polonia, Indonesia, India e altre località non dichiarate – rassicurano i clienti britannici: «Abbiamo molti acquirenti dal Regno Unito e nessuno ha mai avuto problemi con le dogane», è stata la risposta ottenuta da un giornalista del Bureau che si è finto cliente.

Cosa dice la legge in Italia

In Italia il possesso di bambole sessuali con sembianze infantili è considerato reato.

  • Codice penale, art. 600-ter: punisce chi produce, diffonde, distribuisce o detiene materiale pedopornografico.

  • La Cassazione (sentenza n. 22255/2022) ha stabilito che queste bambole rientrano a pieno titolo nella categoria, in quanto strumenti che rappresentano atti sessuali con minori.

  • Detenzione, vendita o importazione possono quindi comportare una condanna penale.

Le pene previste vanno fino a 12 anni di reclusione, a seconda della gravità e delle condotte contestate.

Bambole in vendita come “mini doll”

Tra i siti individuati, uno offre una “mini sex doll” con sembianze da bambina a 266 sterline (poco più di 310 euro), sostenendo che non si tratti di materiale illegale. “Somigliano alle bambole sessuali infantili, ma in realtà non lo sono”, si legge nella pagina di vendita, che cerca di aggirare il divieto.

La posizione delle autorità

Un portavoce della National Crime Agency (NCA) ha dichiarato che “non esiste alcuna ragione legittima per possedere bambole di abuso sessuale con sembianze infantili, e chi le acquista rappresenta un rischio significativo per i bambini”.

Già nel 2018, in Irlanda, diverse bambole di questo tipo furono sequestrate in raid condotti in varie città, con le autorità che le classificarono come materiale pedopornografico ai sensi della legge nazionale sulla tratta e pornografia minorile.

Meta sotto accusa

Meta, dal canto suo, ribadisce che “gli annunci che violano le regole non hanno posto sulla piattaforma” e assicura di aver rimosso quelli segnalati. Tuttavia, l’inchiesta dimostra come i sistemi di controllo automatizzati e la moderazione umana non siano sufficienti a bloccare tutti i contenuti.