
I cittadini di Vercelli protesta e raccolgono firme contro la decisione dell’amministrazione comunale di utilizzare il glifosato, potenziale cancerogeno, come erbicida per il verde urbano. Anche Isde Italia critica la decisione: “Tossico in qualsiasi quantità”
I cittadini di Vercelli protesta e raccolgono firme contro la decisione dell’amministrazione comunale di utilizzare il glifosato, potenziale cancerogeno, come erbicida per il verde urbano. Il Coordinamento No Glifosato Vercelli di cui fanno parte varie sezioni locali di sigle nazionali, come Cgil, Greenpeace, Isde, Italia Nostra, Europa Verde, Sinistra Italiana, Slow Food, M5s, ha lanciato una petizione che ha raggiunto oltre mille firme. Nella petizione si legge: “all’interno delle linee programmatiche di mandato votate dal Consiglio comunale non era prevista tale ipotesi, così come non era contenuta nel programma elettorale del sindaco Roberto Scheda”, “Anche se questa scelta comportasse costi maggiori per il Comune rispetto all’utilizzo di prodotti a base di glifosato, ciò rappresenterebbe un investimento sulla salute delle persone, dell’ambiente, degli animali”.
Isde cita le città che hanno bandito il glifosato
Roberto Romizi, Presidente Isde Italia – medici per l’ambiente, in una lettera ai sindaci e agli enti locali, ha fatto riferimento anche a Vercelli: “Purtroppo oggi, nonostante gli appelli da parte della comunità scientifica internazionale, il glifosato rimane l’erbicida più utilizzato al mondo; esso continua a insinuarsi nella nostra catena alimentare, nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo. E, come sempre, saremo costretti poi a pagare ingenti danni morali e materiali per non essere stati prudenti prima. Eppure ci sono Sindaci e comunità locali che hanno già deciso di eliminare il glifosato dal loro territorio sostituendolo con altri metodi di diserbo ugualmente efficaci e non dannosi per la salute”. Romizi elenca tra questi Conegliano Valdobbiadene, dove il divieto è stato introdotto nell’area del Prosecco Docg; Bucine, che ha rinnovato il divieto temporaneo di utilizzo di erbicidi contenenti glifosato; Livorno, che ha vietato l’uso del diserbante in agricoltura; Ferrara etc. “Altri Sindaci, invece, – continua il presidente di Isde – hanno fatto scelte opposte, come quello di Vercelli che pochi giorni fa ha incomprensibilmente deciso di utilizzare di nuovo il glifosato per la manutenzione del verde pubblico, dopo dieci anni di bando. Questo dimostra che c’è un ampio margine per la responsabilità individuale dei Sindaci e che amministratori virtuosi e rispettosi della salute pubblica possono fare la differenza”.
La posizione della Giunta
L’assessore Antonio Prencipe che ha le deleghe per Ambiente e cura del verde del Comune di Vercelli, ha difeso la scelta del Comune sostenendo che “I trattamenti “alternativi” di tipo biologico provati specialmente tra il 2020 ed il 2022 non hanno dato i risultati attesi; Il decoro urbano ma non solo, anche il contenimento delle infestanti che portano insetti come le pericolose zecche, e la lotta alle infestanti, che comportano allergie, richiede un intervento non più differibile, per cui bisogna usare l’erbicida più utilizzato al mondo e che dà risultati certi; Tutta la filiera degli Istituti pubblici europei e le Leggi in vigore in Italia consentono l’uso del Glifosato e di altri diserbi a patto che ci sia un “Piano” dettagliato, come è quello approvato a Vercelli”.
Intanto Bruxelles avvia una valutazione sulle studio della Ramazzini
Proprio a inizio luglio, la Commissione europea ha incaricato l’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, e l’Echa, l’Agenzia per le sostanze chimiche, di condurre una valutazione della durata massima di 21 mesi sui risultati dello studio internazionale coordinato dall’Istituto Ramazzini di Bologna che mostrano un legame tra esposizione al glifosato, a dosi considerate sicure per l’uomo, e l’insorgenza di leucemie e tumori. Un passaggio molto importante che può aprire nuovi scenari: se le authority dovessero giungere a una nuova classificazione del glifosato, oggi considerato senza effetti sull’uomo, questo potrebbe rimettere in discussione la decisione stessa della Ue che, nel 2023, ha ri-autorizzato, tra le proteste, l’uso del glifosato fino al 2033.









