Integratori per curare l’Adhd: nessuna efficacia, possono essere pericolosi

Lo denuncia Que Choisir che punta il dito contro prodotti come Zenkids, Brainzyme, Hyperkid o Safran B6 che si propongono addirittura come alternative al Ritalin, farmaco comunemente prescritto per curare l’Adhd

Spinti dalla crescente attenzione attorno ai disturbi da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), le aziende stanno investendo in un mercato in forte espansione: quello degli integratori alimentari indicati per i bambini affetti da questo tipo di disturbi. Peccato che l’efficacia di questi prodotti non sia per nulla dimostrata e, in alcuni casi, potrebbero addirittura essere pericolosi. Lo denuncia Que Choisir che punta il dito contro prodotti come Brainzyme, Zenkids, Hyperkid o Safran B6 che si propongono addirittura come alternative naturali al Ritalin, il farmaco a base di metilfenidato comunemente prescritto per la cura dell’Adhd.
Que Choisir ricorda che, a differenza dei farmaci, gli integratori sono sottoposti ad un percorso di autorizzazione più semplice e i produttori non sono obbligati a fornire prove d’efficacia prima di essere commercializzati. E poiché il percorso diagnostico per l’Adhd è spesso complesso, la psicoterapia lunga e costosa e a volte si registrano carenze nella disponibilità dei farmaci, genitori e pazienti possono essere attratti da soluzioni senza obbligo di ricetta, percepite come rapide e prive di effetti collaterali. Ma attenzione: le prove scientifiche mancano, mentre i rischi sono concreti. Alcuni ingredienti possono essere tossici ad alte dosi, causare effetti collaterali o interagire con farmaci.

Il caso dello zafferano…e altri ingredienti discutibili

Tra i prodotti più in voga ci sono quelli a base di zafferano, commercializzati da marchi come Mium Lab, Naali o Terravita. La loro popolarità si basa su uno studio del 2019, che però presenta numerosi limiti metodologici. Ad oggi, la comunità scientifica concorda sul fatto che non esistono prove che lo zafferano sia efficace nella gestione dell’Adhd.
C’è di più: sebbene lo zafferano non sembri causare effetti indesiderati alle dosi consigliate, può diventare tossico se assunto in quantità elevate, così come l’acido folico (vitamina B9), con cui viene spesso combinato. Il rischio è accentuato dal fatto che questi integratori vengono venduti sotto forma di caramelle gommose, potenzialmente confondibili con dolciumi. Inoltre, la vitamina B9 può interagire con alcuni farmaci antiepilettici.

Oltre a questi due ingredienti, i produttori si sbizzarriscono in formulazioni complesse. Il marchio Brainzyme, ad esempio, propone integratori con lunghe liste di vitamine, estratti vegetali e minerali. Tuttavia, nessuno di questi ingredienti – né da solo né in combinazione – ha dimostrato un’efficacia scientifica contro l’Adhd. Interpellata, l’azienda ha risposto citando opinioni positive di utenti e la conformità normativa in Regno Unito e nell’Unione Europea. Ma la conformità legale non garantisce la sicurezza. Alcuni ingredienti destano preoccupazioni.
Il ginkgo biloba, per esempio, è sconsigliato ai minori di 18 anni e può causare mal di testa, disturbi gastrointestinali e interazioni con farmaci (antiepilettici, antidiabetici).
La maca, una pianta simile al ravanello (nota anche come ginseng delle Ande), secondo l’Anses (l’agenzia francese per la sicurezza alimentare) non ha dimostrato sicurezza d’uso. Il ginseng, può provocare nervosismo, insonnia, diarrea, ipertensione e palpitazioni. Inoltre, può interagire con altre sostanze, come il ginkgo biloba.
Un’integrazione prolungata di z
inco può indebolire il sistema immunitario e causare carenza di rame.
Ancora, la r
odiola, presente nell’integratore Hyperkid del laboratorio Synapsya, è stata ritenuta priva di sufficienti dati per valutarne efficacia e sicurezza già nel 2007 dall’Anses. Può causare effetti collaterali e interagire con molti farmaci, in particolare antidepressivi.
E per quanto riguarda gli omega 3, sebbene alcune ricerche indichino un leggero effetto positivo sull’impulsività, una revisione scientifica del 2024 ha concluso che non hanno alcun effetto sui sintomi dell’Adhd rispetto al placebo. Inoltre, gli omega 3 in forma di integratori possono comportare rischi cardiovascolari e digestivi.

Promesse non sempre legali

Diverse marche individuate in farmacia e online non lesinano sugli slogan per convincere i potenziali clienti, anche a costo di infrangere la legge, con frasi come:“Alternativa al Ritalin”, “efficace quanto il metilfenidato”, “ideale per l’Adhd”.
Purtroppo, grazie a una grande lacuna nella normativa europea, alcune affermazioni non comprovate restano permesse: è il caso, ad esempio, di frasi come “il guaranà aiuta a migliorare la concentrazione” oppure “il Dha contribuisce al mantenimento delle normali funzioni cerebrali”. Tuttavia, molte altre affermazioni non sono affatto consentite. In particolare, è vietato associare l’assunzione di un integratore alimentare a un effetto terapeutico, oppure presentare il prodotto come alternativa a un farmaco.
Per evitare pesanti sanzioni, i produttori hanno recentemente rivisto parte del loro linguaggio pubblicitario. Ma, come rivela l’inchiesta di Que Choisir, molti messaggi illegittimi persistono, soprattutto sui social network e sui siti di parafarmacie online.

L’importanza del supporto medico

In linea generale, l’uso esclusivo di integratori alimentari per l’Adhd è sconsigliato. Senza un adeguato monitoraggio medico e psicologico, il rischio è quello di ritardare un trattamento realmente efficace. Gli integratori alimentari non sostituiscono una presa in carico medica, che resta l’unica via per ridurre in modo duraturo i sintomi e le loro conseguenze.

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