
Domenica 30 marzo in Veneto e Trentino-Alto Adige i cittadini marciano per chiedere una agricoltura libera da pesticidi e nuovi Ogm. La nuova edizione della marcia Stop pesticidi
Per denunciare i rischi dell’esposizione ai pesticidi domenica 30 marzo i cittadini del Trentino-Alto Adige a Caldaro e del Veneto da Cison all’Abbazia di Follina con la nuova edizione della “Marcia Stop Pesticidi” tornano a chiedere, con l’adesione del Wwf Italia, che la riduzione dell’uso dei pesticidi continui a rappresentare una priorità dell’Unione europea, evidenziando al contempo come i nuovi Ogm (definiti in Italia Tea, Tecniche di Evoluzione Assistita) non costituiscono una valida alternativa.
Trentino e Veneto, aree sotto pressione
In larghissima parte della coltivazione delle mele del Trentino-Alto Adige e nei vigneti del prosecco in Veneto si continuano ad utilizzare sostanze chimiche pericolose per la salute umana e l’ambiente. Per il cosiddetto “effetto deriva”, i fitofarmaci dai campi si disperdono nelle aree circostanti tanto che le ricerche condotte li ritrovano nei terreni, nelle acque superficiali e nelle falde, nell’erba dei parchi giochi e nell’aria che respiriamo nelle nostre città. Un problema che riguarda tutta l’Italia, ricorda il Wwf, “saldamente al quarto posto in Europa per vendita e utilizzo di pesticidi chimici, ma che colpisce tutta l’Unione Europea”.
La retromarcia dell’Ue sulla riduzione dei pesticidi
La “Visione dell’Agricoltura e Alimentazione”, presentata dalla Commissione europea il 19 febbraio scorso, ha archiviato definitivamente il Regolamento europeo per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) e con esso l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030. “Il documento della Commissione afferma che non si potranno eliminare pesticidi, anche se tossici e nocivi, senza offrire agli agricoltori valide alternative, che la stessa Commissione individua essenzialmente nei nuovi Ogm” scrive il Wwf.
Il via libera ai nuovi Ogm
Il Consiglio dell’Unione europea ha infatti approvato la proposta di una nuova regolamentazione dei nuovi Ogm che sarà discussa dal Trilogo (Consiglio, Parlamento e Commissione) per l’approvazione definitiva. “Va riconosciuto che è un’indubbia vittoria delle associazioni agricole che negli ultimi anni si sono schierate a difesa del modello di agricoltura intensiva, ricca di pesticidi: una vittoria ottenuta, però, a spese di tutti noi, a partire dagli stessi agricoltori che sono i primi recettori delle sostanze che diffondono” spiega il Wwf, che aggiunge: “Eppure, esiste un’alternativa all’uso dei pesticidi: agroecologia e agricoltura biologica, pratiche in aumento nei 27 Paesi dell’Unione europea, in particolare in Italia“. Il biologico italiano continua a crescere e ha raggiunto, alla fine del 2023, quasi 2,5 milioni di ettari (+4,5%, rispetto al 2022), pari al 19,8% della Superfice agricola utilizzata (SAU) considerando che la superficie agricola utilizzata arriva a 12,4 milioni di ettari complessivi.
I cittadini puntano sul bio, la politica sui pesticidi
“Mentre molti agricoltori e consumatori scelgono una agricoltura e una alimentazione libere da veleni, i nostri decisori politici continuano a tutelare gli interessi delle multinazionali dell’agrochimica e delle corporazioni agricole. L’Italia resta ancora senza un Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi, scaduto dal 2019 e mai rinnovato con disposizioni più stringenti come l’obbligo della distanza di sicurezza inderogabile di almeno 50 metri dalle abitazioni per i trattamenti fitosanitari e l’obbligo dell’attuazione delle Linee guida per la tutela delle acque e della biodiversità, definite da un Decreto interministeriale del 2015, ad oggi mai applicato” Conclude il Wwf.