Numerosi studi dimostrano che, in media, il rischio di subire effetti collaterali da farmaci è doppio nelle donne. Tuttavia la maggior parte dei medicinali attualmente in uso non tiene conto delle differenze legate al sesso
Donne e uomini si ammalano in modo diverso e, di conseguenza, dovrebbero essere curati in modo diverso. Tuttavia la maggior parte dei medicinali attualmente in uso non tiene conto delle differenze legate al sesso. È quanto denuncia la rivista francese 60 Millions de consommateurs riportando diversi studi e inchieste che mettono in evidenza queste differenze, purtroppo ignorate, tra uomini e donne di fronte alle malattie.
Nelle donne il rischio di effetti collaterali è doppio
Ad esempio, numerosi studi dimostrano che, in media, il rischio di subire effetti collaterali da farmaci è doppio nelle donne. Nel libro “C’est votre sexe qui fait la différence”, pubblicato nel 2023 da Plon, Nicole Priollaud, esperta di comunicazione sanitaria istituzionale, e la professoressa di genetica Claudine Junien, scrivono che “dei 10 farmaci ritirati dal mercato negli Stati Uniti tra il 1997 e il 2000, 8 lo sono stati a causa di gravi effetti collaterali sulle donne.”
Un altro esempio: “le statine – trattamento abituale contro il colesterolo – aumentano del 71% il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari nelle donne in menopausa“.
Ancora, uno studio del 2022, condotto da Annie-Pierre Jonville-Bera dell’Università di Tours, ha raccolto i dati sugli effetti collaterali differenziati per sesso in alcune categorie di farmaci.
I farmaci cardiovascolari possono causare un’aritmia cardiaca potenzialmente mortale, soprattutto nelle donne: tra 332 casi analizzati in 93 articoli, il 70% riguardava pazienti di sesso femminile.
Alcuni farmaci antitumorali molto diffusi, come il 5-fluorouracile, provocano nelle donne un’incidenza maggiore di un abbassamento delle difese immunitarie, nausea e diarrea.
Alcuni antidiabetici causano più frequentemente nelle donne cefalee, infezioni urinarie e genitali, edemi (gonfiore causato dall’accumulo di liquidi).
Per anni le sperimentazioni sono state effettuate solo su uomini
Prima di essere commercializzati i farmaci vengono sperimentati sugli animali e poi sugli esseri umani. Fino a pochi anni fa le ricerche di biologia medica venivano effettuate solo su animali maschi. Inoltre, per molto tempo, gli studi clinici che testano l’efficacia e la sicurezza dei farmaci sono stati condotti esclusivamente su uomini, spesso giovani, bianchi e in buona salute perché la ricerca medica ha considerato il corpo maschile più affidabile a causa della presunta stabilità ormonale. Tuttavia, oggi sappiamo che nei roditori maschi, i livelli di testosterone possono variare fino a 5 volte, rendendoli meno affidabili rispetto alle femmine.
Poiché sono necessari da 10 a 15 anni per sviluppare un nuovo farmaco prima di arrivare agli studi clinici, la maggior parte dei medicinali attualmente in uso non tiene conto delle differenze legate al sesso.
Un rapporto della Haute Autorité de Santé, pubblicato nel 2020, evidenzia che le triterapie per i pazienti affetti da HIV causano più effetti collaterali nelle donne, tra cui:
- deformazioni e mascolinizzazione del corpo;
- invecchiamento precoce (di 12-15 anni);
- aumento del rischio cardiovascolare
Nonostante le donne rappresentino il 53% delle persone che vivono con il virus HIV nel mondo, nei trial clinici sono sottorappresentate, con una partecipazione tra il 15% e il 30%.
Anche nell’assorbimento ed eliminazione dei farmaci ci sono delle differenze: poiché nelle donne il transito gastrointestinale e il flusso sanguigno sono più lenti, la funzione renale, il peso e la massa idrica sono più bassi, l’assorbimento dei farmaci avviene più lentamente, con concentrazioni ematiche più elevate, il che spiega il maggior rischio di mal di testa, nausea, diarrea e disturbi cardiovascolari.
Basterebbe mezza dose di vaccino contro l’influenza
Di contro le donne hanno un sistema immunitario più reattivo e di migliore qualità contro le infezioni virali, e questo potrebbe spiegare perché sperimentano effetti collaterali più intensi con antitumorali e vaccini. Secondo Jean-Charles Guéry, genetista e direttore di ricerca all’Inserm “per le donne dovrebbe essere sufficiente una mezza dose di vaccino contro l’influenza o il Covid”. Eppure, durante la recente pandemia, solo il 5% degli studi clinici sul Covid ha analizzato i dati separati per sesso, come rilevato da una meta-analisi pubblicata nel 2021 su The Lancet.
Anche per la cura della depressione servono trattamenti specifici per uomini e donne perché gli antidepressivi triciclici funzionano meglio negli uomini, mentre gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri) sono più efficaci nelle donne.
Nel 2023, un team dell’Università di McGill (Canada) ha identificato marcatori genetici specifici per sesso legati alla depressione:
- 11 regioni del DNA nelle donne
- 1 regione del DNA negli uomini
Un lento progresso verso l’equità di genere nella ricerca medica
Nel 1977, la Fda (Agenzia per i farmaci degli USA) ha escluso le donne in età fertile dai trial clinici dopo due gravi scandali:
- la talidomide (anti-nausea) ha causato malformazioni fetali.
- il Distilbène (per prevenire aborti spontanei) ha generato anomalie genitali e tumori.
Solo nel 1993, il Congresso americano ha approvato una legge per obbligare l’inclusione delle donne nei trial clinici. E si è dovuto aspettare il 2014, quando i National Institutes of Health (NIH) negli USA hanno stabilito che ogni ricerca medica finanziata deve includere maschi e femmine in egual misura, salvo giustificazione contraria.
Secondo l’OMS, la presenza femminile nei trial clinici è passata dal 35% nel 1995 al 58% nel 2018. In Francia, nel 2019, l’88% dei 4800 studi clinici coinvolgeva sia uomini che donne. Tuttavia, spesso non è specificato se l’analisi dei dati sui rischi e benefici viene eseguita separatamente per sesso.
La speranza è che con l’avvento della medicina personalizzata, si possano adattare i farmaci alle specificità biologiche femminili per garantire una maggiore sicurezza ed efficacia.