Il test della rivista Saldo trova in 4 gnocchi di patate venduti dai supermercati il pesticida propamocarb (probabile interferente endocrino) e il clorato (che interferisce con l’assunzione di iodio). Spiccano i nomi di Garofalo e Giovanni Rana. Che al Salvagente spiegano…
Un test di laboratorio condotto dalla rivista svizzera Saldo ha trovato alcuni pesticidi considerati critici per la salute e residui di clorato, in diversi prodotti anche molto famosi in Italia. Tra i prodotti bocciati, spiccano infatti due marchi tricolori e di fama internazionale: Giovanni Rana e Garofalo. Entrambi sono risultati positivi al propamocarb, un fungicida con effetti ormonali attivi, secondo il database dell’Università di Hertfordshire.
Pesticidi negli gnocchi: i risultati del test
L’indagine ha esaminato 14 confezioni di gnocchi refrigerati venduti nelle principali catene di supermercati svizzeri. I risultati hanno evidenziato la presenza di propamocarb, in dosi inferiori al limite previsto dalle norme, in quattro prodotti: oltre a Giovanni Rana e Garofalo, il fungicida è stato trovato negli gnocchi Anna’s Best della Migros e in quelli Betty Bossi Naturaplan Bio venduti dalla Coop elvetica.
Secondo gli esperti, il propamocarb viene spesso utilizzato dagli agricoltori come alternativa al mancozeb, un pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2022 per i suoi effetti tossici sull’uomo e sull’ambiente.
La sua presenza, spiegano da Saldo, non era inaspettata visto che la rivista svizzera l’aveva trovato anche anche in un’indagine sulle patate svizzere: in 6 su 15 prodotti analizzati, i livelli misurati erano simili a quelli riscontrati negli gnocchi.
Un altro pesticida sotto accusa: pirimifos-metile
Come se non bastasse, gli gnocchi di patate Anna’s Best della Migros contenevano anche l’insetticida pirimifos-metile. Questo pesticida, se assunto regolarmente, può rappresentare un rischio per la salute a lungo termine. Tuttavia, nessuno dei prodotti analizzati ha superato i limiti legali imposti per i singoli contaminanti.
Non solo pesticidi: allarme clorato
Il test ha anche rivelato la presenza di clorato in quattro prodotti. Questa sostanza è problematica perché interferisce con l’assorbimento dello iodio, fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide. Dosi elevate possono inoltre compromettere l’ossigenazione del sangue e causare danni renali.
Il prodotto con la maggiore quantità di clorato è risultato essere ancora una volta un marchio noto: gli Gnocchi freschi di patate Giovanni Rana, che contenevano 0,1 mg/kg di questa sostanza. Sebbene il valore sia inferiore alla soglia di rischio stabilita dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, la presenza di clorato in un alimento così diffuso, secondo il giornale svizzero, solleva interrogativi sulla qualità e sicurezza dei processi produttivi.
I promossi
Il test ha identificato anche otto prodotti privi di residui chimici, dimostrando che è possibile trovare gnocchi confezionati senza pesticidi. Tra questi figurano gli gnocchi Nonna Mia di Lidl.
Curiosamente, molti di questi prodotti appartengono alla fascia economica del mercato, dimostrando che qualità e sicurezza alimentare non sono necessariamente legate al prezzo.
Le reazioni dei produttori
Di fronte ai risultati del test, Coop elvetica ha dichiarato al giornale svizzero di non poter spiegare la presenza di propamocarb nei suoi gnocchi bio e ha avviato ulteriori verifiche con i fornitori. Lidl, invece, ha annunciato di aver ritirato dal mercato gli gnocchi Chef Select, in precedenza in assortimento.Al Salvagente, invece, fanno arrivare la propria voce tanto Giovanni Rana che Garofalo.
Partiamo dal primo che ci fa sapere come “Rana esegua controlli rigorosi e costanti su tutte le materie prime utilizzate nei propri prodotti. Queste analisi vengono effettuate da laboratori esterni, internazionali e accreditati, utilizzando metodi di analisi riconosciuti e certificati. Le verifiche che abbiamo condotto sugli Gnocchi di Patate Giovanni Rana hanno confermato la regolarità del prodotto, secondo i parametri raccomandati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Garofalo, innanzitutto spiega che “Il prodotto Gnocchi con patate fresche, oggetto del test della rivista il Saldo, è realizzato con una ricetta specifica per il mercato Svizzero, con una base di 88% di purea di patate”.
Dopo aver escluso la presenza sugli scaffali italiani di quegli gnocchi, però, aggiunge: “Il valore rilevato nel test di Propamocarb è di 0.012mg/kg, e la soglia massima stabilita dalla normativa svizzera è 0.3mg/kg. Pertanto, il valore rilevato nel test è in piena conformità, e di ben 10 volte al di sotto del limite stabilito della normativa Svizzera”.
Il test di saldo: un’analisi rigorosa
L’analisi è stata condotta in un laboratorio alimentare tedesco, che ha esaminato i campioni seguendo criteri rigorosi:
- Ricerca di circa 600 pesticidi, tra cui il glifosato e il suo prodotto di degradazione AMPA.
- Analisi della presenza di clorato e perclorato, sostanze che possono finire negli alimenti attraverso l’acqua trattata con cloro o i disinfettanti usati nei macchinari di produzione.
- Screening per micotossine come aflatossine, deossinivalenolo, zearalenone e ocratossina A. Fortunatamente, nessuna di queste tossine è stata rilevata nei prodotti analizzati.