Pfas oltre i limiti nelle acque minerali. Vittel (Nestlé) tra le più contaminate

Pan, Pesticide action network ha analizzato 19 acque in bottiglia riscontrando alti livelli di Tfa, derivante principalmente dalla degradazione dei pesticidi, la molecola più piccola dei Pfas

È la molecola più piccola della famiglia dei Pfas, gli “inquininati per sempre”, e la sigla apparentemente non desta sospetti nei consumatori: Tfa, l’acido trifluoroacetico, frutto della degradazione dei pesticidi nel terreno. Un test condotto su 19 acque minerali acquistate in sette paesi europei da Pan, Pesticide action network lo ha trovato in 7 campioni oltre i limiti consentiti, le cui fonti dovrebbero essere protette da ogni forma di contaminazione.

Le barre blu rappresentano i risultati delle analisi estive, mentre le barre azzurre riflettono le analisi di conferma effettuate in autunno.

Per sette campioni, i livelli superano la soglia normativa per i metaboliti dei pesticidi ritenuti “rilevanti”, fissata a 0,1 microgrammi per litro (μg/l) per l’acqua potabile. Con 3,4 µg/l, il record spetta all’acqua minerale naturale Villers, commercializzata in Belgio e la cui fonte è in Vallonia. Questo è 34 volte superiore al limite normativo. A seguire la “belga” Ordal con 0,47 µg/l e la “francese” Vittel, marchio molto venduto del gruppo Nestlé, con 0,4 µg/l.

Tuttavia, ciascuna delle acque minerali testate, precisa una nota di Pan, anche quella con la contaminazione misurata più elevata, è conforme alla maggior parte degli attuali valori guida per la salute umana stabiliti da varie autorità nell’Ue, anche con un elevato consumo giornaliero di 2 litri, calcolato per un adulto di 60 kg. Valori guida che tuttavia non tengono conto, aggiungiamo noi, delle più recenti evidenze scientifiche sui Pfas e che quindi potrebbero sottovalutare l’esposizione umana. Inoltre, l’acqua minerale è in media meno contaminata da Tfa rispetto all’acqua del rubinetto.