A due settimane dalla figuraccia della piattaforma Piracy Shield, pensata per arrestare la pirateria streaming sulle partite di Serie A e che ha invece bloccato per diverse ore Google Drive, Elisa Giomi, commissaria dell’Agcom attacca la piattaforma: “È un fallimento”.
A due settimane dalla figuraccia della piattaforma Piracy Shield, pensata per arrestare la pirateria streaming sulle partite di Serie A e che ha invece bloccato per diverse ore Google Drive, Elisa Giomi, commissaria dell’Autorità garante per le comunicazioni, attacca la piattaforma con una nota pubblica.
La richiesta ignorata di sospensione
“Ho dovuto prendere le distanze dalla posizione dei miei colleghi sulla piattaforma Piracy Shield – spiega Giomi – L’ho fatto perché mi sono trovata di fronte a un contesto di totale sottovalutazione del gravissimo episodio di sabato 19 ottobre, quando il sistema antipirateria ha causato per errore il blocco dei servizi di Google Drive sul territorio italiano. Ho chiesto l’immediata sospensione del funzionamento della piattaforma al fine di evitare conseguenze peggiori. La maggioranza del Consiglio, però, ha scelto di proseguire”.
Sistema inefficiente e sproporzionato
La realizzazione della piattaforma è imposta all’Autorità dalla legge, ragiona la commissaria secondo cui, però, “Non si può continuare a nascondere il fallimento dell’iniziativa Piracy Shield, che io peraltro avevo pronosticato, tanto che ho espresso la mia contrarietà fin dall’inizio. L’attuale sistema è inefficiente e genera rischi di gravità del tutto sproporzionata rispetto al fine pur meritevole che persegue”.
Il meccanismo dei 30 minuti che favorisce l’errore umano con gravi conseguenze
Questo avviene, secondo Elisa Giomi a causa dei suoi stessi meccanismi di funzionamento, che impongono il blocco di un indirizzo pirata entro soli 30 minuti. “Come abbiamo visto alcune settimane fa, un semplice errore umano può causare l’interruzione di un servizio essenziale. Per tacere di ciò che potrebbe accadere se l’infrastruttura fosse usata come veicolo per un attacco hacker ai sistemi informatici essenziali del paese. Le indagini su accessi abusivi massivi alle più delicate banche dati nazionali che in questi giorni sono al centro delle cronache dimostrano i rischi potenziali dello sviluppo poco accorto di sistemi e software pubblici” ragiona Giomi, che solleva dubbi anche sull’impatto economico dell’operazione.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Dubbi anche sull’impatto economico per le classe pubbliche
“La piattaforma è stata presentata come a costo zero, visto che è stata donata ad Agcom dalla Lega Calcio, ma le spese di manutenzione sono rapidamente lievitate e oggi sono stimate in più di 100mila euro all’anno” precisa la nota.
Giomi: “Le priorità sono altre”
Giomi conclude: “Dopo aver preso atto del rigetto della mia proposta, ho comunque cercato di mantenere un atteggiamento costruttivo e ho approvato la scelta di diffidare Dazn per la segnalazione errata, posto che si tratta in ogni caso di un errore non giustificabile. Mi sono astenuta, invece, riguardo al richiamo che il Consiglio ha deciso di inviare ai fornitori di servizi internet affinché aderiscano al più presto alla piattaforma, dato che comprendo perfettamente il loro scetticismo. Infine, pur considerando la lotta alla pirateria una necessità, è fuorviante farla diventare una questione prioritaria in termini di legalità rispetto a ben altri abusi che avvengono quotidianamente nel nostro Paese in ambito digitale e non”.