I tre balsami sono stati bocciati dalle analisi della rivista tedesca Oko-test perché contengono sostanze problematiche come Peg, filtri chimici, conservanti e profumi sospetti
Un classico del rientro estivo, soprattutto per le donne, è quello di correre ai ripari per rinvigorire la propria capigliatura. Quasi sempre, infatti, nei mesi estivi i capelli, soprattutto quelli tinti, vengono danneggiati dai raggi UV, dall’acqua salata e dal cloro. L’intensità del colore svanisce, i capelli diventano secchi, fragili e privi di lucentezza. A questo punto entrano in gioco i balsami speciali per la cura dei capelli colorati, che promettono risultati miracolosi. Ma cosa contengono davvero questi prodotti? Purtroppo in alcuni troviamo ingredienti preoccupanti e i peggiori sono proprio quelli di marca, da L’Oréal, che con i suoi Elvitan Color e Redken Color, occupa gli ultimi due posti in classifica, a Procter & Gamble, che con il suo “HairBiology Full & Shining”, completa la triade dei prodotti giudicati insufficienti. Meno peggio Pantene di Procter & Gamble che, però, ottiene un giudizio appena sufficiente.
Il test tedesco condotto su 30 balsami per la cura dei capelli colorati
È quanto emerge dal test effettuato dalla rivista tedesca Oko-test su 30 balsami in commercio, nella fascia di prezzo tra 0,43 e 39,90 euro, acquistati in drogherie, discount, negozi biologici e online, di cui tre con certificazione di cosmesi naturale.
La metà dei prodotti testati, quindi ben 15, ottiene il voto massimo con un giudizio “ottimo”. Tra questi ci sono Bioturn, Lavera, Balea (di Dm), Nivea Color Brilliance e Yves Rocher Color. Altri 7 ottengono un giudizio complessivo “buono” e tra questi ci sono il balsamo Aveda Color, il Cien Color Brilliance di Lidl e il Gliss Color Perfector di Schwarzcopf & Henkel. Sei prodotti contengono Peg e derivati che possono rendere la pelle più permeabile a sostanze estranee e quindi anche a ingredienti potenzialmente preoccupanti, rilevati dai laboratori in alcuni prodotti. Quattro sono i prodotti che si trovano in fondo alla classifica: oltre ai tre già citati, ottiene un giudizio negativo anche il balsamo Goldwell di Kao Germany.
Pieni di filtri con effetti ormonali e conservanti critici
Più della metà dei balsami convenzionali utilizza filtri UV chimici per proteggere il colore dallo sbiadimento causato dall’esposizione al sole. La maggior parte di questi filtri è attualmente considerata sicura per l’organismo umano. Tuttavia, il filtro UV Ethylhexylmethoxycinnamate, presente nel Neqi Professional Repair Reveal Conditioner e nel Goldwell Dualsenses Color Extra Rich Brilliance Conditioner, si è dimostrato ormonalmente attivo negli esperimenti sugli animali, e per questo è stato valutato negativamente.
Per tenere sotto controllo la proliferazione dei microrganismi, tipica dei cosmetici a base d’acqua, le formule vengono arricchite da conservanti. Procter & Gamble utilizza nel balsamo Hair Biology Full & Shining la combinazione di Chlormethylisothiazolinone (CIT) e Methylisothiazolinone (MIT) che in prodotti come le creme, che restano sulla pelle, è vietata dal 2015, mentre è consentita ad una bassa concentrazione nei prodotti risciacquabili. Il CIT è un potente allergene, appartenente alle sostanze organiche alogenate, molte delle quali possono causare allergie e accumularsi nell’ambiente. Della stessa categoria anche il conservante Chlorhexidine digluconate, presente nelle formulazioni dei balsami L’Oréal Elvital e Redken.
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Tra i conservanti ci sono anche i parabeni sulla cui sicurezza si sta attualmente riflettendo. Allo stato attuale, solo i parabeni a catena più lunga, come il propilparabene utilizzato dal produttore Dr Kurt Wolff nel balsamo Plantur 39, sono considerati problematici per gli effetti ormonali che sono emersi da studi sugli animali.
Note di profumo problematiche
Il laboratorio ha analizzato i balsami per verificare la presenza di sostanze profumate soggette a dichiarazione, composti muschiati policiclici e nitro-muschiati e Cashmeran. Purtroppo molti produttori utilizzano componenti aromatiche critiche. Ad esempio, i balsami di La Biosthetique, Pantene Pro-V e Hair Biology contengono la sostanza Galaxolide (HHCB), una fragranza muschiata policiclica, e Elvital di L’Oréal contiene anche Tonalide (AHTN). Entrambe le sostanze si accumulano nel tessuto adiposo umano e, secondo l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa), sono sospettate di influenzare il sistema endocrino e sono attualmente oggetto di una nuova valutazione. Anche Cashmeran, rilevato nel prodotto La Biosthetique e nel balsamo Redken Color Extend Magnetics, può accumularsi nel tessuto adiposo e non è facilmente biodegradabile nell’ambiente. Nel balsamo Aveda Color Control e nel balsamo Hair Biology Full & Shining, è stata confermata la presenza della fragranza Hydroxycitronellal, che provoca reazioni allergiche relativamente frequenti.
Ancora troppa plastica nel prodotto e nella confezione
La plastica continua a comparire nella maggior parte dei test cosmetici, anche se l’uso di composti plastici e siliconi difficili da biodegradare è sempre meno frequente nelle formulazioni. È sorprendente, quindi, trovarli ancora in quasi un terzo dei prodotti testati. Per quanto riguarda l’imballaggio, solo sei produttori utilizzano plastica riciclata.
Consigli per la cura dei capelli colorati
La maggior parte delle colorazioni permanenti sono tinture ossidative che danneggiano la struttura del capello per consentire un migliore assorbimento dei pigmenti artificiali. Chi non vuole rinunciare a tingere i capelli può provare questi consigli:
- i prodotti di cura del colore non devono essere costosi: il balsamo più economico nel test, il Bevola Seidenglanz, costa appena 43 centesimi e ottiene un voto “ottimo”;
- i siliconi si depositano sui capelli come un film e creano solo un’illusione ottica di cura;
- per evitare i danni provocati dalle tinture ossidative si può ravvivare il colore di tanto in tanto solo con un tonalizzante o con rimedi casalinghi come tè o caffè.