È durato meno di un mese e mezzo lo stop della Provincia di Alessandria alla produzione di Pfas cC604 da parte del polo chimico Syensgo (ex Solvay), che era stato trovato nelle falde acquifere circostanti. Secondo l’ex assessore all’ambiente Claudio Lombardi, la decisione è arrivata dopo un’accesa discussione con l’Arpa
È durato meno di un mese e mezzo lo stop della Provincia di Alessandria alla produzione di Pfas cC604 da parte del polo chimico Syensgo (ex Solvay), che era stato trovato nelle falde acquifere circostanti. Secondo l’ex assessore all’ambiente Claudio Lombardi (membro di Legambiente), la decisione è arrivata dopo un’accesa discussione con l’Arpa.
L’ok della Provincia a ricominciare
A riportare la notizia il quotidiano la Stampa, che ha intervistato Lombardi, che spiega: “Lo scorso 24 luglio Solvay ha ripreso la produzione e nell’atmosfera di Spinetta, ma anche di una vasta area della Fraschetta fino a Montecastello, Piovera e Alessandria hanno ricominciato a riversarsi i tossici Pfas nell’aria”. Secondo Lombardi, “la Provincia ha autorizzato la ripresa della produzione e l’uso del cC604. Ma si apprende anche che ciò è avvenuto dopo un acceso dibattito con Arpa che aveva trasmesso relazioni comprovanti interventi risolutivi delle perdite basandosi non già su attività svolte direttamente ma su studi, controlli ed attività svolti da un perito incaricato da Solvay”.
Lo stop a inizio giugno
Dopo i controlli ambientali di Arpa Piemonte, che avevano certificato il mancato rispetto delle emissioni di Pfas nell’ambiente, la provincia di Alessandria a inizio giugno aveva inviato a Syensqo, due diffide intimando allo stabilimento chimico di rispettare i limiti di legge consentiti per gli scarichi di queste sostanze, invitandola a rispettare negli scarichi i parametri previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale, scesi a 0,5 microgrammi/litro sia per il cC604 sia per le altre sostanza analoghe. L’azienda ha messo in campo una barriera idraulica, ma secondo Lombardi, come riporta la Stampa, “la barriera idraulica non mostra un impianto idoneo a contenere le fuoriuscite interne allo stabilimento”, e la produzione “può essere riprese solo dopo interventi risolutivi comprovati e certificati per un adeguato lasso di tempo”.
L’appello per la bonifica urgente
Intanto il comitato Stop Solvay, Ànemos e Greenpeace hanno scritto alla Regione Piemonte dopo i risultati del monitoraggio indipendente sulla presenza nel sangue della popolazione di Spinetta Marengo dei temuti inquinanti Pfas, chiedendo di individuare prontamente i responsabili dell’inquinamento e di avviare urgentemente una bonifica.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente