Un progetto innovativo di studenti dell’Università La Sapienza estrae la cheratina dai capelli tagliati e realizza un idrogel che può avere applicazioni in ambito farmaceutico, cosmetico, agricolo, ambientale e alimentare
Quante volte, andando dal parrucchiere, ci siamo chiesti che fine fanno i capelli tagliati, che diventano delle piccole montagnette sotto le poltrone del salone? Solo in Italia, ogni anno, i parrucchieri buttano oltre 5 mila tonnellate di capelli tagliati che sono anche difficile da smaltire e, se inceneriti, possono rilasciare sostanze tossiche. Ebbene, un team di 9 giovani studenti dell’Università La Sapienza di Roma ha scoperto come trasformare questi capelli in una risorsa.
L’innovativo progetto di economia circolare chiamato Keralight prevede di estrarre la cheratina dai capelli tagliati per realizzare un idrogel che può avere applicazioni nel settore farmaceutico, cosmetico, agricolo, ambientale e alimentare. Nella farmaceutica, ad esempio, l’idrogel è impiegato per alleviare i bruciori della pelle, facilitare la rigenerazione dei tessuti, o nei bendaggi per la ricostruzione della superficie oculare. Nell’industria cosmetica è invece un ingrediente chiave dei patch per gli occhi, delle maschere idratanti, dei prodotti per la cura dei capelli, ma anche delle protesi per la chirurgia estetica. E grazie alla sua enorme capacità di trattenere l’acqua, l’idrogel è utilizzato anche in agricoltura, nel recupero ambientale e persino nella produzione alimentare.
Il progetto Keralight realizza una perfetta economia circolare e sfrutta il network di parrucchieri oltre che per la raccolta dei capelli tagliati, anche per informare e sensibilizzare i clienti sui possibili ri-usi dei capelli e, più in generale, sul grande valore che spesso i nostri rifiuti possono ancora avere grazie al riciclo o al riuso.
“Keralight nasce dalla volontà di creare un business attento all’ambiente, trasformando in risorsa un rifiuto tanto comune come possono essere i capelli tagliati tutti i giorni dalle migliaia di parrucchieri nel nostro Paese – spiegano Emilia Nappi e Aurora Cascioli, rispettivamente leader e vice-leader del team Enactus La Sapienza – Ma vogliamo fare di più: risolvere la disinformazione sul conferimento dei capelli e alimentare la consapevolezza del loro valore presso le persone. I capelli, infatti, sono un materiale straordinario che, grazie alla loro resistenza e capacità di assorbire liquidi, può essere utilizzato per applicazioni innovative. E, con Keralight, abbiamo trovato il modo di dare una seconda vita anche ai capelli tagliati, creando un circolo virtuoso da cui ogni attore, dai parrucchieri, alle industrie, ai consumatori, può trarre beneficio”.
Il progetto rappresenterà l’Italia alla prossima edizione della Enactus World Cup, in programma a ottobre in Kazakhistan, dove studenti provenienti da tutto il mondo si sfideranno a colpi di idee imprenditoriali sostenibili volte a risolvere problemi di grande attualità. Oltre al titolo di “Champion” della National Competition di Enactus Italia, il team della Sapienza è stato premiato con il trofeo realizzato da Krill Design, azienda che ha fatto dell’economia circolare la sua cifra distintiva, trasformando i sottoprodotti organici delle aziende in Rekrill, un biopolimero biodegradabile e compostabile, con cui realizza prodotti di eco-design funzionali alle esigenze dell’azienda stessa che ha generato lo scarto. Quest’anno, Krill Design ha realizzando i trofei a partire da scarti di limone, arancia e lime.