Solari per bambini: non scivoliamo sulla crema o sullo spray sbagliato

SOLARI BAMBINI

Proteggersi dal sole è fondamentale ma serve attenzione anche per la scelta degli schermi visto che troppi contengono interferenti endocrini, sospetti genotossici e allergizzanti. Ma c’è chi si salva: 12 solari per bambini a confronto

 

Al sole, protetti, con giudizio. L’arrivo dell’estate significa bagni in piscina, gite al mare e in montagna, una rinnovata esposizione al sole e all’aria aperta da parte di bambini che dopo un anno di scuola sono ben felici di rotolarsi sulla spiaggia o sui prati verdi senza troppi vincoli, regole e vestiti. Un primo filtro però è meglio metterlo: maglietta e cappellino, con abiti chiari e leggeri, specialmente se si sta al sole nelle ore calde, da tutti sconsigliate (non solo per i più piccoli). In ogni caso nel corredo estivo non può mancare la crema solare. E la scelta è davvero ardua, se si considerano i tanti prodotti presenti sul mercato, le formulazioni in crema e spray, i formati e l’analisi degli ingredienti (e perché no, anche il prezzo).

A confronto 12 solari per bambini

Ma cosa c’è dentro una crema solare? Per capirlo abbiamo messo a confronto 12 prodotti, 6 in formato crema/latte e 6 in formato spray, con un fattore di protezione 50+,

Nel numero di giugno il test integrale su creme e spray solari per bambini. Il giornale è in edicola e in versione digitale qui

espressamente dedicati ai bambini. E siamo andati alla ricerca dei filtri solari usati (chimici o fisici), degli interferenti endocrini e delle sostanze sgradite per l’ambiente. Proprio sui perturbatori ormonali, e più in generale sulla necessità di un corretto impiego di questi prodotti, si sofferma il “Position Paper sull’uso delle creme contenenti filtri solari”, un recente documento pubblicato sull’European Journal of Pediatric Dermatology e firmato da esperti, pediatri e dermatologi che richiama l’attenzione sulla corretta fotoprotezione.
Il documento ricorda che “il melanoma dell’adulto può essere favorito dalle ustioni solari legate a esposizione irrazionale al sole soprattutto nei primi due decenni di vita”. La protezione con filtri fisici e chimici è efficace se applicata nella quantità adatta (che ha numeri precisi: 2 mg/cm² di pelle scoperta) ma è anche vero che la loro applicazione dà “una falsa sensazione di sicurezza che aumenta l’esposizione intenzionale al sole con i rischi connessi”.

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I rischi del filtro sbagliato

E quali sono i rischi dei filtri? “Ci sono evidenze scientifiche che i filtri chimici attraversino la pelle e passino in circolo e che molte di queste molecole abbiano azione di interferenza endocrina”, si legge nel documento, che ricorda anche l’esistenza di “prove controverse sulla possibilità che i filtri fisici sotto forma di nano particelle possano attraversare la pelle soprattutto in presenza di lesioni cutanee e dare origine a pericoli per la salute umana”. A tutto questo si aggiunge l’interferenza dei filtri solari con gli ecosistemi ambientali.
“Alla luce di quanto evidenzia una robusta e recente letteratura scientifica accreditata, ci corre l’obbligo, scientifico ed etico, di segnalare – concludono gli esperti – la possibilità di danni alla salute per l’utilizzo di filtri solari chimici ma anche fisici se con formulazioni ‘nano’. La fotoprotezione rimane un principio fondamentale per scongiurare effetti dannosi a breve e lunga distanza, compreso il rischio oncogeno, dovuti a cattiva esposizione alla luce solare. Diventa però fondamentale individuare la migliore strategia in merito onde evitare che la soluzione sia peggiore del problema”.
Da qui la necessità di capire cosa ci sia dentro i solari e come fare una scelta che possa tutelare quanto più possibile la salute dei più piccoli.

Quello che abbiamo trovato in creme e spray

Latte o spray, purché la protezione sia alta e adatta ai bambini. Con questa bussola abbiamo messo a confronto 12 solari (suddivisi nelle tabelle in 6 creme e 6 spray) trovati nei negozi specializzati, in profumeria e farmacia. Abbiamo analizzato l’Inci, la “lista degli ingredienti”, alla ricerca dei filtri, dei sospetti interferenti endocrini e di sostanze sgradite.

Filtri fisici

I filtri fisici agiscono come uno specchio e permettono di riflettere i raggi solari. Sono sostanzialmente due: ossido di zinco e biossido di titanio. Abbiamo trovato l’ossido di zinco, in combinazione con filtri chimici, nel solare Chicco e il titanium dioxide in forma nano in Nivea Sun Kids Protect&Care. Nel 2014 il Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori (Sccs) ha concluso che l’uso dell’ossido di zinco è sicuro nella forma non nano e non patinata in prodotti cosmetici per l’applicazione sulla pelle, ma ha ritenuto fonte di preoccupazione l’esposizione per via inalatoria, per cui questo ingrediente è vietato nei cosmetici spray. Secondo l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) l’ossido di zinco è una sostanza “molto tossica per la vita acquatica”. Il biossido di titanio è un filtro Uv che, in forma nano, evita l’effetto biancastro sulla pelle, ma, oltre a essere problematico per l’ambiente, deve subire i sospetti di genotossicità, per cui è stato cancellato dalla lista degli additivi alimentari utilizzabili in Europa dopo che una valutazione dell’Efsa del 2021 aveva stabilito che non era sicuro. L’Unione europea nel 2022 ha vietato il biossido di titanio a scopo alimentare, mentre rimane approvato nei farmaci e nei cosmetici.

Filtri chimici

I filtri chimici catturano i raggi solari e li disperdono sotto forma di calore. Hanno una concentrazione massima stabilita per legge. Nel nostro campione si va da un minimo di 4 a un massimo di 8 filtri solari chimici. Fra questi ci sono diethylamino hydroxybenzoyl hexyl benzoate, ethylhexyl salicylate, bis-ethylhexyloxyphenol methoxyphenyl triazine, ethylhexyl triazone, phenylbenzimidazole sulfonic acid. Alcuni sono particolarmente critici perché sospetti interferenti endocrini. Fra questi ci sono homosalate e octocrylene, presenti nei solari Australian Gold e Clinians, mentre l’Inci di Leocrema evidenzia la presenza di octocrylene. Altri possono avere un impatto ambientale più o meno marcato. Ad esempio il methoxypropylamino cyclohexenylidene ethoxyethylcyanoacetate è tossico per gli organismi acquatici.

Sospetti interferenti endocrini

Gli interferenti endocrini sono sostanze che possono alterare il normale equilibrio ormonale e il sistema endocrino, con effetti sul sistema immunitario e sulla salute riproduttiva, preoccupanti quando si parla di bambini e adolescenti. Sospetti interferenti endocrini sono l’homosalate e l’octocrylene. Sul primo ci sono dati di interferenza endocrina nei test in vitro. In un parere del 2021 l’Sccs ha stabilito che l’homosalate è sicuro come filtro Uv a concentrazioni fino al 7,34% nelle creme viso e spray. Uno dei problemi dell’octocrylene è che con il passare del tempo può dare come prodotto di degradazione il benzophenone. L’octocrylene risulta molto tossico per la vita acquatica, è collegato a danni alla barriera corallina e, secondo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, è in corso di valutazione come persistente, bioaccumulabile e tossico. Penalizzazione inferiore invece per l’ethylhexyl methoxycinnamate. Il team di Ecobiocontrol ha testato questa sostanza e ha trovato un dato che rende la molecola sospetta solo nei test condotti sugli invertebrati. Semaforo giallo, dunque, perché “i dati non sono robusti”. Questo spiega il diverso rilievo che è stato dato alla sua presenza nei due solari che la contengono, Dermandé Sun e Bionike Defense Sun (in quest’ultimo caso l’azienda ci ha comunicato che le produzioni a partire dal 2023 hanno escluso l’erthylhexyl methoxycinnamate).

Ingredienti sgraditi

Oltre a monitorare i Peg (sono derivati dal petrolio), abbiamo segnalato una serie di sostanze sgradite perché problematiche per l’ambiente. È il caso dell’Edta, che non è biodegradabile, finisce nei fondali marini, porta in soluzione i metalli pesanti ed è dannoso per la vita acquatica. Segnalata la presenza di triethanolamine, che in particolari condizioni possono generare nitrosammine, e del dimethicone, derivato siliconico poco o nulla biodegradabile.