Solo otto integratori, sui 22 analizzati, ottengono un giudizio “buono”, mentre 12 ricevono insufficiente. In alcuni casi vengono aggiunti eccipienti inutili o addirittura dannosi, e in due prodotti analizzati è stato rilevato il biossido di titanio che da agosto 2022 è vietato perché potenzialmente genotossico
L’acido folico è un elemento importantissimo per le donne in gravidanza perché previene alcune malformazioni nello sviluppo del feto. Infatti tutti i medici ne raccomandano l’assunzione, soprattutto nel primo trimestre, poiché un basso livello di acido folico nelle prime settimane aumenta il rischio di anomalie dello sviluppo del canale midollare del feto, noto come “difetto del tubo neurale”. Ci sono diversi cibi che ne contengono in quantità , dai cavoli agli spinaci, dai legumi ai fagiolini, ma essendo molto sensibile alla luce e al calore, può andare facilmente perso durante la cottura o la conservazione. Per questo è molto importante assumerlo sotto forma di integratore, ma quanto sono sicure queste compresse? Non dovremmo neanche chiedercelo, visto che vengono assunte da donne in stato interessante e non si dovrebbe scherzare con la loro salute. Tuttavia non mancano le brutte sorprese.
I risultati del test
La rivista tedesca Oko-test ha analizzato 22 integratori di acido folico pubblicizzati per donne in età fertile, in gravidanza e in allattamento e il verdetto lascia più che perplessi. Soltanto otto compresse ottengono un giudizio “buono”, mentre 12 ricevono un insufficiente. Come prima cosa le dosi di acido folico non sono quelle raccomandate. In alcuni casi vengono aggiunti eccipienti inutili o addirittura dannosi, e in ben due prodotti analizzati è stato rilevato il biossido di titanio (noto come additivo alimentare E 171) che da agosto 2022 è stato vietato perché potenzialmente genotossico. Va precisato che gli integratori alimentari consegnati fino ad agosto 2022 possono ancora essere venduti e il produttore interessato ha fatto sapere che intende rimuovere la sostanza dalla formulazione, ma sarebbe stato meglio che lo avesse fatto prima di essere “scoperto”.
Rispetto alle dosi di acido folico raccomandate, la maggior parte dei prodotti analizzati contiene dosaggi imprecisi, tra i 500 e 600 μg, che non corrispondono a nessuna delle raccomandazioni ufficiali. La Società Tedesca di Nutrizione (DGE) consiglia alle donne nel primo trimestre di gravidanza di integrare 400 microgrammi (μg) di acido folico al giorno, prendendolo magari già quattro settimane prima del concepimento se si intende rimanere incinta. Durante i primi tre mesi si dovrebbero addirittura integrare 800 μg di acido folico, ma dopo il primo trimestre questa dose è troppo elevata. Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) l’assunzione di acido folico per un lungo periodo è considerata sicura solo fino a un limite massimo di 1.000 μg. Superare il limite può causare problemi, addirittura un aumento del rischio di cancro. Purtroppo le compresse vengono pubblicizzate in modo troppo generico per “gravidanza fino all’allattamento” o “desiderio di avere figli fino all’allattamento”
Tutti gli integratori, tranne due, contengono anche iodio e la combinazione è sensata poiché anche il fabbisogno di questo nutriente, importante per lo sviluppo cognitivo del feto, difficilmente si soddisfa solo con l’alimentazione. Nella maggior parte delle compresse la quantità di iodio è appropriata e segue le raccomandazioni della DGE secondo cui bisognerebbe assumerne quotidianamente 100-150 μg per tutta la durata della gravidanza. Solo due pillole superano questa dose.
Presenza di altri nutrienti inutili e a volte dannosi
Infine, in quasi tutti i prodotti sono presenti, in diverse quantità , ulteriori vitamine, minerali e oligoelementi. A volte non sono pochi: un prodotto da farmacia contiene più di due dozzine di “importanti micronutrienti”. Si tratta di un’aggiunta inutile poiché, oltre a non sostituire l’apporto di una dieta equilibrata, in molti casi vengono eliminati così come sono. Dodici compresse contengono nutrienti sopra le quantità massime raccomandate. In alcuni casi un aggiunta di nutrimenti comporta dei rischi: ad esempio, l’assunzione a lungo termine di troppa vitamina A può ridurre la densità ossea, mentre un’assunzione aggiuntiva di ferro in donne in gravidanza che non hanno carenze può aumentare il rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita. Un supplemento di ferro dovrebbe avvenire solo dopo una diagnosi medica di carenza, ma per diversi prodotti è mancato un tale avviso.
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