Giù le maschere! Il test su 17 prodotti per il viso per trovare i più sicuri

Sono usa e getta e stanno conquistando sempre più consumatrici e consumatori, soprattutto giovani. Colorate e dai profumi più vari le maschere per viso servono a idratare, come antiacne, antiage… Ma cosa nascondono dentro? Ecco cosa ha scoperto un test francese

 

Le maschere monouso per il viso, con le loro varietà di profumi e grafiche accattivanti, stanno conquistando sempre più terreno nel mondo della cosmesi, diventando una moda diffusa soprattutto tra i giovani. Tuttavia, dietro l’apparenza di prodotti divertenti e convenienti, si celerebbero rischi per la salute e l’ambiente che meritano un’attenzione approfondita. Almeno secondo la recentissima indagine di 60 millions de consommateurs, il mensile dei consumatori francesi.

Dalla Corea con furore

Negli ultimi anni, le maschere monouso per il viso hanno goduto di una crescente popolarità, specialmente tra i giovani consumatori. Grazie alle loro formulazioni innovative e alla loro praticità d’uso,  sono diventate una scelta comune per coloro che cercano un trattamento rapido ed efficace per la cura della pelle. Marchi come Monoprix in Francia hanno colto questa tendenza aprendo addirittura bar delle maschere in collaborazione con grandi nomi del settore cosmetico, offrendo una vasta gamma di opzioni ai consumatori. Alle feste di compleanno dei preadolescenti, sono diventate di moda. Con le loro grafiche di unicorni o panda, i loro profumi di fragola o cioccolato, si presentano come prodotti cosmetici divertenti e convenienti.

La moda arriva dall’Est asiatico. Le maschere “Made in Korea” sono sbarcate sui social media durante la pandemia. Il principio è semplice. Una maschera in tessuto usa e getta e pre-tagliata, imbevuta o da imbevere di crema, viene applicata sul viso per una quindicina di minuti. Dopo questo “piccolo momento per sé”, abbastanza breve da adattarsi alla routine, abbastanza lungo per far penetrare gli attivi, va rimossa.

Giù la maschera

Tuttavia, dietro la maschera di bellezza si nascondono potenziali rischi per la salute e l’ambiente. Uno studio condotto da 60 Millions de Consommateurs ha evidenziato che molti prodotti monouso contengono ingredienti controversi, tra cui conservanti irritanti e sensibilizzanti come il fenossietanolo e il limonene. Queste sostanze possono causare irritazioni cutanee e reazioni allergiche, soprattutto nelle persone con pelle sensibile.

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La classifica del test sulle creme idratanti pubblicata dal mensile francese 60 millions de consommateurs

Inoltre, l’uso diffuso delle maschere monouso ha un impatto significativo sull’ambiente osservano i francesi. Questi prodotti generano una quantità considerevole di rifiuti plastici, che spesso non sono facilmente riciclabili. Gli ingredienti utilizzati nella produzione delle maschere possono anche avere un impatto negativo sulla natura, con sostanze come l’EDTA che possono trasportare metalli pesanti nell’ambiente e composti etossilati provenienti da processi produttivi inquinanti.

Cosa contengono?

Scendiamo nel dettaglio delle analisi realizzate oltralpe e che hanno sottoposto 17 maschere al Cosméto’Score, un punteggio sviluppato dall’Istituto nazionale per il consumo (INC) francese.
“Nella nostra valutazione, abbiamo considerato per tutte le maschere un utilizzo settimanale – spiegano da 60 millions – senza tener conto delle indicazioni del produttore. La maggior parte, del resto, non specifica la frequenza di utilizzo. Quando è indicata (Biocyte, Nocibé, Garnier), va da una a tre volte a settimana”.
Cosa hanno trovato i francesi? Gli ingredienti classici con proprietà idratanti: glicerina, propileneglicole, molecole che impediscono l’evaporazione dell’acqua come il collagene e l’acido ialuronico (“sodio ialuronato”, nella lista internazionale degli ingredienti cosmetici), e altre come il 1,2-esanediolo o il butileneglicole, un po’ meno positive per la salute e l’ambiente. Conservanti, spesso irritanti, come il fenossietanolo. E molecole profumate spesso sensibilizzanti come il limonene, il linalolo, il geraniolo, il citronellolo, ecc.
I prodotti considerati peggiori presentano ingredienti sospettati di essere interferenti endocrini come il benzilsilicate.

Maschere antiage: quanti problemi!

E il quadro non cambia quando i francesi vanno  a esaminare quattro maschere anti-età: “Stessi difetti riscontrati nell’ultimo test sulle creme anti-rughe scrivono – una lunga lista di ingredienti con più ingredienti problematici per la salute e l’ambiente rispetto alle maschere idratanti”.

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la classifica del test sulle maschere antiage di 60 Millions de consommateurs

La maschera Placentor Végétal contiene, ad esempio, il butilfenil metilpropionale, una sostanza sensibilizzante e sospetta di essere un disruptore endocrino.
La maschera anti-età L’Oréal Paris contiene biossido di titanio e mica, non indicati come presenti sotto forma nanometrica ma che, in teoria, possono esporre a nanoparticelle e forse sono superflui in questo tipo di prodotto, spiegano da 60 millions. Suggerendo che “Più queste maschere contengono sostanze allergeniche, irritanti o disruptori endocrini, più è necessario spaziare il loro utilizzo e evitarle negli adolescenti”.

L’ambiente (non) ringrazia

Tra gli ingredienti problematici, si possono citare agenti chelanti come l’EDTA che, una volta nell’ambiente, in particolare acquatico, trasporta con sé metalli pesanti non filtrabili. E che potrebbe finire potenzialmente nell’acqua potabile. I composti etossilati come il gliceret-26, il fenossietanolo o l’olio di ricino provengono poi da un processo di produzione estremamente inquinante.
In più, scrivono i colleghi transalpini, queste maschere generano soprattutto rifiuti per la maggior parte non riciclabili. Senza fornire indicazioni su cosa farne dopo l’uso. Solo Garnier garantisce che la sua maschera è compostabile (logo Ok Compost). Alcuni altri consigliano di gettarla nel bidone della spazzatura. Altri ancora (Lavera, Cattier) mostrano un 100% biodegradabile, un’affermazione recentemente proibita dalla legge anti-spreco e economia circolare francese (Agec).

Poca trasparenza in etichetta

Un altro problema evidenziato dalla ricerca è la mancanza di trasparenza nell’etichettatura dei prodotti. Mentre alcuni marchi mostrano indicazioni come il Punto verde o il Triman, che possono essere interpretate come segni di riciclabilità, in realtà molti imballaggi non forniscono istruzioni chiare su come smaltirli correttamente. Questo crea confusione tra i consumatori e può portare a un errato smaltimento dei rifiuti.

Più regole

Di fronte a queste preoccupazioni, è evidente la necessità di una maggiore consapevolezza e regolamentazione nel settore delle maschere monouso per il viso, concludono da 60 Millions. Aggiungendo che gli operatori del settore cosmetico devono assumersi la responsabilità di utilizzare ingredienti sicuri e sostenibili nelle loro formulazioni, mentre le autorità di regolamentazione devono garantire il rispetto delle normative ambientali e di sicurezza.

Allo stesso tempo, i consumatori devono essere più consapevoli delle implicazioni delle loro scelte di acquisto e fare uno sforzo per scegliere prodotti che siano sia sicuri per la loro salute che rispettosi dell’ambiente.