Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle 51 aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive, parte delle quali prodotte dalle centrali nucleari mai entrate in funzione. Da Matera ad Alessandria, in 6 regioni di cui 4 al Sud
Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle 51 aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive, parte delle quali prodotte dalle centrali nucleari mai entrate in funzione, e bloccate dal referendum del 1987.
Come è stata stilata la lista
L’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), individua le zone dove permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività . La Carta è stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin). La Carta Nazionale delle aree idonee individua 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture.
Il Sud e il Piemonte: le aree scelte
Tra le aree scelte c’è molto Sud e Isole: Sardegna, Sicilia, Basilicata, Puglia. Le altre zone individuate sono nel Lazio e in Piemonte. Ecco alcune della località indicate: Montalbano Jonico e Genzano di Lucania in Basilicata, Altamura, Gravina e Laterza in Puglia, Trapani e Calatafimi-Segesta in Sicilia, Albagiara, Nurru e Guasila in Sardegna, Montalto di Castro, Tarquinia e Tuscania nel Lazio, e Alessandria e Novi Ligure in Piemonte. Sono solo una parte delle decine indicate.
Anche chi non è presente può candidarsi
Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di Cnai, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, possono entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al ministero dell’Ambiente e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità . Possono presentare la propria autocandidatura, entro lo stesso termine, anche gli enti territoriali le cui aree sono presenti nella proposta di Cnai.