Abbiamo confrontato 8 shampoo per bambini. Conad Baby e Chicco Baby Moments deludono. I migliori? Tutti i risultati nel numero in edicola e nella versione digitale
Delicati e “senza lacrime”. Il momento dello shampoo è una tappa fondamentale nella crescita e nella quotidianità dei bambini, dal primo indimenticabile bagnetto del bebè alla doccia veloce quando si è più grandi, con i giochi da fare nell’acqua e un buon prodotto che tuteli la cute e i capelli dei più piccoli.
Sulla delicatezza fanno leva un po’ tutti i baby shampoo presenti sul mercato. Nel nuovo numero in edicola e in versione digitale (acquista qui) abbiamo selezionato e messo a confronto 8 prodotti analizzando l’Inci, la “lista degli ingredienti”, alla ricerca di sostanze che possano risultare sgradite anche se perfettamente lecite.
Partiamo subito da chi non ha superato la prova:
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Cosa contengono in generale gli shampoo per bambini? “Tutti i prodotti presenti sul mercato non sono pericolosi, perché rispettano i regolamenti europei. Ma alcune sostanze sono più o meno problematiche”, spiega Sara Alberghini, chimica, fondatrice e curatrice del blog Mammachimica. Nei baby shampoo, per esempio, ci sono spesso i Peg. “I Peg, polietilenglicoli, polipropilenglicoli – prosegue l’esperta – sono solventi, derivati petroliferi. Sono molecole che vengono dall’ossido di etilene, che è gassoso. Durante la fabbricazione, due molecole di ossido di etilene si possono legare insieme e creare il diossano, che è una molecola cancerogena. È un’ipotetica situazione. Ma i Peg non sono un ingrediente fondamentale, i prodotti più attenti all’ambiente non li usano. Quello che mi preoccupa e mi urta è trovare nei cosmetici per bambini i conservanti cessori di formaldeide: imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, dmdm hydantoin”. Sostanze, per fortuna, assenti nel nostro panel.
Attenzione alle fragranze: favoriscono le allergie
C’è invece il “parfum”. Per Mammachimica il problema del profumo è che, se l’esposizione è ripetuta nel tempo, rischia di sensibilizzare alle allergie. “Il profumo non serve a niente. Non lava, non disinfetta” ma appunto può provocare allergie. Se formulare cosmetici non è facile, per i bambini è meglio avere prodotti con Inci “molto semplici, corti, senza profumo, che hanno solo quello che serve”.
E cosa serve per un baby shampoo? Tensioattivi per lavare, ben formulati e non aggressivi, mitigati da altri tipi, come coco-glucoside e decyl glucoside. Servono conservanti (ma non sono tutti uguali). Qualche addolcente. “Spesso ci sono alcuni estratti vegetali, degli emollienti, ma eviterei quelli derivati dalla paraffina. Ci potrebbero essere degli antiossidanti, come la vitamina E e il tocoferolo”. Da evitare BHT o BHA, antiossidanti sospetti interferenti endocrini. Attenzione anche alla presenza di estratti naturali, come quelli che vengono da camomilla, calendula e simili: se sono in piccole quantità potrebbero servire a poco, se sono di più (oppure pochi ma molteplici) potrebbero aumentare il rischio di allergia. Non si può neanche suggerire di scegliere prodotti “naturali” perché, spiega Mammachimica, “naturale non è indice di bontà, come chimico non è indice di negatività”.
Cosa abbiamo valutato
Delicati e senza lacrime: questa la promessa degli 8 baby shampoo che abbiamo messo a confronto. Focus puntato su sostanze che possono alterare la promessa di gentilezza perché a vario titolo sgradite per i più piccoli.
Fenossietanolo
Il fenossietanolo è un conservante molto usato in cosmetica ma sempre più controverso, e vietato in bio. In Europa la concentrazione massima consentita in un preparato pronto all’uso è dell’1% anche per i prodotti destinati ai bambini. Nel 2012 l’Agenzia per la sicurezza dei medicinali francesi proponeva di limitarne la concentrazione allo 0,4% nei cosmetici per bambini di età inferiore ai 3 anni. L’Agenzia ha poi rimosso le restrizioni sull’uso di fenossietanolo, in applicazione di una decisione del Consiglio di Stato del 2019. Ha però mantenuto una politica di sicurezza, chiedendo di specificare sull’etichettatura dei cosmetici con fenossietanolo (esclusi deodoranti, prodotti per lo styling e per il trucco) che non possono essere usati sulle parti intime di bambini di età pari o inferiore a 3 anni. Per un principio di precauzione, consideriamo penalizzante l’uso di fenossietanolo. Lo abbiamo trovato nel baby shampoo Chicco.
Etossilati/Peg
I Peg sono solventi prodotti a partire dall’ossido di etilene nel processo di etossilazione. Ed è quello il motivo principale dell’attenzione verso questi ingredienti, derivati petroliferi a rischio di diossano. Hanno funzione tensioattiva ed emulsionante e aumentano la permeabilità della pelle, innalzando così anche il rischio che vengano assorbite più facilmente eventuali sostanze sgradite. Il prodotto che ne contiene di più è il baby shampoo Conad e per questo è stata penalizzato nel giudizio finale. Anche i bio o con ingredienti bio ne fanno a meno.
Allergeni
La normativa europea prevede l’obbligo di indicare in etichetta la presenza di sostanze allergizzanti, per informare i consumatori nel caso di sensibilità e allergie. In due baby shampoo abbiamo riscontrato la presenza di benzyl alcohol: uno dei 24 allergeni attualmente regolati in Europa che spesso viene usato in funzione conservante.
Ingredienti sgraditi
Fra gli ingredienti sgraditi abbiamo fatto rientrare il profumo, “parfum” o fragrance, come viene riportato nella lista degli ingredienti Inci. Il profumo è presente in tutti i baby shampoo esaminati. Il problema è che dietro al termine “profumo” si potrebbero nascondere molecole irritanti o potenzialmente allergeniche. Segnalata come sgradita per l’impatto ambientale anche la presenza di Edta e dei polimeri Polyquaternium con funzione antistatica e filmogena.