Crisi idrica, l’Italia dissala poco e non raccoglie l’acqua piovana

ACQUA

I dati diffusi dalla Community Valore acqua per l’Italia di The European House-Ambrosetti: “Ogni giorno in Italia vengono dissalati appena 650mila metri cubi di acqua, il 5,9% della produzione giornaliera europea e si recupera solo l’11% di quella piovana”

Ogni giorno l’Italia dissala 650mila metri cubi di acqua marina, appena il 5,9% di quella europea; una cifra che impallidisce ancora di più se pensiamo che al mondo vengono immessi nelle tubature 108 milioni di metri cubi dopo essere stati trattati negli impianti dissalazione. Non è l’unica chance persa dall’Italia alle prese da anni con una crisi idrica: solo l’11% dell’acqua piovana viene recuperata anche a causa di impianti di raccolta vetusti, visto che l’età media delle dighe è di 58 anni.

Numeri diffusi dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House-Ambrosetti, osservatorio che sta lavorando alla quinta edizione del libro bianco “Valore Acqua per l’Italia“, dove si propone un approccio integrato alla crisi idrica del nostro paese: potenziare gli invasi e raccogliere le acque meteoriche, riutilizzare l’acqua a fini irrigui e industriali e promuovere la dissalazione dell’acqua marina.

“La dissalazione – ha affermato Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House-Ambrosetti – ha le potenzialità per diventare una delle soluzioni di un sistema integrato di approvvigionamento idrico nel nostro Paese, con un mercato oggi però fortemente sviluppato nel Medio Oriente e che concentra il 39% della capacità di dissalazione del mondo, l’Europa l’11% dietro gli Stati Uniti (18%) e davanti all’Africa (8%). Il mercato della dissalazione vale oggi 13,6 miliardi di euro (quasi 23mila impianti attivi) per una capacità produttiva che aumenta mediamente del 6,8% all’anno. La dissalazione dell’acqua non può essere l’unica soluzione al problema delle siccità, ma va inserita in una rosa di soluzioni per uscire da una logica emergenziale e trattare il tema dell’acqua con un respiro di lungo periodo”.

Come emerso dai dati elaborati da The European House-Ambrosetti, un’altra leva importante per una strategia di lungo periodo contro la siccità deriva dalla valorizzazione degli invasi e dalla raccolta di acque meteoriche. L’Italia ha la capacità oggi di recuperare solo 5,9 miliardi di metri cubi di acque meteoriche (11% del totale) a fronte di una disponibilità potenziale di 54 miliardi di metri cubi con un impatto importante sulla filiera agricola, industriale, ma anche civile. Tra le infrastrutture più datate sul territorio troviamo le grandi dighe che hanno un’età media a livello nazionale di 58 anni, ma con punte che raggiungono i 92 anni in Liguria e oltre 80 in Valle d’Aosta e Piemonte. Le più recenti in Puglia e Molise, rispettivamente con un’età media di 41 e 35 anni. Negli ultimi 10 anni sono state attivate solo 2 dighe di grandi dimensioni.