Innalzamento dei limiti per le radiofrequenze, la petizione per impedirlo

radiofrequenze

L’Istituto Ramazzini di Bologna, che ha pubblicato uno studio indipendente sugli effetti sulla salute di una sovraesposizione alle radiofrequenze usate per la telefonia mobile, pubblica un appello a sostegno della petizione per evitare l’innalzamento dei limiti di 5 volte

 

“Il governo ha annunciato l’intenzione di aumentare gli attuali limiti di legge per la radiofrequenza (oggi in Italia sono di 6 V/m nei luoghi dove si permane per più di 4 ore e di 20 V/m per tutti gli altri ambienti) per portarli a 24-30 V/m”. Con queste parole inizia l’appello firmato da Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica emerita dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che accompagna la petizione per opporsi all’innalzamento dei limiti di radiofrequenze utilizzate per la comunicazione mobile, come prevede una bozza di decreto legge del governo circolata a fine maggio. “Questo aumento – spiega Belpoggi – serve esclusivamente a permettere all’industria di installare più antenne e più potenti su uno stesso sito, risparmiando denari. Uno studio del Politecnico di Milano ha stimato un costo maggiore per le compagnie di 4 miliardi. Non viene considerato che l’impatto dell’aumento ambientale delle radiazioni rappresenterebbe un pericolo per la salute di miliardi di persone, oltre che un rischio per l’ambiente nel suo insieme, comprese piante e animali”.

Gli studi di Ramazzini e  dell’Ntp

Da vent’anni alcuni studi indipendenti, tra cui quelli dell’Istituto Ramazzini, affermano che bisogna mantenere i limiti ambientali della radiofrequenza al più basso livello possibile, principio denominato Alara (As Low As Reasonably Achievable: ogni esposizione alle radiazioni deve essere tenuta tanto bassa quanto è ragionevolmente ottenibile sulla base di considerazioni sia economiche sia sociali). L’Istituto Ramazzini di Bologna proprio ai rapporti tra onde elettromagnetiche e tumori ha dedicato uno studio che aveva trovato una correlazione tra onde elettromagnetiche delle antenne per la telefonia e i tumori. Così come quello del National Toxicology Program negli USA, che valutavano gli effetti in maniera misurabile, su esposizioni calibrate in laboratorio su cavie.

Un aumento avrebbe solo ragioni economiche

“Un aumento rispetto agli attuali 6 V/m italiani – continua Fiorella Belpoggi – avrebbe solo ragioni economiche, in quanto le nuove tecnologie, compreso il 5g, funzionano anche con i limiti attuali. Va assolutamente distinta la questione dell’innalzamento dei limiti di esposizione da quella dell’avanzamento delle nuove tecnologie 5G e oltre. Si all’innovazione, ma no all’innalzamento dell’esposizione”.

La petizione

Per questo la direttrice scientifica emerita dell’Istituto Ramazzini chiede a tutti di sottoscrivere la petizione della rete di 70 associazioni impegnate a conservare il limite di 6 V/m: https://vogliamolimiticautelativi.it/

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