La storia di un nostro lettore che si è rivolto all’arbitro bancario finanziario perché nonostante le promesse Widiba aveva introdotto una voce di costo sul suo conto. Nonostante l’Abf gli abbia dato ragione, la banca l’ha trascinato dal giudice
Che il “per sempre” utilizzato negli spot pubblicitari dei fornitori di servizi di varia natura, dalla telefoni alle banche, sia scritto sulla sabbia del bagnasciuga, è cosa che il Salvagente ripete spesso nei suoi articoli. Ma il caso che è capitato a Gianluca Ferrari va decisamente oltre. Non solo con la banca Widiba gli è capitato di veder mancare una promessa del genere, ma è stato anche portato davanti al giudice dopo essersi rivolto all’arbitro bancario finanziario, che gli ha dato ragione.
La storia di Gianluca Ferrari
La vicenda, che ha del paradossale, la racconta lo stesso protagonista: “Nel 2015, quando Banca Widiba era appena nata, decido di aprire un nuovo conto corrente”. La Banca, infatti, promette ai nuovi clienti un conto “gratuito per sempre”, senza quelle commissioni per la gestione del conto che a fine hanno posso ammontare anche a diverse decine di euro.
“Per sempre”… ma solo per un po’
Ma a maggio del 2021, Ferrari riceve una lettera da Widiba, in cui viene avvertito che le condizioni cambiano. Al secondo del tipo di pacchetto attivo, a causa della “riduzione dei tassi d’interesse di mercato” e dell’incremento di alcuni oneri, vengono aggiunte o le spese fisse di liquidazione trimestrali (7,5 euro) o il canone trimestrale (fino a 16,50 euro).
Il ricorso all’Abf
Gianluca non ci sta e decide di rivolgersi all’Abf, ritenendo la variazione una pratica scorretta rispetto a quanto promesso. E infatti, l’arbitro bancario finanziario di Banca d’Italia, dà un parere, seppur non vincolante, favorevole al ricorrente e agli altri correntisti che come lui si erano rivolti all’Abf. In sostanza, l’arbitro spiega che l’introduzione di un nuovo costo non rientra tra quelle variazioni previste tra le modifiche unilaterali del contratto che i fornitori di servizio possono applicare in corsa, in cambio della libertà per il cliente di rescindere il contratto senza penali.
La causa di Wibida
Risultato? “La Banca ha ignorato la decisione dell’Abf – spiega Ferrari – Tra tutti coloro che come me hanno fatto e vinto il ricorso mi ha scelto, a caso, per intentarmi una causa civile in tribunale. Alla Banca non devo nulla ed il canone lo stavo pagando. La causa mi costerà probabilmente decine di migliaia di euro. Mi sembra come minimo un comportamento indegno verso un Cliente che ha avuto il solo torto di vedersi riconosciuta la ragione da Abf”.
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