Riconoscere i sintomi di uno shock anafilattico è importante per salvare la vita. Spesso l’attacco acuto è anticipato da segnali importanti da cogliere. Ecco cosa fare, a seconda dei casi, e come prevenire uno shock allergico.
I decessi in Italia per shock anafilattico sono in aumento nell’ultimo decennio. Tra gli studi più accreditati vi è quello condotto da specialisti dell’Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaito) secondo i cui risultati dal 2004 al 2016 in Italia sono stati riscontrati 392 decessi certi per anafilassi. Il tasso di mortalità annuo si attesta su 0,51 deceduti per milione di abitanti.
La causa principale di morte è rappresentata dai farmaci (responsabili del 74% dei casi certi). Segue quella dovuta a punture di imenotteri (api, calabroni, ecc.).
I dati demografici indicano che il rischio aumenta con l’età ed è maggiore per il sesso maschile. La mortalità per anafilassi, inoltre, risulta condizionata dall’area geografica, con un tasso maggiore nelle regioni del sud e nelle isole.
Il ministero della Salute ha diffuso delle linee guida di pronto intervento per aiutare a riconoscere i sintomi, in modo da intervenire tempestivamente. Infatti, lo shock anafilattico o anafilassi è una reazione allergica grave e pericolosa per la vita. Inizia all’improvviso e peggiora molto rapidamente: può verificarsi dopo pochi secondi o minuti di esposizione a qualcosa a cui si è allergici come, ad esempio, le arachidi o il veleno iniettato dalle punture di api.
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Non a caso negli ultimi anni nelle città e negli edifici pubblici sono stati incrementati i punti con dispositivi Dae (Defibrillatore automatico esterno). Ma in caso di shock non sono utili. Inoltre, l’Italia risulta carente nella formazione per l’utilizzo di tali apparecchi o kit salvavita, e per attivarsi con manovre di pronto intervento. Questi episodi sono di vitale emergenza, pertanto richiedono un intervento medico rapidissimo. Ma prima che arrivi un soccorso è importante adottare le giuste manovre per non complicare la situazione.
Come riconoscere uno shock anafilattico
La dottoressa Giulia Di Colo, allergologa e immunologa presso Smart Clinic e Irccs Ospedale San Raffaele, spiega che “alla base di questa reazione, come per tutte le allergie, c’è l’interazione tra IgE e allergene, ovvero una sostanza che in persone predisposte può provocare la produzione di anticorpi, detti IgE. Questi anticorpi, dopo un primo contatto, si fissano sulla superficie di alcune cellule, i mastociti e i basofili, che contengono grandi quantità di istamina e di altre sostanze che possono provocare infiammazione”.
Prosegue la Di Colo: “Quando l’allergene entra per la seconda volta in contatto con l’organismo della persona predisposta, incontrerà le IgE fissate sulla superficie dei basofili e dei mastociti, causando il rilascio di grandi quantità di istamina e mediatori dell’infiammazione, responsabili dello shock anafilattico”.
Quindi, in caso di shock anafilattico il sistema di difesa naturale del corpo (sistema immunitario) rilascia una serie di sostanze chimiche che provocano un abbassamento improvviso della pressione sanguigna e una restrizione delle vie respiratorie con blocco della respirazione.
Riconoscere i sintomi da parte del soggetto che viene colpito e di chi gli è vicino nel momento del bisogno è importante. Tra i segni e i disturbi evidenti vi sono:
- Battito cardiaco rapido e debole;
- Orticaria (eruzione della pelle);
- Nausea e vomito.
I fattori scatenanti più comuni differiscono da persona a persona, e comprendono shock allergici causati da:
- Alimenti;
- Farmaci;
- Veleno di insetti;
- Lattice.
I sintomi che anticipano uno shock anafilattico
La dottoressa Donatella Lamacchia, esperta di Allergologia e Immunologia Clinica presso Irccs Humanitas, ricorda che le allergie possono manifestarsi con sintomi molto diversi tra loro a seconda del tipo di allergene a cui si viene esposti e della via di introduzione nell’organismo (se inalatoria, orale o iniettiva). Tutti segnali che anticipano l’evento più grave e acuto, ossia lo shock.
Tra le più comuni manifestazioni di allergia troviamo le malattie allergiche delle vie aeree:
- Rinite;
- Congiuntivite;
- Asma.
Ma anche:
- Orticaria/angioedema (pomfi pruriginosi con arrossamento della pelle/gonfiore della cute o delle mucose come palpebra, labbra);
- Sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea).
In generale si parla di anafilassi quando la reazione allergica, dovuta all’azione di anticorpi specifici chiamati IgE, si verifica rapidamente (secondi/minuti) rispetto all’esposizione all’allergene (veleno di insetti, farmaco, alimento) e può coinvolgere più organi e apparati contemporaneamente (es. cute e apparato respiratorio) provocando, nella sua massima gravità, lo shock anafilattico. Quest’ultimo è quindi l’evento culmine e acuto della reazione allergica grave che interessa tutto l’organismo e in particolare coinvolge il sistema cardiocircolatorio.
A causa della liberazione di grandi quantità di sostanze che dilatano i vasi sanguigni (ad esempio, l’istamina) si verifica un abbassamento improvviso della pressione (shock) che è la causa della perdita di coscienza che può condurre fino alla morte del soggetto.
Altri sintomi che possono manifestarsi prima dello shock acuto sono:
- Stordimento, vertigini, collasso o perdita di coscienza;
- Difficoltà respiratorie (dispnea), con respirazione veloce e superficiale;
- Costrizione delle vie respiratorie e gonfiore (edema) di lingua o gola, che può causare sibili e problemi di respirazione;
- Sudorazione;
- Nausea, vomito o diarrea;
- Confusione e ansia;
- Pallore.
I sintomi più frequenti, presenti in più del 90% dei casi, sono quelli cutanei e delle mucose, seguiti da segnali che coinvolgono il sistema respiratorio e cardiovascolare (in più del 50% dei casi). Meno comunemente possono comparire sintomi gastroenterici, come nausea, vomito, diarrea, crampi addominali.
Nei pazienti colpiti può verificarsi uno spasmo coronarico con conseguenti possibili infarto del miocardio, aritmie o arresto cardiaco. I pazienti che hanno precedenti di malattia coronarica hanno un maggior rischio che l’episodio anafilattico possa colpire il cuore. Lo spasmo coronarico è legato alla presenza di istamina rilasciata dalle cellule nel cuore. L’instaurarsi di una tachicardia è frequente per via dell’abbassamento della pressione del sangue (ipotensione) nel 10% dei casi.
Cosa fare durante uno shock anafilattico?
Gli esperti del Gruppo San Donato ricordano che in genere, questi sintomi sono anticipati da formicolio e senso di calore alla testa, a mani e piedi. Sono segnali importanti da cogliere subito.
L’attacco grave e acuto richiede un’iniezione di adrenalina e un intervento di pronto soccorso. In ogni caso bisogna chiamare immediatamente un’ambulanza e recarsi al pronto soccorso.
In caso di comparsa di sintomi (sia anticipatori che gravi) associati allo shock anafilattico, bisogna:
- Chiamare immediatamente il 118, chiedendo l’invio di un’ambulanza;
- Distendere la persona con la pancia in alto (supina), a meno che non sia in stato di incoscienza, in stato di gravidanza o con difficoltà respiratorie;
- In caso di persona in gravidanza essa può essere collocata su un fianco, mentre in presenza di distress respiratorio (insufficienza respiratoria acuta) si può far sedere la persona purché con le gambe sollevate.
Nel frattempo che arrivi l’ambulanza, possiamo:
- Rimuovere con attenzione qualsiasi causa scatenante, ad esempio il pungiglione di un’ape;
- Se disponibile e se si è in grado di usarlo correttamente, possiamo usare un autoiniettore di adrenalina (l’epinefrina);
- somministrare un’altra iniezione di adrenalina dopo 5-15 minuti, se i disturbi (sintomi) non migliorano ed è disponibile un secondo autoiniettore del farmaco.
Come dev’essere il kit salvavita
Il kit di emergenza deve contenere i farmaci prescritti dal medico. Inoltre, bisogna controllare la data di scadenza dell’autoiniettore di adrenalina, sostituirlo prima che scada e conservarlo a temperatura ambiente (15-25 °C).
Altri farmaci utilizzati, sempre su prescrizione medica, per contrastare lo shock anafilattico sono:
- Antistaminici per via endovenosa e cortisone, per ridurre l’infiammazione delle vie aeree e migliorare la respirazione;
- Beta-agonisti, ad esempio, l’albuterolo, per alleviare i sintomi respiratori.
Come prevenire uno shock anafilattico
Se una persona è a conoscenza di un’allergia grave o ha già avuto shock anafilattici in precedenza, è importante cercare di prevenire episodi futuri seguendo alcuni comportamenti, quali:
- Identificare eventuali fattori scatenanti;
- Evitare i fattori scatenanti, quando possibile;
- Portando sempre con sé un autoiniettore di adrenalina (consiste in una siringa con un piccolo ago nascosto che, premuta contro la coscia, inietta una dose di farmaco. L’uso immediato di un auto-iniettore può rappresentare, in molti casi, un salvavita).
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) invita a prendere le distanze dalle sostanze che causano questa grave reazione.
Alcuni consigli pratici potrebbero aiutare a prevenire il problema. Ad esempio, occorre:
- Indossare un braccialetto di allerta medica, in cui sono indicate le allergie a farmaci specifici o ad altre sostanze;
- Avvisare i medici delle reazioni allergiche ai farmaci.
Come proteggersi dagli insetti
In caso di allergia agli insetti, bisogna:
- Indossare pantaloni e camicie a maniche lunghe (specie quando si è immersi nella natura);
- Non camminare a piedi nudi nell’erba;
- Evitare colori brillanti;
- Non indossare profumi, colonie o creme profumate.
Come proteggersi dalle allergie alimentari
In caso di allergie alimentari bisogna:
- Leggere attentamente le etichette degli alimenti acquistati.
In caso di pasti consumati fuori di casa è buona prassi:
- Chiedere gli ingredienti di ogni piatto, anche piccole quantità del cibo a cui si è allergici possono causare una reazione grave.