Le regole per attivare il soccorso alpino

SOCCORSO ALPINO

Conoscere le regole per una chiamata al soccorso alpino può essere una misura salvavita per escursionisti ed amanti del trekking. Ecco come comportarsi e i numeri da chiamare

Come indicato anche sul sito ufficiale del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), la velocità e la calma sono indispensabili per avviare una procedura di soccorso. Il Cnsas è un servizio di pubblica utilità del Club alpino italiano, le cui finalità sono definite chiaramente dalla legge e sono così sintetizzabili:

  • offrire soccorso agli infortunati e ai pericolanti, nonché occuparsi del recupero dei caduti sul territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale;
  • contribuire alla prevenzione e alla vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività in queste zone;
  • concorrere al soccorso in caso di calamità (anche al di fuori dell’ambiente montano) nell’ambito delle proprie competenze tecniche/istituzionali, in cooperazione con le strutture della Protezione Civile;
  • funzioni di coordinamento nel caso di intervento di diverse organizzazioni di soccorso in ambito alpino o in ambiente impervio/ostile.

Alcuni cenni storici

L’attuale struttura del Cnsas nasce il 12 dicembre 1954, grazie al lavoro sinergico di un gruppo ristretto di persone il cui fine ultimo era rendere organico e sistematico il lavoro di soccorso effettuato già da tempo dagli abitanti delle località montane, dalle guide alpine e dagli alpinisti del Club Alpino. Nato inizialmente con il nome di Cai (Club alpino italiano), è andato incontro nel tempo a diversi riaggiustamenti e modifiche alla sua struttura, che ne ha visto l’ingresso del Soccorso Speleologico nel 1968. Quest’ultimo, solo in seguito divenuto parte integrante della struttura, ha permesso di dar vita all’attuale Cnsas.

Come fare richiesta di intervento al Cnsas

In caso di incidente in montagna, al Cnsas devono arrivare informazioni quanto più possibile dettagliate perché l’organo possa procedere in modo tempestivo e mirato. Il numero unico per l’emergenza sanitaria, attivo su tutto il territorio nazionale, è 118. Una volta chiamato, bisognerà richiedere all’operatore l’attivazione del Cnsas. Ove attivo, è possibile utilizzare il numero unico di emergenza Europea (112). I passi da seguire nella comunicazione con l’operatore sono i seguenti:

  • La prima cosa da fare è fornire i dati identificativi dell’infortunato (nome, cognome, residenza), il numero da cui si sta telefonando e, quando possibile, il numero di telefono di un altro apparato mobile o fisso.

  • A questo punto si può procedere descrivendo sommariamente lo scenario dell’incidente, premurandosi di precisare l’ora in cui è accaduto, il coinvolgimento di soggetti terzi, il numero degli infortunati, le loro condizioni generiche e la presenza di pericoli residui e/o potenziali.

    Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

    Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

  • All’operatore del Nue (numero unico europeo) devono essere garantite informazioni basilari sullo stato di salute del/degli infortunato/i. In particolare, si deve sempre specificare se il/i soggetto/i coinvolto/i sono in stato di coscienza o incoscienza, se l’attività respiratoria è presente, assente o sono presenti eventuali difficoltà di questo tipo. Dovrebbero essere sempre riferite emorragie in atto o altre condizioni mediche gravi.

Molto probabilmente l’operatore vorrà maggiori indicazioni riguardo fatti, luoghi e circostanze, motivo per il quale si dovrebbe essere assolutamente disponibili nel lasciarsi intervistare. Sulla base della raccolta di queste informazioni, infatti, verrà assegnato un codice di gravità e verrà pianificata la missione di soccorso, con le risorse più adatte allo scopo. Informazioni indispensabili all’intervento saranno:

  • una descrizione accurata del luogo dell’incidente, con riferimenti che possano renderlo facilmente identificabile. Buona norma sarebbe partire dal generale per giungere al particolare (zona, gruppo montuoso, versante, sentiero, valle) fornendo se possibile il toponimo esatto. Se reperibili, è molto utile fornire le coordinate;

  • una descrizione delle condizioni meteorologiche ed in particolare dello stato di visibilità, la presenza di vento o altri eventi significativi (neve, ghiaccio, grandine);

  • la comunicazione della presenza di ostacoli al volo in zona, con riferimento preciso a quelli orizzontali, come elettrodotti, linee elettriche, teleferiche e seggiovie, o qualunque altro ostacolo possa risultare d’impedimento alla sicurezza del servizio di elisoccorso degli astanti;

  • la garanzia di riferimenti utili che possano facilitare l’intervento, quali l’eventuale presenza in loco di persone disponibili all’aiuto (esempio: personale sanitario, Guide Alpine, etc.) e la presenza di ostacoli e/o difficoltà contingenti in relazione all’infortunato e ai luoghi d’accesso.

In aggiunta a queste considerazioni, è chiaro che sia indispensabile rimanere a disposizione dell’operatore e delle squadre di soccorso, tentando il più possibile di mantenere la calma e di rimanere in una posizione di sicurezza e copertura telefonica. Anche se non sempre funzionale l’esito, in casi di estrema necessità, è possibile tentare l’invio di un SMS indicante il testo di sintesi ad un gruppo “Emergenza/Ice” di almeno 5 numeri.

Elisoccorso: alcune linee guida

Il momento dell’arrivo dell’elicottero, lungi dall’essere esente dal presentare problemi, richiede alcune norme comportamentali importanti che garantiscano la sicurezza di tutti i presenti. In primo luogo, la zona d’atterraggio dovrebbe essere ben individuabile dall’alto, motivo per il quale le persone presenti sul posto dovrebbero:

  • tenere i bambini per mano e i cani al guinzaglio;

  • rimanere fermi, senza avvicinarsi all’elicottero durante e dopo la manovra;

  • non avvicinarsi all’elicottero dalla parte posteriore;

  • sgombrare il luogo da zaini, indumenti o tutto ciò che sia a rischio di volare via;

  • allontanarsi dal luogo dell’atterraggio, mettendosi in posizione di sicurezza.

Come accennato, l’atterraggio può avvenire solo in zone che siano lontane da teleferiche, piante e ostacoli d’altro genere; se il terreno non dovesse permettere l’atterraggio, il pilota potrebbe decidere di avvicinarsi al luogo dell’incidente adottando una manovra di volo stazionario. In queste circostanze può essere particolarmente utile conoscere i segnali internazionali di soccorso: sebbene la stragrande maggioranza delle chiamate di soccorso giungano tramite i cellulari, è possibile talvolta trovarsi in zone d’ombra.
Il segnale internazionale di chiamata di soccorso prevede il lanciare sei volte in un minuto (ogni dieci secondi circa) un segnale ottico o acustico (urlo, luce con pila). I segnali devono essere ripetuti dopo un minuto. Il segnale internazionale di risposta di soccorso prevede il lanciare tre volte in un minuto (ogni 20 secondi) un segnale ottico o acustico.

Tecnici alpini: Osa, TeSa, Te

Al fine di garantire un elevato standard d’intervento, tutti gli operatori del Cnsas devono essere sottoposti ad una rigida formazione. In seguito alle verifiche d’accesso per entrare nel Corpo, inoltre, è garantito un iter costante di addestramento e formazione; organo deputato al compito è la Scuola Nazionale per i Tecnici di Soccorso Alpino. I requisti richiesti per i tecnici alpini variano a seconda delle qualifiche. Le tipologie di tecnici sono:

  • Operatori di Soccorso Alpino (Osa): posseggono i requisiti di discesa in corda doppia su terreno impervio, montaggio/trasporto di barella portantina, posizionamento e movimentazione su corda fissa, prova di ricerca dispersi, auto-soccorso su valanga, montaggio ed allestimento di barelle e movimentazione su terreno impervio e sconnesso.

  • Tecnici di Soccorso Alpino (TeSa): posseggono i requisiti di salita di itinerario alpinistico con difficoltà classica almeno di “4°+ UIAA”, allestimento ancoraggi da progressione e soccorso, tecniche di progressione della cordata, sequenze di discese in corda doppia, montaggio e allestimento barelle, tecniche di salita/discesa con attrezzatura sci-alpinistica, utilizzo apparecchi ARTVa digitali, ancoraggi su neve, verifica dei concetti di base di topografia e orientamento, nonché metodologie di intervento in valanga.

  • Tecnici di Elisoccorso (Te): posseggono capacità d’intervento su scenari multipli con l’utilizzo dell’elicottero, per l’accesso e l’evacuazione. Il tecnico di elisoccorso è una figura tecnico-professionale specialistica secondo quanto riportato dalla legge n°74/2001. Solo dopo lo svolgimento dei corsi e il conseguimento dei relativi brevetti Osa e TeSa, si può accedere al corso per Te, al termine dei quale i candidati vengono sottoposti ad ulteriore esame. La qualifica è inoltre soggetta a mantenimenti periodici da parte della Snate (Scuola Nazionale Tecnici) del Cnsas.

Le scuole del Cnsas

Considerata la notevole attenzione prestata dal Cnsas nei confronti della formazione dei propri tecnici, non stupisce che la permanenza nella struttura, per Statuto, sia subordinata a precise verifiche tecniche periodiche. Il Cnsas comprende ben 8 scuole nazionali, previste per legge, che si occupano della formazione, sviluppo di manovre e ricerca di nuovi materiali. Le scuole di settore del Cnsas sono:

scuola nazionale tecnici soccorso alpino;

scuola nazionale tecnici soccorso speleo: gli speleologi del Cnsas sono appositamente formati per intervenire in contesti naturali (grotte, cavità, sifoni, pozzi sotterranei);

scuola nazionale medici alpini: sono più di 700 i medici gli infermieri presenti all’interno del Cnsas. Ogni anno vengono organizzati corsi accreditati Ecm, sia di base che avanzati, su diversi argomenti di medicina d’urgenza e emergenza in ambiente montano, ipogeo e canyon;

scuola nazionale medici speleo;

scuola nazionale unità cinofile: indispensabili in numerosi scenari, dall’intervento in valanga alla ricerca in superficie, specializzati nella ricerca di persone disperse;

scuola nazionale direttori delle operazioni di soccorso;

scuola nazionale forre: si tratta dell’organico tecnico del Cnsas che si occupa della formazione a tutti i livelli nel settore specifico, formando specialisti nella progressione e nel soccorso in forra;

scuola nazionale speleo sub: i tecnici speleo sub sono gli unici, in Italia, a portare soccorso ad alte profondità nei siti ipogei, con operazioni che possono svilupparsi al di sotto dei -40 metri e con punte raggiunte in esercitazione vicine ai -100.