L’accessione dei riscaldamenti quest’anno, in base al decreto del Mite, è stata posticipata di 8 giorni e terminerà una settimana prima del consueto. Ridotta la temperatura di un grado. I sindaci tuttavia possono intervenire sul calendario
I riscaldamenti si accendono dopo e si spegneranno prima. La temperatura negli edifici dovrà inoltre scendere di un grado. Il decreto del 6 ottobre scorso firmato dall’ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha ridisegnato il calendario delle accensioni per via della crisi energetica: si parte 8 giorni dopo con il via alle caldaie che termineranno 7 giorni prima rispetto al consueto calendario. Ridotta di un grado anche la temperatura, almeno negli impianti centralizzati, con l’obiettivo di risparmiare nel complesso 2,7 miliardi di metri cubi di gas. Che per una famiglia – calcola Enea – può avere il non secondario beneficio di tagliare la bolletta di 179 euro.
Si ridisegna così il calendario dell’accensione dei riscaldamenti, in questo modo:
1) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo, parliamo di Lampedusa e di città come Porto Empedocle;
2) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo. Appartengono a questa fascia, tra le altre, Agrigento, Reggio Calabria, Messina o Trapani;
3) Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo. Sono interessate città come Napoli, Imperia, Taranto e Cagliari;
4) Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile. Ci sono Roma (dove però con l’ordinanza del sindaco Gualtieri l’accensione è stata prima posticipata al 21 novembre, poi anticipata al 14 novembre ma con il limite di 4 ore al giorno), Firenze, Foggia, Ancona e Oristano;
5) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile. Ci sono città come Milano e Torino (dove però con l’ordinanza dei sindaci l’accensione è stata spostata al 3 novembre), Bologna (l’ordinanza del sindaco Lepore ha però posticipato l’avvio al 7 novembre), Aosta e L’Aquila;
6) Zona F: nessuna limitazione: aree dell’arco alpino, con capoluoghi come Cuneo e Belluno.
Attenzione però alle ordinanze dei sindaci che possono incidere sul calendario delle accensioni.
Temperatura giù di un grado
Per quel che riguarda la temperatura, il decreto recita che “durante il periodo di funzionamento nella stagione invernale 2022-2023 degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale, i valori di temperatura dell’aria indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 sono ridotti di 1°C”. I valori di riferimento erano 18 gradi (con 2 di tolleranza) per le attività industriali e artigianali e 20 gradi (sempre con 2 di tolleranza) per gli altri edifici. Si scende quindi a 17 e 19 gradi.
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