Quali sono i sintomi e le cure della scarlattina nei bambini

scarlattina

Se poco più di un secolo fa si moriva anche di scarlattina oggi con l’avvento dell’antibiotico la malattia tipica dei bambini dopo i due anni è guaribile in poco tempo. Tuttavia non va mai trascurata per evitare conseguenze ben più complesse 

L’80% dei casi di scarlattina in Italia colpisce i bambini. La scarlattina è una delle malattie infantili più diffuse, una patologia esantematica contagiosa causata dallo streptococco beta emolitico di gruppo A (Sbega), un batterio che a sua volta produce una tossina detta tossina pirogenica, la causa dei sintomi che consentono una diagnosi tempestiva e precoce. Tuttavia, se non adeguatamente curata, la scarlattina può causare precocemente delle conseguenze ben più complesse che interessano il cuore, i reni, il fegato e le articolazioni.

Che cos’è la scarlattina

È proprio la tossina pirogenica che, passando in circolo, causa il cosiddetto esantema e gli altri sintomi della malattia.

La scarlattina si trasmette per via aerea con le goccioline di saliva; nei bambini quindi veicolata principalmente da tosse e starnuti. O anche da un bambino malato o portatore (presenza senza sintomi) del germe che è di regola a carico della faringe (faringite streptococcica). Molto più raramente si trasmette attraverso la cute (impetigine).

La scarlattina colpisce in particolare i bambini dopo il secondo anno di vita. Non compare mai prima del sesto mese di vita ed è molto rara fino ai due anni. È più frequente nei mesi invernali, quindi è utile proteggersi e prevenire la malattia proprio in questo periodo dell’anno.

Come riconoscere i sintomi della scarlattina

Gli esperti e pediatri dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma spiegano come riconoscere i sintomi della scarlattina nei bambini.

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Questa malattia ha un’incubazione breve, al massimo 2-5 giorni. Perciò la comparsa è improvvisa e si presenta con alcuni sintomi comuni:

  • Febbre alta spesso accompagnata da brividi, nausea, vomito e mal di testa;
  • Dopo poche ore, compare l’esantema. L’esantema si manifesta inizialmente nella zona dell’inguine e delle ascelle per diffondersi poi rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe.

Cos’è l’esantema e come riconoscerlo

L’esantema in genere è una manifestazione dell’irritazione della pelle che si presenta sotto forma di arrossamenti, ispessimenti o vescicole a volte pruriginosi o dolorosi.

L’esantema da scarlattina è caratterizzato dalla comparsa di minuscole macchioline lievemente rilevate, di un colorito rosso acceso, che tendono a confluire tra loro conferendo alla pelle un colorito uniformemente arrossato (rosso vivo).

Al volto, l’arrossamento delle guance contrasta con il relativo pallore del naso e della zona intorno alla bocca. Faringe e tonsille sono spesso fortemente arrossate.

Scarlattina: come si trasforma la lingua

Le linfoghiandole del collo di solito sono tumefatte e dolenti. Dopo 24-48 ore dall’incubazione breve, la lingua può assumere l’aspetto della lingua a lampone, ossia fortemente arrossata con papille gonfie.

L’esantema dura 3-4 giorni, poi impallidisce, la febbre scompare e subentra una desquamazione della pelle a lamelle, soprattutto ai palmi delle mani e dei piedi, che dura 10-20 giorni.

Scarlattina: attenzione alla febbre

La febbre dovuta alla scarlattina può portare la temperatura all’estremo, anche a 39-40 °C. Le tossine pirogeniche agiscono sul centro termoregolatore dell’ipotalamo “resettandolo” verso l’aumento di temperatura. La febbre può essere tenuta a bada con i farmaci e scomparirà appena dopo il trattamento antibiotico.

Come si diagnostica la scarlattina nei bambini

La diagnosi della scarlattina è essenzialmente clinica. Gli esami di laboratorio dimostrano, come in tutte le infezioni batteriche, un aumento degli indici di flogosi (Ves, Pcr) e dei leucociti neutrofili.

Altri batteri come stafilococchi e yersinia enterocolitica, alcuni antibiotici e un gran numero di infezioni virali (mononucleosi, infezioni da adenovirus, enterovirus e cytomegalovirus) possono dare talvolta manifestazioni cliniche simili a quelle della scarlattina.

La diagnosi di scarlattina viene confermata dal ritrovamento del germe – lo Sbega – nel tampone faringeo e dall’aumento degli anticorpi diretti contro lo streptococco (tipicamente il titolo anti-streptolisinico o Tas).

Che succede se si trascura la scarlattina

I medici ricordano che, se non adeguatamente curata, la scarlattina può causare precocemente un quadro tossico generalizzato, per via dalla tossina pirogenica, che può coinvolgere il cuore, i reni, il fegato e le articolazioni.

Come nelle più comuni infezioni da streptococco, si possono manifestare complicanze immunologiche tardive come la malattia reumatica e la glomerulonefrite acuta post-infettiva.

Una scarlattina trascurata potrebbe esporre il paziente a patologie future, quali:

  • Febbre reumatica;
  • Malattia infiammatoria che può interessare cuore, articolazioni, pelle e cervello;
  • Malattie renali (la più comune è l’infiammazione dei reni, chiamata glomerulonefrite post-streptococcica);
  • Infezioni dell’orecchio (otite media);
  • Infezioni della pelle;
  • Ascessi della gola;
  • Polmonite (infezione polmonare);
  • Artrite (infiammazione delle articolazioni).

Come si cura la scarlattina infantile

Guido Castelli Gattinara,  medico dell’Istituto Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente spiega che le cure sono impostate per prevenire conseguenze ben più complicate nel futuro del piccolo.

La cura della scarlattina va seguita per 10 giorni e consiste nella somministrazione di antibiotico amoxicillina per bocca oppure di una singola iniezione di benzatin-penicillina.

Quando si può tornare a scuola dopo la scarlattina

Il bambino potrebbe tornare in classe, nella sua scuola dell’infanzia, già dopo 24 ore dall’inizio del trattamento antibiotico, perché il batterio è molto sensibile agli antibiotici e muore subito. La legge italiana, però, prevede la riammissione a scuola dopo 2 giorni dall’inizio della terapia antibiotica.

Quante volte si può prendere la scarlattina

La malattia non dà immunità permanente. Essendo presenti diversi ceppi di questo streptococco, questa malattia si può contrarre più volte ma l’esantema spesso si verifica solo la prima volta.

Come si prende la scarlattina (attenzione agli oggetti)

Abbiamo già chiarito che il contagio è diretto e avviene attraverso le goccioline respiratorie e la saliva. Ma la scarlattina si può trasmettere anche attraverso gli oggetti contaminati, poiché lo streptococco beta-emolitico di gruppo A sopravvivere nell’ambiente. Questo batterio riesce a resistere a lungo anche su oggetti di uso quotidiano come le stoviglie, i libri e i giocattoli dei bambini infetti.

Come prevenire la scarlattina

Essendo un’infezione causata da batterio streptococco beta-emolitico di gruppo A, diventano importanti alcune precauzioni e norme comportamentali. Oltre a stare lontano dalle persone che sappiamo infette, bisogno assumere alcune norme comportamenti:

  • evitiamo la condivisione degli utensili da cucina e del cibo;
  • curiamo l’igiene, provvedendo alla pulizia di tutto ciò che un malato di scarlattina potrebbe aver toccato (le aule della scuola andrebbero sanificate sia in modo ordinario, che dopo un caso segnalato di scarlattina);
  • curiamo l’igiene personale e il lavaggio delle mani (questa è una regola comportamentale che vale sempre e per prevenire altre infezioni, come l’escherichia coli).

Come alleviare i dolori nel bambino affetto da scarlattina

Molti bambini che hanno la scarlattina presentano mal di gola da streptococco. Per loro potrebbe risultare difficile e doloroso mangiare. Possiamo aiutarli alimentandoli con bici morbidi o attraverso una dieta liquida.

Nell’alimentazione possiamo includere tè caldo lenitivo e zuppe soffici e nutrienti.

Meglio bere bibite analcoliche fresche come frappè e gelati.

I bambini con la scarlattina hanno comunque bisogno di bere molti liquidi.

La qualità dell’aria dove i piccoli riposano per la guarigione è importante. Se necessario, meglio utilizzare un umidificatore per migliorare l’umidità dell’aria, una condizione utile per meglio lenire il mal di gola.

Utilizzare un asciugamano caldo e umido da sistemare attorno al caldo; questa operazione aiuterà il bambino a lenire il gonfiore delle ghiandole.

In caso di prurito da eruzione cutanea i genitori dovranno verificare lo stato delle unghie dal bambino, affinché siano ben corte e adeguatamente tagliate. Potrebbe danneggiare la pelle a causa dei graffi.

La gravidanza e la scarlattina

C’è un mito da sfatare che riguarda la scarlattina. Questa malattia, presa in gravidanza, non provoca malformazioni fetali. Inoltre il contagio al momento del parto causato da una possibile colonizzazione vaginale, è improbabile, anche se non impossibile. In ogni caso curabile.

Il rischio è maggiore in caso di parto pretermine, ma solo se l’infezione colpisse anche il tratto vaginale.

Alle mamme in gravidanza i pediatri consigliano di evitare inutili esposizioni al contagio. Tuttavia non ci sono motivi per allarmarsi. Bisogna solo essere attenti a informare costantemente il proprio ginecologo. In caso di tampone vaginale positivo si procederà con la somministrazione antibiotica. Il medico quasi certamente predisporrà un esame per rilevare eventuali tracce batteriche sul tratto vaginale.

Quando si moriva di scarlattina

La scarlattina in forma lieve, che si presenta soprattutto nei bambini in forma lieve, viene chiamata anche “quarta malattia”. È la quarta delle malattie infantili a presentarsi in genere, in ordine cronologico.

Ma c’è stato un tempo nel quale la scarlattina era letale. È stato prima dell’avvento degli antibiotici (intorno agli anni ’20 del Novecento), circa un secolo fa.

Prima di allora, la scarlattina rappresentava una delle principali cause di morte. Inoltre, era spesso responsabile dell’insorgenza di complicanze tardive come la glomerulonefrite e l’endocardite, quest’ultima poi spesso causa di problemi alle valvole cardiache, talvolta con esito infausto.

I ceppi di streptococco di gruppo A che producono la tossina eritrogenica non sono intrinsecamente più pericolosi dei ceppi che ne sono privi, essi infatti rendono più rapida la diagnosi per via della caratteristica eruzione cutanea.

Nel passato la scarlattina si confondeva con il morbillo

Negli anni bui della storia, prima dell’avvento degli antibiotici, la scarlattina veniva confusa con il morbillo. Solo nel XVI secolo (1500) si giunse a una precisa descrizione della patologia. G. F. Ingrassia la chiamò “rossania“, per via del colore delle manifestazioni cutanee. In seguito, T. Sydenham nel 1661 la denominò “febris scarlatina“.

Nel ‘700 in gran parte dell’Europa e nell’America Settentrionale si registrarono epidemie gravi.

Oggi si può essere colpiti in tutte le età, ma tra i neonati è meno grave, poiché essi sono forniti di un’immunità congenita transitoria.

Questa malattia è poco diffusa tra gli Arabi e gli Indiani. Le etnie anglosassoni, invece, dimostrano una particolare tendenza a contrarla. In linea di massima tale disposizione è nella specie umana minore che per il morbillo, e si calcola che su 100 individui, non ancora immunizzati per averla superata, se ne ammalino circa 20.

Perché non si trova un vaccino per la scarlattina

Il suo problema etiologico è dei più ardui, e ancora non ha trovato una definitiva soluzione. Numerosi microrganismi, infatti, sono stati in diverso tempo indicati quali presunti agenti causali, e cioè svariati tipi di protozoi, schizomiceti (cocchi e streptococchi) e virus filtrabili. Nessuno di essi, però, è risultato, nelle ricerche di controllo, resistente alle valide obiezioni e critiche, che ne hanno infirmato la specificità. Solamente per lo streptococco emolitico sembra oggidì doversi ammettere un reale valore nel determinismo della malattia, in quanto la sua presenza nelle fauci degli scarlattinosi è un fatto costante. Ma la maggioranza degli autori ritiene che, accanto a tale germe, debba esistere anche un virus ancora sconosciuto, ma indispensabile affinché l’infezione si sviluppi.

La mortalità stimata in Italia a causa della scarlattina si stima tra l’1 e il 2%, tra la popolazione anziana o con complicazioni.

Uccide ancora nei Paesi più poveri e a volte torna con delle impennate improvvise, come quella del 2014 in Inghilterra, dove si registrarono più di 14.000 casi di scarlattina in un solo anno. Si trattò della più grande ondata registrata dagli anni ’60 del Novcento. Questi dati hanno convinto i ricercatori a non escludere possibili pericoli futuri e altri “ritorni di fiamma”. Per questo si continua a investire nella ricerca di un vaccino contro la scarlattina.