Per molti dire prugne o susine è la stessa cosa. E invece i due frutti sono diversi e hanno anche proprietà nutrizionali differenti. Vediamo di scoprirle in questa puntata dei Miti Alimentari
Stevenson nel 1886 portò al successo il suo romanzo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” che peraltro viene ancora usato come metafora della doppiezza dell’uomo o della lotta fra visione. razionale e irrazionale della realtà. Ricordiamo che il cattivo della storia è Mr. Hyde. Nel caso della prugna e della susina ci troviamo davanti a due frutti apparentemente diversi nella forma e nei colori, ma prodotti da piante dello stesso genere noto come “prunus”. Quindi questo è un nuovo caso per il dott. Utterson?
Non è questa la situazione perché i due frutti non sono due facce della stessa personalità ma sono semplicemente diversi per la loro provenienza geografica. Il nome prugna deriva dal greco pyrsòs, rosso, mentre la parola susina deriva dalla città persiana di Susa che nell’antichità era la culla della coltivazione delle prugne. Proviamo ora a raccontare “Lo strano caso del dott. Prunus e di Mr. Susin” per comprendere i loro vantaggi e le loro peculiarità.
Susina e prugna sono dei frutti diversi che hanno poco in comune e facilmente riconoscibili l’uno dall’altro
VERO Ambedue i frutti, tipicamente estivi, ricchi di colori e di sapori che si accompagnano alle giornate solari e serene, nascono da piante del genere prunus, per molti note come alberi di susino. La prugna ha origine europee ed è il frutto del Prunus domestica mentre la susina deriva dal Prunus salicina che è una pianta di origine asiatica e in particolare proviene dall’area cino-giapponese. Queste ultime sono arrivate in Europa solo nel tardo 1800 e il loro successo derivava dall’essere state considerate delle primizie perché erano frutti precoci rispetto alle prugne nella loro maturazione. Lo svantaggio delle susine è il rischio di essere colpite da gelate improvvise che danneggiano i raccolti mentre le piante di prugne sono come le formiche di Esopo e attendono tempi più miti. Al mercato distinguerle non è complicato, le susine sono di solito colore giallo/oro di solito tonde o quasi e hanno un sapore acido e una succosità maggiore. Nel caso delle prugne il colore viola le contraddistingue in maniera inequivocabile. C’è anche da dire che le composte o i trasformati, ad esempio con frutta disidratata o secca, che ci accompagnano tutto l’anno derivano dalle prugne mentre trovare composte o confetture di susine risulta meno facile per cui sono limitate al consumo fresco estivo mentre le prugne sono frutti consumati e apprezzati nell’intero corso dell’anno.
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Dal punto di vista nutrizionale susine o prugne sono frutti molto interessanti
VERO I frutti sono delle drupe, ovvero frutti carnosi con all’interno un nocciolo legnoso, come l’oliva, la pesca o l’albicocca, e dal punto di vista calorico forniscono circa 46 calorie per etto. Il loro asso nella manica è l’alta quantità di fibre pari a 1,4 g per etto consumato, il che rende questi frutti di grande supporto per gli intestini pigri. Le susine gialle sono meno zuccherine rispetto a quelle rosse con solo 35 kcal per 100 g, adatte come frutta di stagione da inserire nelle diete dimagranti. Nel caso degli zuccheri le prugne/susine contengono oltre 11 g per etto di cui zuccheri semplici 9,92 g. Il contenuto di vitamine è molto interessante per la presenza di 17 ug di Vitamina A, quanto è presente nelle pesche, fave o nelle olive verdi, mentre i 10 mg di Vitamina C per etto le rendono paragonabili all’uva o all’avocado o al melograno. Per la luteina e altri importanti antiossidanti parliamo di 75 ug per etto. Un contenuto paragonabile ai mirtilli o ai pomodori a dimostrazione che sono frutti spesso sottostimati per moda nei confronti di frutti esotici e dai nomi non sempre memorizzabili. Paulo Coelho ci ha lasciato questa frase “Sii forte che nessuno ti sconfigga, nobile che nessuno ti umili…” e il binomio prugne/susine rappresenta dei frutti nobili che non sono certo da meno a frutti più costosi, più rinomati e magari meno salutistici.
Non credo che le prugne secche aiutino a far funzionare il nostro intestino in modo migliore
FALSO In questo caso, il mito è realtà. Le prugne, non le susine, se trasformate e ridotto il loro contenuto di acqua al 30% circa rispetto all’88% della frutta fresca, aiutano non poco a risolvere la stitichezza che assale le società moderne che abusano di smart working o meglio ancora dell’unsmart sit. Il merito è nel contenuto di sorbitolo, uno zucchero naturale derivato del glucosio, che trattiene molto bene l’acqua e che viene utilizzato come dolcificante o stabilizzante o addirittura agente lievitante con la sigla E420. Bastano pochi grammi di sorbitolo per avere un vantaggio nell’evacuazione giornaliera e nelle prugne sono presenti circa 11 g nel caso del fresco e 8 nel caso di quelle secche per ogni 100 consumati. Bastano non più di 5 prugne fresche a giorno, meglio se mangiate a colazione, mentre di prugne secche ne bastano circa 40 grammi per avere gli stessi effetti di riequilibrio dell’intestino. Vale la pena ricordare che i problemi intestinali come gonfiore, crampi o dolori si possono osservare in maniera dose dipendente a partire da 5-20 g di sorbitolo ingeriti al giorno. Nel 2013 il British Medical Journal riportò che aumentare il consumo di prugne secche può ridurre del 18% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. L’EFSA consiglia di ingerire almeno 25 g di fibre al giorno, in Italia siamo in media il 25% in meno, e una decina di prugne fresche al giorno darebbero effetti benefici sull’intestino fornendo circa 7,5 g di fibre. Le prugne sono al momento l’unico frutto intero secco a potersi fregiare di un claim salutistico, il che rende il mercato delle prugne secche estremamente interessante. I maggiori produttori sono californiani con oltre il 40% del mercato mondiale e l’Italia, a causa del lockdown e quindi della minore attività fisica, ha visto il consumo delle prugne secche crescere del 25% in pochi mesi consumando fino a 1.000 tonnellate all’anno di prugne secche. Quest’ultime ci forniscono anche 60 ug di Vitamina K, utile per le ossa, 830 mg di Potassio per etto consumato, sappiamo utile per l’apparato muscolo-scheletrico ed è un caso interessante di apporto naturale di Boro al nostro organismo che possono dare le prugne. Il Boro, parafrasando Alexis Carrel “…questo sconosciuto”, è un microelemento utile per le membrane cellulari, per lo smalto dentale, per regolare i livelli di magnesio e di calcio. Si trova concentrato nelle paratiroidi e regola la produzione di paratormone, inoltre regola i livelli degli ormoni sessuali sia negli uomini che nelle donne oltre a supportare la produzione di Vitamina D. Ci bastano poco meno di 3 mg al giorno per avere i vantaggi prima descritti e consumare prugne, pere, uva, mandorle, legumi permette di avere livelli adeguati. Per alcuni questa scelta alimentare della dieta vegetariana si associa alla minore incidenza di osteoporosi di questi consumatori.
Le prugne portano molti benefici alla salute e non hanno controindicazioni
FALSO La percentuale elevata di acqua e la quantità di fibre delle prugne le rendono sazianti e aiutano il lavoro dell’intestino. La Vitamina A e i vari polifenoli quali le cianidine, le catechine e l’epicatechina, le proantocianidine aiutano a difenderci dai radicali liberi e grazie al Potassio sono un tonico cardiaco e muscolare naturale prevenendo i crampi muscolari. La presenza del Boro previene l’osteoporosi nelle donne, la fragilità ossea. Le prugne prevengono forme di tumore del colon e influenzano in modo interessante il microbiota intestinale. Troppe prugne provocano diarrea, meteorismo e flatulenza, per cui chi soffre di colite avrebbe maggiore gonfiore e spasmi dovrebbe mangiarne con oculatezza. Lo stesso consiglio può essere dato alle donne in allattamento perché il sorbitolo attraverso il latte materno potrebbe dare al bambino qualche effetto indesiderato. I soggetti con problemi di glicemia non devono abusare di prugne per il sorbitolo che è presenta il quale genera un innalzamento della glicemia indesiderato.
Conclusioni
Le prugne o susine sono simbolo in Cina della bellezza e dell’umiltà, lo stesso fiore a cinque petali rappresenta la fusione dei cinque continenti e dei cinque elementi vitali, ma è un frutto coraggioso, fiorisce col freddo e con la neve, resiste ed è resiliente a molte difficoltà. Una volta fiorito, il susino lascia che poi arrivino le altre piante che ne prendono il posto nei giardini primaverili. Le prugne secche sono uno dei pochissimi alimenti che confezionato in viola, un colore che è associato da molti a valori negativi, non ne subisce un pregiudizio o una diminutio da parte di chi lo sceglie. Volendo trarre una lezione dalle prugne o dalle susine ricordiamoci che rappresentano l’umiltà, ma anche il coraggio e che il colore, l’aspetto o l’immagine non è necessariamente il ritratto di ciò che si vale e che si può dare.