Pubbliredazionale in collaborazione con Alisea
Il mondo post-pandemia è cambiato e lascia un’eredità importante legata a una maggiore attenzione generale a tutte le tematiche di tipo sanitario e non solo.
Ad essere al centro del dibattito c’è soprattuto la qualità dell’aria che respiriamo, che non è soltanto il veicolo di nuovi virus come accaduto recentemente, ma anche la tematica centrale per la salute e per il benessere delle persone negli ambienti che si frequentano di più.
Ecco perché è centrale una corretta gestione degli impianti aria all’interno delle aziende, luoghi dove le persone trascorrono la maggior parte del tempo e all’interno dei quali – se gli impianti non sono a norma – possono circolare liberamente agenti di inquinamento chimico, fisico e microbiologico soprattutto adesso che le norme consentono minori ristrettezze in termini di mascherine al chiuso.
Rischi per la salute delle persone
Uno dei problemi principali del respirare aria “insana” è appunto quello legato alla salute. Un ambiente circoscritto all’interno del quale l’aria circola (e ricircola) in continuazione deve essere garantito dal massimo degli standard attualmente previsti dalle tutele di legge, al fine di non incorrere in brutte sorprese.
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L’inquinamento indoor è una realtà molto spesso trascurata, proprio perché la contaminazione dell’aria nell’immaginario collettivo è legata per lo più agli ambienti esterni, convinzione smentita da diversi studi scientifici negli ultimi trent’anni. Basti pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità identifica l’inquinamento atmosferico come principale fattore di rischio per la popolazione, e lo fa unendo entrambe le tipologie: l’ambiente esterno e l’ambiente interno.
Di più: studi dimostrano che un’aria insalubre poiché mal gestita a livello di impianti e filtraggio può essere dalle cinque alle cinquanta volte più inquinata rispetto a quella esterna.
Ma quali sono i principali elementi di rischio? Metalli pesanti oltre i parametri, agenti chimici come solventi e altri derivati dai prodotti di pulizia, metalli ossidanti e quant’altro possono rendere precaria la salute psichica e fisica delle persone.
Si parla di stress ossidativo e di una risposta immunitaria inadeguata alla problematica, ma anche disagi come sonnolenza, stanchezza, mal di testa e irritazione. Nei casi più gravi, per esempio per esposizioni prolungate, si può incorrere in disturbi più importanti che interessano la cute (irritazioni) ma anche difficoltà e malattie respiratorie o danni al sistema cardiovascolare.
Rischi legali ed economici per le aziende con impianti non a norma
Oltre a quello della salute, la qualità degli impianti aria aziendali apre un tema anche di natura legale ed economica. Imprese che non tutelano se stesse e i propri dipendenti sono soggette a controlli di verifica, denunce e cause legali per infrazioni che il Legislatore punisce con sanzioni anche molte severe.
Non sono rari i casi di aziende che per anni hanno sottovalutato, anche inconsapevolmente, la corretta manutenzione degli impianti aria e devono oggi fare i conti con class-action e multe onerose.
Alisea Italia, azienda leader nel settore della manutenzione impianti aria aziendali, da tempo si batte per una maggior cultura specifica su questo argomento, in modo che i titolari di impresa prendano coscienza dell’importanza di controllare lo stato di salute dei propri impianti e, in caso di problematiche, agire tempestivamente per evitare guai peggiori.
Alisea a questo proposito mette a disposizione delle aziende un test gratuito da poter svolgere in autonomia, utile a capire il livello di qualità dell’aria dei propri locali commerciali e gli eventuali rischi se presenti