Il Cese, il Comitato economico e sociale europeo, chiede una nuova legislazione per superare le “zone grigie” e limitare il fai-da-te che può essere dannoso per i consumatori. Il nostro test sugli integratori in edicola
Limitare il fai-da-te, favorire la vigilanza sulle reazioni avverse, introdurre maggiori test di controllo a tutela dei consumatori. Il Cese, il Comitato economico e sociale europeo, chiede una revisione della legislazione europea in materia di integratori alimentari e, in un recente evento organizzato da Euractiv, alcuni membri hanno ribadito la necessità che le “autorità rafforzino il monitoraggio, i test e la sorveglianza dei prodotti per la tutela dei consumatori”.
Bisogna superare la “zona grigia” per l’eurodeputata socialista Sara Cerdas, rappresentata dal fatto che “la parte alimentare non è regolamentata come i medicinali e dobbiamo lavorare di più in quest’area”.
Kerli Ats, membro estone del Comitato economico e sociale europeo, ha aggiunto: “La direttiva europea sugli integratori alimetnari non è applicata in modo uniforme in tutta la Ue. Se si vuole che il mercato interno dell’Unione funzioni correttamente, è essenziale che la legislazione venga applicata in modo uniforme per consentire la libera circolazione dei prodotti sicuri e il ritiro dal mercato dei prodotti pericolosi”.
Un settore dove le criticità non mancano come ha confermato il test del Salvagente su 15 integratori a base di riso rosso fermentato: 4 prodotti non si disaggregano nei tempi previsti dalla farmacopea e in 3 casi la monacolina presente è inferiore a quella dichiarata (acquista la rivista e leggi tutti i risultati).
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E proprio per superare queste criticità, in un settore che solo in Italia fattura 3,5 miliardi di euro, “il Cese – ha ricordato la Ats – desidera anche migliori informazioni sia affinché i consumatori possano utilizzare gli integratori in sicurezza sia affinché le autorità rafforzino il monitoraggio, i test e la sorveglianza dei prodotti per la tutela dei consumatori”.