Dal 14 gennaio entra ufficialmente in vigore anche in Italia la direttiva europea Sup che si pone come obiettivo quello di ridurre l’uso della plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile.
Cosa non potrà più essere messo in vendita
Le novità principali riguarderanno il divieto di vendere posate, piatti, cannucce ed altri prodotti in plastica anche “oxo-degradabile” (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti), i bastoncini cotonati (cotton fioc), agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso, contenitori e tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi. Saranno consentiti oggetti in plastica monouso realizzati “in polimeri naturali non modificati chimicamente” mentre le scorte potranno essere vendute fino all’esaurimento. Per chi immetterà sul mercato o venderà prodotti non conformi sono previste multe che andranno da 2.500 a 25.000 euro.
Legambiente: Occhio al trucco per evitare il bando
Secondo il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, “Nella lotta alla plastica monouso non bisogna abbassare la guardia, anzi l’impegno per ridurla da qui ai prossimi anni, promuovendo sempre di più il riutilizzabile, dovrà continuare con più forza e determinazione di prima anche perché con la pandemia, purtroppo, sono tornati prepotentemente gli oggetti di plastica usa e getta”. Ciafani fa un esempio: “In queste ultime settimane, stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma “riutilizzabili” per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni. Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta ad un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzione”.
Cosa resta da fare
Secondo Legambiente per combattere lo strapotere dell’usa e getta in plastica è importante puntare su tre azioni: favorire una drastica e concreta riduzione, attraverso un’applicazione efficace della direttiva; sensibilizzare le persone ad adottare comportamenti e stili di vita più sostenibili ricordando che la dispersione di plastica nell’ambiente può causare seri danni anche alla biodiversità. “Infine – conclude Ciafani – è fondamentale promuovere una filiera industriale che punti sempre più sulla chimica verde e sui materiali compostabili, laddove non è possibile escludere i prodotti monouso, come prevede giustamente il decreto di recepimento della direttiva in Italia, come è già avvenuto in alcune parti d’Italia dove sono state riconvertite le produzioni, rivitalizzando anche siti industriali dismessi”.
Occhio ai sostituti con i Pfas
Ma attenzione, perché anche tra i sostituti delle stoviglie usa e getta contengono dei rischi da non sottovalutare. Il Salvagente nel giugno 2021 ha analizzato piatti e bicchieri monouso compostabili, trovando, in nove degli undici prodotti analizzati, presenze di Pfas. Due dei prodotti ne erano invece esenti, il che ha portato “Il Salvagente” a concludere che è senz’altro possibile una produzione alternativa senza l’impiego di sostanze nocive (fra cui i Pfas)”.
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