Antitrust: multa di 2 milioni di euro a Telepass per pratica commerciale scorretta

TELEPASS RECESSO AUMENTO DISDIRE

L’Agcm, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato Telepass Spa e Telepass Broker Spa per 2 milioni di euro a seguito di una pratica commerciale ingannevole nell’attività di vendita di polizze assicurative Rc-auto tramite “la propria App, a favore dei clienti titolari degli abbonamenti Telepass Family e Telepass Viacard”.

L’Antitrust ha accertato che le “due società hanno condiviso le informazioni sui propri utenti con compagnie e intermediari di assicurazione – con cui hanno concluso contratti di distribuzione di polizze – senza averli adeguatamente informati sulla raccolta e sul modo di utilizzo dei loro dati, anche a fini commerciali“.

L’Antitrust si è mossa su segnalazione dell’Anapa, l’Associazione nazionale agenti professionisti di assicurazione, ed è stata patrocinata dallo studio dell’avvocato Raffaella Grisafi, vice presidente di Konsumer Italia e storica collaboratrice del Salvagente: “Al centro della sanzione Antitrust c’è il grande tema della ‘patrimonializzazione del dato’ e del fatto che oggi non si può pensare che avendo soddisfatto gli obblighi privacy il consumatore è tutelato. Una cosa è il piano della privacy uno della tutela negoziale: le aziende oggi non possono pensare di liquidare tutto con un’informativa privacy”.

In particolare, si legge in una nota dell’Agcm, “l’informazione fornita in sede di presentazione del servizio si limitava a enfatizzare la semplicità, la velocità e la convenienza economica della procedura, ma non che i dati venivano utilizzati da Telepass per finalità commerciali diverse rispetto a quelle per cui erano raccolti, ossia la fornitura del preventivo”.

Inoltre, secondo l’Antitrust, i clienti Telepass non hanno ricevuto una chiara informativa sull’effettiva rappresentatività dei soggetti fornitori delle polizze, in quanto “le società si erano limitate a riportare sull’app e sul sito i loghi dei partner, senza specificare che alcuni di essi erano meri intermediari che agivano come agenti mandatari di compagnie non individuate”. Secondo l’Autorità, infine, “le società non avevano neppure fornito informazioni sui criteri e sui parametri seguiti per la selezione del preventivo proposto, necessari invece per una scelta consapevole da parte dei consumatori”.

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“Bene, ottima notizia! È intollerabile che i propri dati personali vengano condivisi per finalità diverse rispetto a quella per la quale sono stati raccolti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

“È un diritto sacrosanto dell’utente – prosegue – avere un’informazione chiara e completa, immediatamente accessibile che dia evidente richiamo eventuali usi per fini commerciali dei dati forniti in fase di registrazione e dell’eventuale loro cessione a terzi. Il consumatore deve essere sempre libero di prestare o negare il consenso all’accesso ai dati personali da parte di soggetti terzi e per poterlo fare deve essere adeguatamente informato. E’ un principio ormai consolidato. I nostri dati valgono“.