“L’indicazione ‘vino naturale‘ in etichetta può suggerire l’idea di un vino di qualità più alta. C’è il rischio che l’uso del termine ‘naturale’ induca il consumatore in errore“. È la sintesi riportata da TeatroNaturale di quanto riportato di recente nel parere della Dg Agri presso la Commissione Ue in merito al sempre più diffuso utilizzo in etichetta di una dicitura che rappresenta ancora un’area grigia nelle normative di Bruxelles.
La questione nasce in Francia dove, nonostante in tutto il mondo non esista una definizione accettata del termine “naturale”, le autorità hanno aggirato l’ostacolo legislativo creando una nuova denominazione, “vin méthode nature“, e stabilendo un elenco di criteri e un protocollo di screening dedicati. Sulla questione è intervenuta l’Italia, con interrogazioni di europarlamentari e pressing delle associazioni di categoria della filiera enologica, e alla fine la Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale, la Dg Agri, ha dato parere favorevole ai ricorrenti.
Soddisfatto, come riporta il Corriere vinicolo, il segretario generale Uiv (Unione italiana vini) Paolo Castelletti: “L’aggettivo usato nel parere della Dg Agri – ‘misleading’ cioè ingannevole – è molto chiaro, perché la lettura del termine ‘vino naturale’ potrebbe seriamente indurre il consumatore in errore riguardo le caratteristiche intrinseche del prodotto, così come potrebbe indurre valutazioni errate sulla naturalità del vino in generale. E quindi evidente un rischio comunicativo per l’intero settore”.