Pesticidi, l’Europa prova a bloccare l’esportazione di quelli vietati

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La Commissione europea ha pubblicato la strategia per la gestione delle sostanze chimiche. Il documento fa parte dell’ambizioso piano Green Deal for Europe che si pone in particolare un obiettivo di “inquinamento zero” entro il 2030. In pratica, questa strategia mira a ridurre i rischi associati alla produzione e all’uso di sostanze chimiche pericolose, incoraggiando nel contempo l’innovazione per lo sviluppo di alternative sicure e sostenibili. Come ha ricordato l’associazione ambientalista francese Générations Futures, si tratta di un piano condivisibile nei contenuti ma non è direttamente esecutivo, e quindi vincolante, per questo – sostiene – occorre uno sforzo della Commissione europea per trasformare il contenuto in atti legislativi.

Il documento, tra le altre cose, mira ad aumentare in modo significativo la protezione della salute umana e dell’ambiente dalle sostanze chimiche nocive, prestando particolare attenzione ai gruppi di popolazione vulnerabili. Le iniziative faro includono in particolare:

  • Eliminazione graduale dai prodotti di consumo, come giocattoli, articoli per l’infanzia, cosmetici, detergenti, materiali a contatto con gli alimenti e tessuti, le sostanze più nocive, che includono tra gli altri interferenti endocrini, sostanze chimiche che influenzano il sistema immunitario e respiratorio e sostanze persistenti come per – e sostanze polifluoroalchiliche (PFAS), a meno che il loro uso non sia dimostrato essenziale per la società;
  • Ridurre al minimo e sostituire per quanto possibile la presenza di sostanze problematiche in tutti i prodotti. Sarà data priorità a quelle categorie di prodotti che colpiscono le popolazioni vulnerabili e quelle con il più alto potenziale di economia circolare;
  • Affrontare l’effetto combinato delle sostanze chimiche (effetto cocktail) tenendo maggiormente conto del rischio che rappresenta per la salute umana e l’ambiente l’esposizione quotidiana a un’ampia miscela di sostanze chimiche provenienti da fonti diverse;
  • Garantire che produttori e consumatori abbiano accesso alle informazioni sul contenuto chimico e sull’uso sicuro, introducendo requisiti in materia di informazione nel contesto della Sustainable Product Policy Initiative.

Nella strategia, la Commissione fa sua anche una recente denuncia di Public Eye secondo cui nel 2018 i paesi membri dell’UE hanno approvato l’esportazione di 81.615 tonnellate di pesticidi contenenti sostanze vietate nei campi europei. Sono vietati a causa dei rischi inaccettabili che rappresentano per la salute umana e l’ambiente. Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Germania, Francia, Belgio e Spagna rappresentano oltre il 90 percento di questi volumi. Tre quarti degli 85 paesi importatori sono paesi a basso o medio reddito (LMIC), dove l’uso di tali sostanze presenta i rischi maggiori. Brasile, Ucraina, Marocco, Messico e Sud Africa sono tra i primi dieci importatori di pesticidi “vietati in Europa”.

Proprio su questo punto la strategia prevede di promuovere la sana gestione delle sostanze chimiche attraverso la cooperazione e i partenariati internazionali, in sedi bilaterali, regionali e multilaterali, anche attraverso la cooperazione con l’Africa, nonché la cooperazione con i vicini e altri partner per sostenere la loro capacità di valutare e gestire le sostanze chimiche in modo corretto; dare il buon esempio e, in linea con gli impegni internazionali, garantire che le sostanze chimiche pericolose vietate nell’Unione europea non siano prodotte per l’esportazione, anche modificando la legislazione pertinente se e se necessario; promuovere la due diligence per la produzione e l’uso di sostanze chimiche nell’ambito della prossima iniziativa sul governo societario sostenibile.