I responsabili politici possono migliorare le possibilità di raggiungere gli obiettivi climatici e limitare il riscaldamento globale a 1,5°C assumendo impegni specifici volti alla trasformazione dei sistemi alimentari nazionali. Enhancing Nationally Determined Contributions (NDCs) for Food Systems è il nuovo report pubblicato dal WWF, dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), dall’EAT e da Climate Focus, e rileva come i Paesi stiano perdendo importanti opportunità per ridurre le emissioni di gas serra, identificando 16 strategie attraverso le quali i governi potrebbero agire di più con un approccio “dal campo alla tavola”.
Le 16 azioni per l’ambiente
Le 16 azioni identificate nel report includono la riduzione del cambiamento d’uso del suolo e della conversione degli habitat naturali, che potrebbero ridurre le emissioni di 4,6 Gt CO2e all’anno. Analogamente, la riduzione delle perdite e degli sprechi cibo, che rappresentano l’8% di tutte le emissioni di gas serra, potrebbero ridurre le emissioni di 4,5 Gt CO2e all’anno. Eppure solo 11 Paesi attualmente menzionano la prevenzione delle perdite di cibo (food loss) nei propri piani nazionali ma nessuno prende in considerazione gli sprechi (food waste). Migliorando i metodi di produzione e riducendo le emissioni di metano provocate dagli allevamenti di bestiame si potrebbero ridurre le emissioni fino a 1,44 Gt di CO2e all’anno, ma riduzioni molto maggiori potrebbero essere ottenute adottando diete più sane e sostenibili. Consumando più alimenti di origine vegetale e riducendo drasticamente quelli animali si potrebbero evitare emissioni fino a 8 Gt di CO2e all’anno. Nessun piano nazionale per il clima attualmente in vigore, però, parla esplicitamente di diete e regimi alimentari più sostenibili.
Ridurre fino al 25% è possibile
“Ad oggi, l’alimentazione e le diete, le perdite e gli sprechi di cibo sono fattori ampiamente ignorati, ma se i politici li inserissero tra i target settoriali all’interno dei piani nazionali per il Clima, potrebbero ridurre fino al 25% le emissioni globali” sostengono gli autori del report. In base all’Accordo di Parigi del 2015, i Paesi sono tenuti a rivedere o ripresentare i loro NDC (dall’inglese nationally determined contributions contributi determinati a livello nazionale) ogni cinque anni. “Quest’anno, quindi, i responsabili politici hanno l’opportunità di adottare soluzioni per trasformare i sistemi alimentari e di fissare obiettivi e misure più ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra e quindi migliorare la biodiversità , la sicurezza alimentare e la salute pubblica” dice il Wwf..