Siamo all’apice dell’afa estivo. Venerdì 31 settembre è il giorno del bollino rosso in 10 città italiane, tra cui Roma, Bologna, Torino, Firenze, Campobasso, Pescara, Rieti, Frosinone, Bolzano e Perugia, com temperature fino ai 40 gradi. Milioni di italiani, in ferie, non rinunceranno ad andare in spiaggia o in giro per le città d’arte. La preoccupazione di sentirsi male è comprensibile, ma va detto che il tanto temuto “colpo di calore” è rarissimo. Anche in giornate come quelle, decisamente torride, di questi giorni. Conoscerne i sintomi e capire come si può intervenire, però, può essere importante. Avviene quando ci si espone direttamente al sole estivo, senza copricapo e per periodi prolungati. Si manifesta con febbre alta, brividi scuotenti, senso di bruciore generalizzato. È indispensabile chiamare un medico, ma nel frattempo è opportuno applicare impacchi ghiacciati per raffreddare la superficie corporea.
Noi siamo animali omeotermi, spiegano i medici, il nostro corpo cerca di mantenere una temperatura interna costante, intorno ai 36,5-37 gradi. Per farlo ha dei meccanismi di compensazione, primo fra tutti il sudore. E in periodi come questi si corrono rischi più frequenti rispetto al temuto colpo di calore.
SUDARE FA BENE, A PATTO CHE
Sudando, innanzitutto, si perdono sali minerali: sodio, potassio, cloro. I sali, infatti, sono essenziali per il buon funzionamento del cuore, dei reni, dell’apparato muscolare. Ci può essere una contrazione della diuresi: sudando molto si urina meno e le urine sono molto più concentrate. Se questo fenomeno è molto accentuato, può favorire la comparsa di calcoli renali. Un altro possibile effetto della disidratazione dovuta alle temperature elevate è il calo di pressione.
Si verifica un calo di volemia, cioè della quantità generale di liquidi e questo può portare ad abbassamenti bruschi della pressione, anche con svenimenti. Ci dev’essere quindi una reintegrazione adeguata, attraverso l’assunzione di acqua e di frutta fresca. L’ideale è l’anguria, che contiene sia acqua che potassio. Se, in condizioni normali, si dovrebbe bere circa un litro e mezzo di acqua al giorno, col caldo si può arrivare anche a tre litri.
CARDIOPATICI A RISCHIO
Ai cardiopatici, soprattutto se anziani, il caldo e l’afa porta una rivoluzione delle proprie pressioni di circolo. Il calore cambia radicalmente l’apertura e la chiusura delle arterie e delle vene. Con l’arrivo dell’estate i cardiopatici devono necessariamente sottoporsi a una visita specialistica, per un aggiornamento posologico. Si deve rivedere il dosaggio dei farmaci, diuretici e vasodilatatori, che assumono quotidianamente. Se una persona assume normalmente una pastiglia intera di diuretico, durante l’estate, in coincidenza con l’aumento della sudorazione, ne dovrà prendere solo mezza. Ma sono cambiamenti che vanno fatti sotto stretto controllo medico.
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I CONSIGLI CLASSICI
Ma sempre validi. Evitare di uscire nelle ore più calde della giornata, non fare sforzi, non esporsi al rischio di colpi di calore, aumentare l’assunzione di acqua e sali minerali. E poi usare un deumidificatore.